Epigenetica
- Autore: Cristina Battocletti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2023
Tanto dolore, disperazione, sofferenza si addensano nelle pagine del romanzo che la scrittrice Cristina Battocletti ha pubblicato con il titolo che è una parola molto poco frequentata dal lessico quotidiano, Epigenetica (La nave di Teseo, 2023).
La storia parte del 1979, nella laguna di Grado. La voce narrante, scopriremo chiamarsi Maria, si chiede:
“Quanto spavento siano arrivati a mia madre e a mio padre attraverso mio nonno e mia nonna, e ancora prima dagli avi dei miei avi e su, per darmi quello spartito disallineato che mi ha fatto diventare l’essere che sono”.
E sembra proprio questo il tema che attraversa tutto il racconto, quanto cioè il dolore e la follia che arrivano dai nostri progenitori abbiano influito su di noi, sul nostro carattere, quasi una forma di determinismo al quale è difficile sottrarsi.
L’infanzia di Maria, dei suoi due fratellini è una sorta di incubo: un padre armato di carabina, una madre che rotola verso la follia, abbandonando i tre ragazzini a un destino atroce. Dopo aver tentato di sopravvivere da soli, elemosinando cibo e calore, i bambini verranno sottratti dalle autorità alla madre e avviati a diversi destini; affidamento a famiglie volonterose. Agli sconosciuti e anaffettivi nonni la dodicenne Maria. Bravissima a scuola, competitiva, poi anoressica, la ragazza affidata alle suore darà il meglio delle sue possibili performances intellettuali, perdendo però in salute e in umanità.
Sarà una donna provata, desiderosa di stabilità, vivrà a Milano, diventerà una rinomata scrittrice molto seguita e letta; il suo romanzo di maggior successo si intitola Lische di laguna. Poi incontrerà un uomo, lo sposerà, avrà un figlio, Emanuele, ma non sarà in grado di tenerlo né di crescerlo. Ormai adulta, quando suo figlio vivrà lontano, tra i senza tetto in una città del sud, Maria finalmente accetterà di incontrare uno psicanalista, il dottor Carlo Vendramini: sarà lui a spiegargli il significato della misteriosa parola: “Epigenetica”.
Si chiama epigenetica e studia le modificazioni che non riguardano direttamente la sequenza del DNA ma la sua struttura, cioè la sua forma tridimensionale, il modo in cui i geni si esprimono.
In questo durissimo romanzo l’autrice ci impone l’abisso della disperazione della protagonista, l’abbandono di ogni legame familiare, il disfacimento psichico della madre a cui cerca di porre rimedi inadeguati, l’impossibilità di essere madre del figlio che pure ha partorito, la delusione nei confronti di ogni uomo che incontra, derivante certamente da tutte le figure maschili, “gli Stranieri”, che ha visto avvicendarsi nel letto sfatto di sua madre, e che sono stati tanti, deludenti , violenti, lontani: anche suo padre, che non lo era in realtà.
Il romanzo dolente di Cristina Battocletti ci fa viaggiare nel tempo, nelle varie fasi della vita di Maria, fino al 2019, fino ai momenti più commoventi del libro, vere epifanie: l’incontro con la madre appena morta, quello con il figlio che vende aquiloni su una spiaggia, e che finalmente la riconosce.
Lingua durissima, affilata, piena di termini che appartengono al quotidiano, ma che sono usati qui con un ben più doloroso significato: sporcare, bruttura, tossico.
Le anime morte che infestano dispettose l’appartamento
Le montagne feroci, una famiglia che è niente altro che “un ceppo infestato”.
È solo la scrittura quello che permette a Maria di sopravvivere all’abisso, al dirupo nero della sua vita, è la sola vera medicina. Come i versi di Andrea Zanzotto, che ricorrono nel testo.
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