Garzanti pubblica per la prima volta in Italia due romanzi della scrittrice austriaca Elisabeth de Waal, mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta della sua opera.
La scrittrice, nata a Vienna nel 1889 e morta nei pressi di Londra nel 1991, ha studiato filosofia, legge ed economia all’università di Vienna e nel 1928 ha sposato Hendrik de Waal, con il quale ha avuto due figli, Victor e Constant (poi Henry). Scrisse cinque romanzi inediti in vita, due in tedesco e tre in inglese, tra cui La città dei grandi ritorni e Milton Place.
“La città dei grandi ritorni”: romanzo del controesodo
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La città dei grandi ritorni (2024, titolo originale The Exiles Return, introduzione di Edmund de Waal, traduzione di Sara Caraffini, pp. 264, 19 euro) è uno splendido capolavoro letterario, che esplora un aspetto meno noto del secondo dopoguerra: il controesodo di chi era stato costretto a fuggire, quel “crepacuore del ritorno”.
Il libro è stato ritrovato dal nipote dell’autrice, lo scrittore Edmund de Waal, dopo la sua morte. Ma è una storia attualissima: basti pensare alla popolazione della Striscia di Gaza. Nel romanzo, fortemente autobiografico, è la fragile Vienna del 1954 la protagonista che osserva le vicende di tre esuli austriaci che tornano in patria.
“Milton Place”: una lettera che stravolge un’intera esistenza
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Fra le pagine di Milton Place (2025, traduzione di Sara Caraffini, pp. 272, 19 euro) si racconta del signor Barlow, proprietario della suggestiva dimora di campagna Milton Place, che vive in un luogo incantevole, ma non si aspetta più nulla di piacevole dalla vita. Una lettera gli farà cambiare idea. Romanzo raffinato, dove il lettore si immerge nelle pagine del libro in maniera totale, grazie all’atmosfera sapientemente evocata da una scrittrice da scoprire.
Recensione del libro
Milton Place
di Elisabeth de Waal
Elisabeth de Waal: vita e opere della scrittrice
L’autrice nacque come Elisabeth von Ephrussi nel 1899, in una famiglia dinastica ebrea che trent’anni prima aveva scelto Vienna come casa. Era un momento straordinario in un luogo straordinario. Elisabeth viveva nel Palais Ephrussi, un massiccio palazzo in stile neoclassico ornato di cariatidi sulla recentemente costruita Ringstrasse, l’arco di edifici civici e monumenti imperiali eretto per glorificare l’impero asburgico. La villa, tutta marmi e dorature, rappresentava un biglietto da visita costruito da una ricca e ambiziosa famiglia di banchieri, una delle tante sulla strada che in città era stata ribattezzata beffardamente Zionstrasse, la via degli ebrei. La madre di Elisabeth, una baronessa ebrea bellissima e debitamente titolata, era nata nel Palais Schey, a poche centinaia di metri da lì. I cugini vivevano nell’edificio accanto. Era un mondo accogliente, benché complesso, in cui nascere.
I suoi genitori – un padre erudito con una magnifica biblioteca e una madre molto in vista con un guardaroba ineguagliabile – erano fortemente in disaccordo sulla sua istruzione. Elisabeth ebbe la meglio e fu autorizzata a studiare con insegnanti dello Schottengymnasium, la rinomata scuola maschile di fronte alla dimora di famiglia. Si diplomò al termine della Prima Guerra Mondiale, proprio mentre l’impero si sgretolava in tumulti e diserzioni.
Dopo che conobbe e sposò Hendrik de Waal, imparò l’olandese e scrisse poesie in quella lingua. Quando viveva a Parigi negli anni Trenta collaborò con “Le Figaro”. Negli anni Cinquanta recensì romanzi francesi per il “Times Literary Supplement”. Scrisse i suoi primi due romanzi in inglese e gli ultimi tre in tedesco.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elisabeth de Waal: la scrittrice austriaca e la sua riscoperta nel catalogo Garzanti
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