Ehi, prof! di Frank McCourt

«In America i medici, gli avvocati, i generali, gli attori, i personaggi televisivi e gli uomini politici godono di prestigio e di vantaggi economici. Gli insegnanti no. L’insegnamento è la cenerentola delle professioni. Gli insegnanti devono entrare dalla porta di servizio. La gente si congratula con loro per tutto il tempo libero che hanno.»

Che sia la Cenerentola fra tutte le professioni è vero, ma magari si avesse tanto tempo libero! Frank McCourt è stato un professore nelle scuole superiori americane negli anni Cinquanta e alla fine della sua carriera scolastica ha deciso di scrivere questo libro di memorie in cui ci racconta la sua esperienza di professore, a partire dal primo giorno in cui ha messo piede in un’aula ed ha affrontato un gruppo di adolescenti. La prima volta non è facile, non si sa mai come comportarsi, cosa dire, se essere complici degli alunni oppure no, non si sa come farli interessare alla materia. Eppure, nonostante le tante insicurezze, alla fine McCourt si rivela un bravissimo professore e capisce di volta in volta come affrontare le scolaresche. Tra le sue memorie scolastiche ci racconta anche del suo esame di abilitazione all’insegnamento e dei suoi incontri scuola-famiglia e compaiono spesso e volentieri ricordi della sua vita privata.

Prima ho detto che questo libro si presenta come il diario di un professore, ma io lo ritengo un valido manuale per i futuri insegnanti. Per quanti esami si possano fare e per quanto si possa studiare, nessuno ci insegna mai ad affrontare la complicata e interessante professione dell’insegnante e Frank McCourt con le sue esperienze sul campo ci dà una mano e ci fornisce validi strumenti per farlo.
Inoltre non si può fare a meno di notare la similitudine tra le scuole americane degli anni Cinquanta e le scuole italiane di questi anni. Nonostante siano passati 60 anni, alcuni modi di pensare non sono per niente cambiati:

«Gli istituti tecnici venivano spesso considerati un ricettacolo per gli studenti che non avevano basi adeguate per frequentare il liceo. Puro snobismo: l’opinione pubblica non considerava che migliaia di giovani potessero voler fare i meccanici, le estetiste, i macchinisti, gli elettricisti, gli idraulici e i falegnami…»

E’ vero, al giorno d’oggi sono in tanti a pensarla così, secondo me sbagliando.