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Recensioni di libri

Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale di Alessio Mannino

La Vela, 2021 - Tra teoria e prassi della deriva, questo saggio tratta dei gradi di consapevolezza critica andati in malora, con essi i pochi avanzi ideali, e i diritti inviolabili delle scelte e della dignità personali.

Mario Bonanno
Mario Bonanno Pubblicato il 14-12-2021
Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale

Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale

  • Autore: Alessio Mannino
  • Genere: Politica ed economia
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2021

Ora che siamo prossimi a un ennesimo Natale "da salvare" (consumisticamente) e la retorica mediatico-pubblicitaria fa il paio, da tempo, con quella guerrafondaia sulla “lotta” al coronavirus, c’è in giro un saggio che sarebbe utile tenere sul comodino. Come memento del pensiero disancorato dall’unanimismo, intendo. È un saggio di volume e caratura enormi, e parla di noi. Di noi reificati, di noi alienati, di noi ingranaggi di un’umanità succube delle induzioni suadenti del Capitale. Una neo (o post) umanità diventata senza saperlo ostaggio delle lobby. Un’umanità preda dell’entusiasmo fideistico (e prezzolato) di televenditori e dei ventriloqui di stato (avete fatto caso a come i toni dei vaccinologi televisivi, somiglino a quello dei piazzisti di pentole a pressione?).

Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale (La Vela, 2021) racconta dunque di noi lobotomizzati in massa, da che il diktat consumista è diventato ontologia globale, e l’adesione al pensiero unico il solo mezzo per accedere a surrogati di libertà/socialità/visibilità (mi uniformo dunque esisto). Tra teoria e prassi della deriva, questo saggio tratta dei gradi di consapevolezza critica andati in malora, con essi i pochi avanzi ideali, e i diritti inviolabili delle scelte e della dignità personali. A redigere il pamphlet per stazioni di un testo affilatissimo è un giornalista-polemista che potrebbe dirsi filosofo tanto speculativamente ineccepibili risultano conduzione e pianificazione del discorso. Alessio Mannino certo non si risparmia, attraverso un’analisi parcellizzata, poggiata su letteratura (quella più intrinseca all’essere umano, Camus, Sartre, Dostoevskij…) sociologia, filosofia, e altri utili riferimenti.

E l’altra cosa buona e giusta è che Mannino non le manda a dire: dritto per dritto verso un teleologismo di carattere disalienante. Quasi un’enciclopedia sulla fine della specie sapiens-sapiens redatta in parallelo alle stazioni di manipolazione in progress operate dal sistema neoliberista attraverso i suoi gangli oppiacei o - se e quando è il caso - violenti.

“Il nichilismo ha vinto, ma la sua vittoria è peritura. Esso ha avuto genesi nell’accezione dissennata di libertà come sfondamento, dissolvimento e decomposizione. Ma siamo proprio sicuri che libero significhi poter realizzare le mie piccole fantasie, gironzolare dove mi pare, starnazzare la mia opinione più o meno scopiazzata e non molto altro? E se invece la libertà fosse un duro, costante, divorante impegno a rispondere, a reagire, ad assumermi la responsabilità del governo di me stesso e della comunità che mi ospita? Se la democrazia di segno liberale fosse, anziché democrazia, un’oligarchia di parassiti che mi circuiscono gabellandosi da benefattori? E se neanche il sedicente libero mercato fosse veramente libero, per il semplice motivo che non lo è mai stato? E ancora, più in profondità, se la civiltà fondata sull’individuo-monade avesse finito per esautorare l’individuo? Se tutto ciò fosse vero, domando: non sarebbero i sintomi di un miasma che toglie l’ossigeno civile, un umor maligno da cui cominciare seriamente a curarsi?”

L’incipit (pag.15) è folgorante, preludio a un’anamnesi a raggio amplissimo sull’horror vacui contemporaneo, per antinomia tutt’altro che nichilista. Acuto. Lucido. Rivendicante. Progettante. Questo piuttosto.
Disciplina del caos declina insomma il tema del liberticidio planetario, mediante focus (innumerevoli) che ne inquadrano le ricadute su condotte e modus vivendi fintamente individuali, di fatto conformati allo status quo liberista e condivise globalmente.
Pensiamoci bene: alla luce dei costi da pagare in termini di spersonalizzazione, quanto fittizie risultano le nostre libertà... E quanto misera la popolarità post-wartholiana (i 15 minuti di celebrità dell’uomo comune) acquisita sui canali social e YouTube.

Ancora il lucido Alessio Mannino, in un passaggio ulteriore del suo testo (Liberticidio, pag. 17):

“Sono libero, penso agli affari miei, sono l’idiota liberale. Carne da click, numero da PIL, crocetta da voto, nonché water da shopping, pulviscolo digitale, organo sessuale con persona intorno. Evoluisco fluttuante nell’aere globale, modellato a immagine e somiglianza di un congegno ideologico che ha incoronato l’individuo sovrano: il liberalismo trasversale, morale prima che economico. La mia cifra non è il comico, ma il ridicolo”.

Alla, luce di quanto espresso (ma ho giocoforza sorvolato su diverse altre sollecitazioni), l’uscita di un libro di tal risma è da salutare come manna dal cielo: so già che ci tornerò anche dopo avere ultimato questa segnalazione. La prosa argomentativa di Alessio Mannino è peraltro accattivante, accesso a riflessioni fondamentali per quanti aspirino a rintracciare vie d’uscita dal “labirinto” della distopia realizzata in cui ci siamo persi.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Disciplina del caos. Come uscire dal labirinto del pensiero unico liberale

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