Cristina e il suo doppio
- Autore: Herta Muller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
Bastano 64 pagine per scrivere un bel libro?
La risposta è si se a firmarle è Herta Muller, scrittrice rumena nata nella regione del Banato, dove la lingua ufficiale è il tedesco (poiché passata alla Romania soltanto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale).
Ed è proprio questa perfetta padronanza di entrambe le lingue a causare alla Muller non pochi problemi, tanto da indurla ad abbandonare la sua terra natia nel 1987 preferendole Berlino,
città in cui vive tuttora col marito Richard Wagner, anch’egli scrittore.
Ma cosa può spingere una semplice traduttrice di manuali tecnici per trattori ad una fuga senza ritorno? Come spiega senza filtri l’autrice in una premessa iniziale, in quegli anni dire ‘NO’ al regime e rifiutare apertamente di diventare una spia al servizio della dittatura, significava attirarsi
le ire del suo esponente massimo, Nicolae Ceausescu.
Le conseguenze erano impensabili per il ‘traditore’. I servizi segreti, la cosiddetta ‘Securitate’,
era il braccio armato della dittatura che metteva in atto pressioni e ricatti ad esempio introducendosi nella casa del malcapitato di turno senza il minimo segno di effrazione, ma lasciando piccoli indizi di un recente passaggio, come mozziconi di sigaretta o bicchieri semivuoti sul tavolo per dimostrare in maniera quasi arrogante la loro superiorità. Non mancavano inoltre pedinamenti, telefonate anonime nel cuore della notte e nei casi più disperati suicidi poco credibili.
Ma alla Muller è riservato un trattamento se possibile ancor più ignobile e invasivo.
Nel 1983 viene creato dal regime un dossier denominato ‘Cristina’ nel quale vengono inventate
informazioni totalmente false, atte esclusivamente a screditare la sua immagine personale e professionale. Il documento in questione rimane un ‘file aperto’ anche dopo la caduta di Ceausescu
che avviene nel 1987, solo nel 2004 con grandi difficoltà l’autrice riesce per la prima volta a venirne in possesso.
In quell’occasione scopre che esiste un’altra persona, Cristina, un suo doppio appunto, che per sua stessa ammissione, quasi la precede nel percorrere la stessa strada costantemente sotto stretta sorveglianza. Questo non solo a causa della Securitate, segugi sempre in allerta, ma anche grazie
ad una rete di spionaggio ben collaudata, che comprendeva non solo intellettuali famosi che tuttora godono di un vitalizio non indifferente per aver ‘aiutato’ il regime, ma anche amici della coppia che a loro volta subivano minacce indicibili e semplici cittadini.
Un fardello angosciante da sopportare che soltanto un puro talento letterario può riassumere in così poche pagine. La Muller è precisa nei dettagli e nei particolari degli avvenimenti affinché il lettore possa chiaramente comprendere quanto la disinformazione possa essere fatale per un solo individuo e di conseguenza quanto possa invece diventare distruttiva per un intera nazione.
Come si può ben immaginare, questi anni difficili hanno profondamente inciso sulla sua vita e su quella delle persone a lei vicine, tuttavia non ha mai permesso che la sofferenza oscurasse la sua arte anzi, con il tempo e l’esperienza ne ha fatto il suo punto di forza. Nel 2009 le viene conferito il Premio Nobel per la Letteratura per celebrare quanto sia stato importante il suo contributo per tutta quella letteratura che si fa voce degli oppressi e degli ultimi, per raccontare e sostenere ancora una volta e per sempre la Verità.
Cristina e il suo doppio
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