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Recensioni di libri

Crescita selvaggia di Sheng Keyi

Fazi, 2022 - Un’appassionante saga familiare sullo sfondo della Cina di oggi e di ieri. Un romanzo frutto della scrittura di Sheng Keyi, coraggiosa autrice ricca di talento.

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 17-03-2022
Crescita selvaggia

Crescita selvaggia

  • Autore: Sheng Keyi
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2022

Ambientato nell’odierna Cina continentale sullo sfondo delle potenti città di Pechino e Guangzhou, Crescita selvaggia è il nuovo romanzo della scrittrice Sheng Keyi (Fazi, 2022, trad. F. Picerni) in libreria da oggi, 17 marzo. In un arco temporale di cent’anni, simile a quello della famiglia Buendia nel famoso capolavoro di Gabriel García Márquez, ecco il dipanarsi delle vicende di tre generazioni della famiglia Li, a partire dal capostipite, Li Xinhai, per terminare con la sua scomparsa proprio il giorno in cui questi compie un secolo. I Li sono una famiglia normale, ma attraverso la loro storia ci vengono mostrati i lati oscuri della Cina moderna.
Crescita selvaggia inizia con una serie di eventi terribili: morte durante il parto, suicidio e ingiusta reclusione. Al patriarca Li Xinhai, soprattutto in gioventù, tale sorte era stata risparmiata:

“Mio nonno aveva avuto un’infanzia degna di essere definita beata. La sua famiglia possedeva molta terra e persino la governante. Aveva ricevuto un’istruzione privata e non aveva mai conosciuto la fame”.

Poi le cose erano cambiate e, come scrive Li Xiaohan, voce narrante del romanzo, abile e coraggiosa giornalista, nipote di Li Xinhai:

“Per mio padre, al contrario era impossibile aver da mangiare due pasti consecutivi. Si fece qualche anno di scuola poi a dodici anni decise di andare in città dove ne passò di cotte e di crude”.

Da qui in poi ecco uno svolgersi delle più svariate vicende che sono anche storia di vita cinese: ingiuste detenzioni, aborti forzati e sterilizzazioni, violenza domestica, patriarcato e culto degli antenati.
L’intero libro è una cronaca della famiglia Li, da nonno a nipoti, ognuno con una propria personalità per nulla simile a quella degli altri. Pagina dopo pagina si vedono le loro disgrazie ma anche i loro errori e l’impatto che ciò ha sul resto della loro vita e della loro famiglia. La storia è coinvolgente e, sebbene i nomi dei personaggi risultino a noi occidentali un po’ ostici perché così lontani dalla nostra lingua, pian piano si seguono le vicende di tutti i membri della famiglia. Alcuni eventi sono così forti che lasciano il lettore attonito, ma non fanno giudicare i personaggi: in realtà si legge di questo o quel personaggio e spesso si inizia a compatirlo.

Li Xiaohan, protagonista e voce narrante, ci mostra i problemi incontrati dalla gente comune che vive in Cina. Alcuni cercano di spostarsi dal paese alla città, in cerca di soldi, felicità e nuove opportunità, altri rimangono nel villaggio cercando di sopravvivere ma, comunque, sembra che qualunque strada scelgano, la vita non stia migliorando. Dopo ogni tragedia che hanno incontrato, cos’altro può andare storto? Eppure a una triste situazione fa seguito un evento crudele che i personaggi del romanzo affrontano con un coraggio che ha sicuramente molti tratti orientali.

Nonostante le tante disgrazie, cosa rende simile la famiglia Li a tantissime altre?
Di certo, il desiderio di cambiare il proprio destino, di migliorare; l’idea di guadagnare denaro e ottenere un futuro migliore è la principale motivazione per una vita più serena. Ecco allora che i membri della famiglia sono costretti a separarsi, trasferendosi in città, rompendo un forte nucleo e spezzando la delicata struttura del legame familiare.
Attraverso gli occhi e le parole della giornalista Li Xiaohan si racconta come il lento sviluppo sociale della Cina sia in contrasto con i grandi passi avanti a livello economico.

Nell’ultima parte del romanzo gli eventi precipitano, quasi a trovarsi in una vera tragedia greca. In venti o trenta pagine, c’è chi muore, chi viene licenziato dal lavoro di giornalista per aver esposto brutte verità sulla detenzione nella Cina comunista, ci sono aziende che falliscono, malattie e altro ancora. Yicao, una nipote, presumibilmente viene stuprata di gruppo alla sua festa di laurea e si suicida gettandosi da un edificio; Liu Zhima, padre della ragazza, va in crisi dopo aver sentito della morte di sua figlia, aggredisce e uccide uno degli ispettori e di conseguenza viene condannato a morte; Xiao Shui Chin, la nuora, si ammala di cancro e scompare, lasciando marito e figlia completamente soli.

Davanti a circostanze così tragiche, non ci si può rialzare; sfortunate coincidenze o leggi assai severe impediscono ai personaggi di raggiungere un certo senso di normalità o stabilità nelle loro vite.
A questo punto i personaggi sopravvissuti tornano nella casa di campagna in cui sono cresciuti, seduti attorno al fuoco, con un nonno prossimo ai cent’anni.
Le sfortune, le tristezze sono davvero tante e alcuni lettori potrebbero trovare assurdo il livello di sfortuna che affligge la famiglia Li. In realtà le vicende narrate sono come un concentrato di vita sociale e di questioni politiche su cui Sheng Keyi coraggiosamente fa luce con una scrittura che, nonostante le tristezze e le tragedie, è estremamente fluida e coinvolgente.

Crescita selvaggia è uno dei libri da leggere assolutamente in questo 2022: è una storia di disgrazie e di ingiustizia che l’autrice descrive coraggiosamente senza pietismo o sdolcinature. È la storia infelice di gente che accetta il fato ma al tempo stesso lotta per sopravvivere, una storia nata dalla penna di un’autrice altrettanto coraggiosa nel denunciare situazioni socio-politiche ancora avverse in una nazione economicamente molto progredita.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Crescita selvaggia

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