

Oggi 27 Gennaio ricorre la Giornata della memoria, il momento dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto e alla tragedia ebraica durante il secondo conflitto mondiale, che anche noi abbiamo deciso di ricordare rileggendo Con alterna chiave, una poesia di Paul Celan.
La Giornata della memoria fu istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nella consapevolezza che il tempo rende sempre più flebile, soprattutto tra le giovani generazioni, la tragedia dei campi di sterminio, ai quali oggi, disgraziatamente, si inneggia anche, nei ritrovi di molti militanti europei di partiti che la xenofobia e il razzismo li abbracciano scopertamente o li cullano segretamente.
Ottant’anni fa, invece, i soldati dell’Armata Rossa, mentre riconquistavano terreno e muovevano verso la capitale tedesca, liberavano il campo di concentramento di Auschwitz, divenuto uno dei simboli più evocativi di una barbarie che – siamo costretti ad ammettere, quando apprendiamo del carcere di Sednaya, in Siria, o quando i media dettagliano i conflitti che ancora oggi agitano l’Europa e il Mediterraneo – sembra non aver mai abbandonato il fondo più oscuro dell’animo umano.
Paul Celan quell’orrore lo visse sulla propria pelle e ne rimase sconvolto per tutta la sua tormentata esistenza, che decise di interrompere anzitempo, quando gli fu chiaro che la profondità delle sue parole evocative a poco sarebbe servita, nella disperata impresa di dare senso a un evento così devastante.
Nato da genitori ebrei e cresciuto a Czernowitz, città dell’impero austro-ungarico passata poco prima alla Romania, in quella Bucovina occupata prima dai sovietici e poi dai nazisti - e oggi dilaniata dal conflitto tra Ucraina e Russia - Paul Celan aveva appreso dalla madre il tedesco e la passione per poeti come Goethe, Rilke e Rimbaud. Dopo l’invasione tedesca del 1942 e i rocamboleschi tentativi di fuggire ai campi di sterminio, dove perse i suoi cari, aveva riparato prima a Bucarest, poi a Parigi, che scelse come propria patria d’elezione, nonostante la decisione di continuare a scrivere nella lingua materna.
È nella capitale francese che, nel 1955, pubblica per la prima volta Di soglia in soglia (Von Schwelle zu schwelle), una raccolta di quarantasette componimenti che accoglie anche Con alterna chiave.
Per comprendere la nostra poesia è proprio dal concetto di soglia che dobbiamo muovere: la parola che dà il titolo alla silloge, infatti, chiama in causa una condizione di passaggio, un territorio liminare nel quale il poeta si rivolge a un passato ancora vivo, col quale sente ancora la necessità di confrontarsi, pur essendosene irrimediabilmente congedato, e con un presente che, pur nella sua incertezza e nella sua provvisorietà, racchiude la possibilità dell’inedito.
Il concetto di soglia, poi, in Celan porta con sé significati ulteriori, diversi e stratificati, nella tradizione ebraica diviene simbolo dei valori familiari e, quindi, chiama in causa due elementi imprescindibili per comprendere la situazione esistenziale del poeta in quegli anni: il ricordo dei propri cari, della madre soprattutto, da un lato, e l’apertura al nuovo, incarnato da Gisèle de Lestrange, la donna amata alla quale è dedicata la raccolta. Proprio il titolo dice del passaggio da una soglia all’altra e intreccia, quindi, presente e passato, allude a un percorso, a un mutamento che il poeta sperimenta, nel tentativo di mantenere un doppio sguardo, orientato alle due diverse soglie dei mondi ai quali partecipa: quello mortifero dove campeggia la stasi dei sommersi e quello della vita ancora possibile.
Con alterna chiave si inserisce, allora, tra le tappe di un percorso che è umano e poetico allo stesso tempo, dove Paul Celan fa i conti con la Storia, cerca di uscire dal silenzio mortale dei campi di sterminio, nel tentativo di salvare la lingua materna, di ritrovare un focolare che nella sua memoria è presenza indelebile, virando, al contempo, verso una nuova realtà, dove la capitale francese fa da sfondo alle incertezze e alle domande che costellano l’esperienza dell’amore e del matrimonio.
Riscopriamone insieme il testo, l’analisi e il significato.
Mit wechselndem Schlüssel: il testo originale tedesco
Mit wechselndem Schlüssel
schließt du das Haus auf, darin
der Schnee des Verschwiegenen treibt.
Je nach dem Blut, das dir quillt
aus Aug oder Mund oder Ohr,
wechselt dein Schlüssel.Wechselt dein Schlüssel, wechselt das Wort,
das treiben darf mit den Flocken.
Je nach dem Wind, der dich fortstößt,
ballt um das Wort sich der Schnee.
Con alterna chiave: la traduzione italiana della poesia di Paul Celan
Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.Varia la tua chiave, varia la parola
cui è concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s’aggruma attorno alla parola la neve.
Con alterna chiave di Paul Celan: analisi e significato della poesia
Come tanti intellettuali della sua generazione Paul Celan si trova di fronte all’arduo compito di dare senso alla tragedia vissuta, a fare spazio, nel presente, alle ombre del passato e al sapore mortifero che esse recano con sé, nel tentativo di farne un monito che possa costituire la premessa su cui costruire la società futura.
Di fronte alla tragedia dei campi di sterminio, l’atteggiamento degli intellettuali, ma anche dei comuni cittadini, era ambivalente: accanto a chi sceglieva, per quieto vivere, l’oblio e la rimozione, c’era chi si votava, invece, alle pubbliche commemorazioni esercitando una retorica sterile e consolatoria. Paul Celan sceglie, però, di battere la via dell’ermetismo, di pronunciare una parola poetica che non imbelletta il dramma ma che tenta, a poco a poco, di ricondurlo dentro la vita ancora possibile. È questo il senso della prima immagine che Paul Celan ci offre in Con alterna chiave: la luce che filtra dentro una casa probabilmente diroccata o abbandonata (vv. 1-2), dove volteggia “la neve (…) delle cose taciute”, metafora estremamente evocativa con cui il poeta chiama in causa l’Olocausto, che, appunto, spesso si preferisce rimuovere, rinunciando così ad acclararne le cause e le responsabilità di chi è ancora in vita.
Aprire varchi, fare spazio, nel presente, attraverso la parola poetica, a un irredimibile passato, a un dolore (“sangue” v. 4) che il poeta sente ancora lancinante (v. 5) attraverso registri diversi (“varia la tua chiave” vv. 6 e 7), con una lingua che assume su di sé il difficile compito di “non separare il sì dal no”, come afferma un’altra celebre lirica del poeta. Paul Celan, in altri termini, si incarica del compito, arduo, di accogliere nella nuova soglia, nello spazio ancora abitato del presente, ciò che troppo frettolosamente è stato rimosso, modulando, di volta in volta, il lessico, il ritmo, il tono (“varia la parola cui è concesso di volteggiare coi fiocchi” vv. 7-8) di una poesia che ha scelto di volgere il suo sguardo all’indicibile.
Il poeta stesso, sommessamente, riconosce la difficoltà dell’impresa, il suo impegno rischia di farsi intermittente quando dalla vita spira una brezza che sospinge verso altri lidi e altri traguardi (“A seconda del vento che via ti spinge” v. 9) e anche la sua poesia, ora, in un presente che guarda al futuro, fatica a riflettere sulla tragedia che invoca di essere ricordata (“s’aggruma attorno alla parola la neve” v. 10), a dialogare con le ombre che i morti ancora distendono sui salvati.
Analisi metrica e stilistica della poesia
Con alterna chiave di Paul Celan consta di due strofe di 6 e 4 versi liberi, chiaramente distinte sul piano sintattico: mentre nella prima troviamo una sorta di dichiarazione di poetica, lo sforzo che il poeta vuole realizzare con la sua poesia, nella seconda delinea la propria condizione ed esprime più chiaramente i propri sentimenti e dubbi.
Nonostante l’assenza di rime, le ripetizioni (Schlüssel, Schnee, wechselt, Wort) e le allitterazioni donano al componimento una evidente musicalità.
Il linguaggio, poi, risulta particolarmente evocativo: le tante immagini visive, spesso poste anche in contrasto (stridente, ad esempio, quello tra il sangue e la neve), celano altrettante metafore: la chiave allude, infatti, alla parola poetica, la neve all’esperienza dell’Olocausto.
Tra le altre figure retoriche presenti nel testo spicca l’anafora ("Wechselt dein Schlüssel" vv. 6 e 7) che congiunge le due strofe, enfatizza una condizione di instabilità e sottolinea la difficoltà che Celan constata quando, col linguaggio poetico, tenta di dischiudere nel presente uno spazio per il ricordo del passato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Con alterna chiave” di Paul Celan: analisi e significato della poesia
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Grazie a Paul Celan e a chi ci riconduce al suo dire scarnificato nella logorroica del tempo presente.