

Come una pecora su uno scoglio
- Autore: Alessio Tanzi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Non capita spesso, davanti a un romanzo, di compiacersi quasi ogni pagina d’averlo scelto, tante sono le qualità del narratore e della narrazione (originalissima, giallisticamente sincopata, sintatticamente impeccabile). Avvocato Tanzi, ne hai già fatte tante, ma stavolta l’hai fatta grossa! Alessio Tanzi è l’autore di un un thriller, Come una pecora su uno scoglio, pubblicato l’anno scorso da SBS Edizioni (Roma, ottobre 2024, collana Raccontando, 232 pagine).
Nato nel 1973 e legale, svolge a Roma, attento da sempre ai temi sociali e appassionato di lettura e scrittura, pubblica articoli giuridici su riviste di settore e ha scritto novelle e storie per Associazioni di volontariato, recupero minorile e tutela dei diritti dei bambini. Il primo romanzo risale al 2021, ispirato dalla storia del mostro di Nerola. Il secondo, uscito l’anno dopo, è ambientato alla fine della Seconda Guerra mondiale. Nei primi del 2024, si è legato a SBS e ha proposto Queste notti, storia di una detenuta in un carcere di massima sicurezza che riflette sugli sforzi fatti per assicurarsi un futuro e salvare suo figlio.
Davvero curioso il titolo del nuovo lavoro. Merita una spiegazione, fornita da Tanzi stesso, nel presentare il protagonista, che nel libro si racconta e racconta in prima persona singolare, rampollo ed erede del prestigioso studio Trimani-Zotti, che da mezzo secolo difende ogni sorta di delinquente, ladro, assassino, stupratore, corruttore e corrotto. Fermo Trimani si considera fin da bambino una pecora sopra uno scoglio. Sopravvive brucando i pochi fili d’erba spontanei tra le rocce della Cornovaglia, lambite dal freddo mare del Nord. Questo il sé stesso che conosce da sempre: non è costretto nel posto sbagliato, è quello in cui ha scelto di andare, pur non sapendo come sia riuscito ad arrivarci. Questo, a causa di un disturbo della memoria, scoperto a sette anni e diagnosticato dai medici troppo ottimisticamente come temporaneo. Un deficit che cancella dalla mente una serie di avvenimenti, scartati d’istinto perché ritenuti poco importanti, per farli ricomparire all’improvviso, sollecitati da determinate immagini. Quindi, se compie o accade qualcosa che al momento non provocava una reazione emotiva, tutto va perduto finché un’immagine non lo riporta alla memoria. Col tempo, ha imparato a conviverci, anzi a infischiarsene, ad essere un uomo “senza biografia”. Non gli ha impedito, crescendo, di consumare cocaina, eccedere con l’alcol, coltivare la passione per le auto sportive e la guida veloce. E per Eva.
L’ha conosciuta il primo giorno della quinta elementare, se n’è innamorato tra il suono della campanella e l’entrata in classe della maestra. Ricorda d’avere pianto e fatto a pugni per lei, di averla corteggiata, detestata, odiata, riamata, pregata, difesa, osannata, posseduta, lasciata, ripresa, tradita e cornificata (ricambiato a sua volta). C’è andato a convivere, ma non l’ha fermata, neanche salutata, quand’è andata via.
Col presupposto della mente ballerina, le occasioni di flash mnemonici sono un valore aggiunto ad una narrazione già ricca nell’intreccio poliziesco di base. È un bel rebus, per i lettori, decodificare i salti mentali di Fermo. Aggiungiamo che ha lasciato la professione e sposato tanti vizi. Ci sarebbe molto da dire sul romanzo, che offre spunti ogni istante, ma sarebbero troppi. Di conseguenza, scartandoli, questa recensione più che per moltiplicazione dei temi, come di norma, si svilupperà per sottrazione (tralasciando necessariamente la maggior parte).
Quello che non si può fare è trascurare il prologo, che propone un’autentica mattanza sincopata (come premesso): le vittime vengono eliminate rapidamente ma individualmente, una dopo l’altra. Se non provoca un particolare raccapriccio nei lettori di stomaco forte, potrà disturbare indubbiamente gli animi sensibili, ma si sa, per tanti il macabro più è repellente, più attira. Con un tocco di tastiera magistrale, l’autore anticipa il genocidio della famiglia Spalla, a mezzanotte del 25 dicembre 2022. Alle 00.07, tutto è già concluso nell’appartamento al secondo piano di via Sierra Nevada 22, a Roma. Il capofamiglia, Attilio, è il primo ad essere colpito, al centro della fronte, mentre stappa la bottiglia di spumante. L’effetto della pallottola sul cranio è descritto in modo forte, per quanto non splatter. Dopo, l’arma viene appoggiata al petto di Mario, imbrattato del sangue e della materia celebrale del fratello. Caterina, la convivente di Mario, afferra la figlia Aurora e la trascina sotto il tavolo da pranzo, ma un’altra pallottola raggiunge la madre alla nuca, la successiva penetra nel cavo orale della giovane. La padrona di casa, Gabriella, e il secondogenito quindicenne Matteo hanno il tempo di provare a imboccare il lungo corridoio. A metà, c’è il bagno di servizio, ma lo trovano chiuso, resta quella che una volta era la stanza della servitù. La madre è freddata nell’atto di entrarvi. All’adolescente, caduto carponi, la canna della pistola viene spinta contro il dorso della mano, compressa a coprire l’orecchio e la tempia sinistra. Due altre esplosioni. Sei persone. Sette proiettili.
La mattina di Natale, il pubblico ministero Nebula comunica ad uno spaesato Fermo Trimani che lo raggiungerà a a casa, via Nevada 22. Gli chiede se nel corso della notte abbia sentito rumori particolari. Nell’appartamento del vicino, un alto ufficiale, medico militare, è stata consumata una strage. Unico sopravvissuto il figlio maggiore, Simone, ritrovato nel giardino condominiale, in stato di shock e sporco di sangue. Sono stati ammazzati con una Beretta 7,65mm. Fermo ne possiede una. Le altre scoperte, le lasciamo ai lettori; noi ci limitiamo alle felicitazioni all’autore.

Come una pecora su uno scoglio
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