Colloqui con il professor Y - Louis
- Autore: Louis-Ferdinand Céline
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
Céline non scrive per sorprendere, ma per disilludere, eppure la “resa emotiva” che cerca nel suo infinito lavorio di trasposizione della lingua parlata in quella scritta dovrebbe suscitare ben altro. Ed infatti è così. Céline è autore lirico che “se ne fotte di tutta la massa, oltre che dell’élite!... l’élite non ha il tempo per esser lirica, quella viaggia in macchina, si abboffa, mette su culo, peta, rutta… e riparte!... e capisce solo la patacca…”.
Insomma se cercate emozioni fasulle, di facciata, siete nel posto sbagliato. Céline vi sbatte in faccia la realtà per quella che è, nuda e cruda, e vi conduce dentro di essa con uno stile unico che farà scuola per tanti scrittori successivi.
Volete conoscere meglio lo spirito indomito ed irriverente del celebre autore de “Viaggio al termine della notte”? Accomodatevi. Nell’ipotetica intervista che concede al professor Y non le manda a dire e spara a zero sull’arte fotocopia e sugli artisti plagiari, incapaci o senza nessuna voglia di captare l’anima dell’emozione, la sola autentica fonte della creatività. E se l’emozione, come sostiene lui, viene dal midollo dell’essere, viene naturale pensare che il vero artista è quello che vive appieno il suo tempo, il tempo in cui vive, non fuggendone i suoi limiti, le sue lordure, ma cercando le sue vie di salvezza a partire da queste. Forse perché da buon medico sa che non si guarisce del tutto se non si è disposti a riconoscer i propri mali. Scrivendoci-parlandoci come fosse qui, proprio adesso, in mezzo a noi, attacca “il fasullo” che trionfa dappertutto.
“La pubblicità bracca, branca, perseguita tutto quello che non è falso!... – sembra gridarci contro per ridestarci - il giusto dell’’autentico s’è perduto!”, e sostiene con lucidità profetica che “la verità essenziale sul mondo d’oggi” è che quest’ultimo “è paranoico”. Disagio e conseguente recriminazione di questo stato di cose diventano una risposta ideologica, messa nero su bianco nelle sue opere, come ci invita a leggerle Gianni Celati nella sua postafozione al libro, edito da Einaudi, che ci aiuta a scorgere la “grande tensione al gioco aggressivo” che sta “nell’antagonismo di fondo tra paranoia manifesta e consacrata del mondo istituzionale e schizofrenico complesso di persecuzione dell’individuo come unica risposta sensata – cioè insensata, cioè anarchica”.
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