

Chentannos
- Autore: Laura Mele
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Chentannos di Laura Mele, con l’introduzione di Dan Buettner, edito da La Zattera 2024, è un volume di 590 pagine, imponente e prezioso.
Ricco di foto e storie di vita dei protagonisti che si raccontano. Narrazioni che talvolta diventano versi, recitati a memoria da uomini o donne di quest’opera, in un’età compresa tra i novantacinque e i centosei anni. Unica eccezione una donna di soli novant’anni: l’abitante più anziana di Girasole.
Per definizione dell’autrice il libro è:
Un progetto fotografico e di interviste sul tema della longevità sarda, i cui protagonisti sono gli anziani over novantacinque di ogni Comune della provincia di Nuoro (settantaquattro Comuni).
Chentannos è un libro prezioso perché contiene le testimonianze (centoventuno) raccolte nell’arco di cinque anni - dal 2017 al 2022 - grazie alla perseveranza della giovane autrice, che costituiscono un patrimonio di informazioni e dati, non solo personali, ma di un’intera società, in una lunga epoca storica di un’area geografica ben definita.
Le storie raccontate dai protagonisti sono distinte in base ai Comuni di appartenenza, per nascita o residenza. Gli argomenti principali sono divisi per paragrafi; i titoli più ricorrenti sono: il cibo, il lavoro, il periodo della guerra, le feste, i giochi, i consigli per i giovani e il segreto per aver vissuto così a lungo.
Nessuno di loro sostiene di avere una risposta unica e certa sui motivi della sua longevità; forse un insieme di fattori; oppure, come dice Pierino Eligio Monni di Arzana:
Non so quale sia il segreto, lo sa Dio questo.
Poi, però ci ripensa:
...fare l’orto. È questo che mi tiene in forma.
Così dice anche tzia Sarbadorica di Austis:
"Credo che il segreto della mia longevità solo il Signore lo sa"
La maggior parte di loro sono convinti che il loro destino sia nelle mani di Dio. Alcuni, invece, come Michele Marotto di Belvì, crede che il suo segreto per arrivare a cento anni sia stato il lavoro.
Lo stile di queste narrazioni è quello semplice, spontaneo, talvolta elementare che i grandi vecchi di questo libro riferiscono all’ autrice che - a giudicare dal risultato - e` stata capace di stimolarli in modo efficace.
Le interviste - nella presentazione del testo - non assumono la forma classica delle domande con relative risposte.
I soggetti a cui Laura Mele si rivolge danno la sensazione di poter parlare liberamente, definendo un ritratto autentico di sé stessi, accanto a quello fotografico che compare di lato, a pagina intera.
Scorrendo le righe di queste storie si ha l’impressione di trovarsi al loro cospetto, di ascoltare le parole direttamente dalla loro voce e di essere scrutati da quegli occhi ancora vivaci e curiosi.
Un’impostazione dell’opera che favorisce il coinvolgimento e una maggiore empatia da parte del lettore.
Per un’esigenza di sintesi o di un chiarimento ulteriore, l’autrice si limita a qualche premessa o ad altre brevi considerazioni saltuarie per ogni storia descritta.
La revisione editoriale dei testi si percepisce come una mano leggera che sfiora la forma senza intaccare i contenuti, traducendo dal sardo all’italiano e con qualche inevitabile limatura o taglio.
I protagonisti, nella maggior parte dei casi, hanno frequentato la scuola fino alla terza o quarta elementare; solo una minoranza è arrivata alla classe quinta.
Uno soltanto ha conseguito due lauree ed è divenuto insegnante e ingegnere: Sebastiano Maccioni di Nuoro. Quasi tutti, però, presto o tardi, hanno imparato a leggere e a scrivere: capacità che hanno saputo sfruttare al meglio, coltivando la passione per la lettura di quotidiani e libri.
Qualcuno è diventato un poeta, producendo raccolte di versi scritti che sono diventate libri. Gaspare Mele di Orotelli, all’età di novantatré anni, ha pubblicato Tempos de gherra tempos de paghe.
Uno dei racconti più toccanti è quello di Pierino Puddu, nato a Mamoiada e vissuto a Fonni, apprezzato e premiato per la sua voce nel Canto a Tenore.
Rimase cieco all’età di ventisette anni, per l’esplosione in una miniera, in Svizzera, di una mina. Di sua moglie dice che è stata la luce dei suoi occhi.
Chentannos è una mole di carta che pesa un chilo e quattrocento grammi. Diventa subito leggero nella lettura, come uno scialle di seta nero delle donne sarde, per la piacevolezza dei racconti, colorati da parole e immagini.
Un libro che incanta sin dalla foto in bianco e nero impressa sulla copertina, che ritrae Anna Rosa Soddu di Fonni. L’autrice spiega di aver avuto da lei l’ ispirazione da cui è nato il progetto “Chentannos”, quando andò per la foto.
Scrive Laura Mele:
Spesso difficile entrare in sintonia con l’intimità di ciascuno degli anziani che intervisto e spesso l’emotività è davvero alle stelle...
Eppure, nonostante l’impresa sia stata ardua, Laura Mele è riuscita, con impegno e dedizione, a conquistare la fiducia e la stima dei protagonisti, stimolandoli a raccontare, ad aprirsi, rivelando fatti, riflessioni e aneddoti vari.
Storie tristi e divertenti che hanno impreziosito Chentannos come un raro gioiello antico, tempestato di perle bianche e grigie. Nelle foto dei loro volti le gemme, talvolta velate, dei loro occhi.
Un libro che indica quali siano i fattori principali che possono favorire la longevità.
E svela - attraverso una citazione riportata dall’autrice - che il vero eroe:
È colui che si adatta, trovando le strategie per la sopravvivenza.
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Un libro perfetto per...
A chiunque sia curioso di saperne di più sul tema della longevità
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chentannos
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