

Case rosse
- Autore: Alberto Coco
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Alberto Coco è nato a Milano. Si è dedicato alla sua passione di sempre, la letteratura. Ha pubblicato nel 2021 il suo primo romanzo, Maria che danza sulle antenne di un calabrone (Porto Seguro), nel 2022 il suo primo racconto, Tradimento e margherite, nella raccolta Li incontri dove la gente viaggia per conto di Diadema Edizioni. Nel 2023 riapproda in libreria con un nuovo, suggestivo libro, intitolato Case Rosse, pubblicato dalla casa editrice Luoghi interiori.
Un libro di grande potenza narrativa, che non può che affascinare il lettore disincantato.
Cosa sono le “case rosse”? Le case rosse sono un complesso edilizio situato nella città di Vimodrone.
Un grande palazzo con grandi finestre bianche. (…) Le Case Rosse hanno sette piani e sono senza ballatoio e pozzo. Sono quattro per l’esattezza, unite da un lungo giardino da un lato e da una strada asfaltata dall’altro. E’ sorretto da colonne alte, bianche e grosse, e tra quelle colonne ci sono i portici, un posto fantastico al coperto che contiene altri spazi circondati da muri e muretti, rossi anch’essi, con panchine bianche e un pavimento di piastrelle grigie e lisce.
Il piccolo Berto ci va ad abitare quando da viale Monza, con la famiglia, si trasferisce a Vimodrone, lasciando una casa di cui conosceva tutto e tutti:
Sto per cambiare casa, ma la casa di viale Monza è il mio mondo. E non lo conosco ancora tutto: non ho avuto il coraggio di esplorare il solaio, il quinto piano … e poi non vedrò più Dante, i fiori di pietra del pozzo, la piazza del Gelindo, il latte condensato della signora Forte… quanti “non” dietro ad un addio.
E poi dovrà lasciare le “mitiche cornacchie”!
Le cornacchie non sono delle vere cornacchie. Così papà chiama le signore dalle teste bianche che si sporgono sempre ai davanzali. A lui piace chiamare le cose coi nomi di altre che “rendono meglio l’idea”, come pozzo per il cortile o piazza per la testa spelacchiata del Gelindo che, dall’alto, pare piazza Loreto. Papà è il mago delle parole.
Siamo negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso e il piccolo Berto deve affrontare, con coraggio, il trasferimento ad un’altra realtà, diversa, ma piena di sorprese. A case rosse infatti avvengono strane trasformazioni e strani miracoli. Infatti quando arrivano in garage Berto è testimone di un avvenimento speciale:
La macchina si ferma di fronte a un cancello, un cancello moderno, dice papà. Apre il finestrino, si sporge e grida: “Apriti , sesamo!” e il cancello si apre. Io sgrano gli occhi e anche mia sorella: il mago delle parole è diventato il mago dei cancelli. Papà è proprio simpatico quando vuole, peccato che lo voglia solo raramente.
Ma chi abita a Case rosse?
Osservo i nuovi proprietari arrivare e prendere il loro posto, due per ogni pianerottolo, quattordici per ogni scala che per tre fa quarantadue, quasi come i gatti dello Zecchino d’Oro. Vedo le piazze dei signori, le saint-honorè delle signore, le treccine infiocchettate delle bambine e i pappagoni dei maschietti.
Insomma un mondo nuovo agli occhi di Berto, si sta aprendo. E lui guarda a tutto con un misto di incredulità e di sorpresa che commuovono:
Anche questa giornata promette di essere straordinaria, forse più straordinaria di quella precedente.
E così il lettore guarda al mondo con gli occhi di un bambino che sta crescendo, che guarda ad un mondo nuovo.
È il mondo del boom economico, dove si guardava a ricostruire e tutto è bello e saggio al contempo. Ci si impegnava a costruire un mondo più tecnologico, più utile all’umanità, dove si contraevano debiti per acquistare beni di grande consumo, come la lavatrice, la televisione. Si respirava un’aria leggera , di profondo cambiamento, che l’autore descrive con precisione e disincanto voluto. Berto si trova ad affrontare tutte le difficoltà insite nel cammino di vita: lo stupore di un nuovo amore, la sofferenza intrinseca, le nuove amicizie, i nuovi giochi fatti in cortile.
Case rosse è proprio questo: un palazzo che diventa metafora di vita, il racconto di un bambino che diventa uomo, trascinando con sé spensieratezza e gioventù. Il romanzo è anche in se stesso paradigma di un tempo in continua evoluzione, che non esiste più nell’odierno, ma che ha poggiato solide basi per l’attualità. Ecco allora parlare di boom economico, di lotta di classe, di femminismo, di tumulti sociali. È attraverso gli occhi di un bambino che si attua la storia d’Italia, narrata con puntigliosità e bellezza narrativa.
Il libro è particolarmente consigliato a chi vuole saperne di più di un “mondo altro”, che ci ha preceduto, con i suoi intrinseci difetti e beltà. È il racconto di un piccolo microcosmo, che diventa macro quando lo si analizza guardando all’Italia intera, a ciò che è stato fatto allora, e ciò che è ora.
Una lettura intrigante, a tratti ironica e disincantata, che si nutre della meraviglia di un bambino che sta scoprendo il mondo a cui appartiene. Il linguaggio è fluido e preciso, completamente immerso in un mondo altro, tutto in un divenire vorticoso.
La trama è ricca di personaggi, descritti con minuzia di particolari, con stile e precisione. Una bella lettura con uno sguardo rivolto al passato, per comprendere meglio l’odierno. E forse rimpiangere un po’ ciò che è stato.
Soprattutto per la generazione, che è la mia, che ha vissuto negli anni Sessanta e Settanta, con affetto e una giusta dose di nostalgia che non guasta mai.

Case rosse
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama i mitici anni Sessanta e Settanta.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Case rosse
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