Cara Jo
- Autore: Rosa Gargiulo
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2007
"Credo che sia stato il mio incontro con Oriana a farmi desiderare di diventare una scrittrice. Alla fine non lo sono diventata, ma continuo a scrivere per me, per svuotare il mio cuore, l’anima, il cervello delle storie che mi nascono dentro, all’improvviso, e che sento il bisogno di raccontare"
Così descrive il proprio modo di scrivere Rosa Gargiulo, che non si sente addosso il mestiere della romanziera, ma che alla fine mette sulle pagine di un libro rivolto al pubblico un’essenziale parte di sé: quella che reca i messaggi più importanti e che riassumono velocemente quanto ha appreso nella vita. E sembra aver appreso davvero tanto, nonostante lo abbia espresso in un libretto di poche pagine. Poche righe in ogni capitolo per dare un’impronta forte, di quello che davvero segna la vita di una persona per sempre.
Qualche volta il segno è lasciato da qualcosa di apparentemente banale: chi può immaginare che una copia di Pinocchio regalata ad una bambina di sei anni possa rappresentare tanto? Eppure Rosa si è accorta che per molti di noi le fiabe lette da piccoli rappresentano un copione che poi inseguiamo inconsciamente per tutta la vita. E facciamo bene. Capita più o meno a tutti, ma riuscire a capirlo e a farne una risorsa non è cosa da poco, perché capire che il bambino che siamo stati racchiudeva in sé l’adulto che eravamo programmati a diventare, significa sapere qual è la nostra reale direzione, significa scoprire chi davvero siamo. Se un bambino ama una fiaba, significa che gli è congeniale, che potrà essere la sua "bibbia", se usata bene. Rosa lo ha capito e questo l’ha portata a scoprire che solo dentro di noi possiamo trovare la chiave per la nostra vita, una chiave che nessuna religione che si sostituisca al nostro spirito potrà mai fornire. Ed è nella vita vissuta che comincia il cielo.
Belle parole? Non solo, anche se i primi capitoli di questo libro possono farlo pensare. Arriva qualcosa che pesa molto di più delle belle parole: la malattia. Rosa racconta in poche intensissime pagine come il linfoma non Hodking abbia rappresentato per lei la prova: basta parlare, adesso si lotta, si ama la vita e si vince un male che può diventare così una di quelle nuove stelle che brillano per mostrarci la luce.
"Nel mio cuore, nel tuo Jo, in quello di Oriana, di Isabel e delle altre che non conosco ancora, c’è un groviglio inestricabile di sentimenti che solo le donne possono raccontare"
Questa è in sostanza la conclusione del suo libro: Rosa non è una scrittrice come siamo abituati a leggere, vuole solo mettersi in contatto con altre donne, che siano personaggi di storie (come Jo di Luisa May Alcott), che siano scrittrici (come Oriana Fallaci e Isabel Allende) o che siano semplici lettrici come me. Vuole raccontare a tutti quello che per lei significa vivere, condividere speranze e paure di chi come lei (e come me che sono una sua collega!) sperimenta ogni giorno l’impotenza di fronte ai bambini della sua scuola, sofferenti dei problemi dei grandi.
Alla fine credo che voglia semplicemente gridare a tutti che la vita è lì per essere colta con le nostre personali risorse. E’ un messaggio importante, ma che non ha bisogno di molte parole o forme: basta un libretto di lettere scritte in maniera semplice e confidenziale, rivolte ad un’amica alla volta, sconosciuta o intima, reale o immaginaria che sia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cara Jo
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