Banda cittadina
- Autore: Gianluca Mercadante
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. (Cesare Pavese)
Filippo, il protagonista della storia, racconta in prima persona un momento particolare della sua vita nel quale, attraverso un ricordo adolescenziale, rivedrà le proprie scelte, i fallimenti, le delusioni e attraversandolo riuscirà a ritrovare la sua risalita. In libreria da fine ottobre, la storia è raccontata nel romanzo Banda cittadina, il nuovo lavoro di Gianluca Mercadante, nato a Vercelli, amante della scrittura e della lettura e autore di numerose pubblicazioni.
Filippo appartiene alla generazione della metà degli anni Settanta, cresciuto nell’abbondanza e in due boom economici. Nel raccontarsi, senza censura e omissioni, sostiene di essere nato male, in un periodo storico a favore del consumismo selvatico. Si era sempre sentivo distinto, differente anche dai suoi compagni di scuola: a undici anni amava leggere mentre i suoi amici possedevano il walkman.
Il senso di fuga che determinate letture sanno infondere non è minimamente paragonabile allo starsene con la testa incastrata fra due cuffie ululanti.
Il vero social di quel tempo era la radio CB, chiamata baracchino dai radioamatori, che andava di moda negli anni Ottanta e Novanta. Un mezzo di comunicazione da utilizzare con la voce del quale Filippo rimarrà sedotto. Il fidanzato della zia era un radioamatore e il suo nome era Van Gogh: mascella quadrata, fisico possente e Ray-Ban sul naso. E fu così che da quel pomeriggio d’estate Alan 68 divenne la sua sigla.
Il baracchino al tempo crebbe con il mito del camionista, gli ultimi dei Mohicani, cabine su grandi bestioni della strada con all’interno calendari sexy e souvenir. Fino a quando il CB non è morto con l’avvento di internet. Ad appena undici anni la Caccia all’antenna, un evento per radioamatori nella sua città, gli era valso l’appellativo di “bambino prodigio della frequenza”. Il CB, dal nome inglese Citizen’ Band, Banda Cittadina, era un mondo a parte e pieno di fascino.
Filippo rimane “sintonizzato sul suo passato ” e racconterà di sé, della separazione da Carola, di suo figlio Nicola che non vede da anni e del perché tutto era accaduto. Si era perdutamente innamorato di Loredana, camionista di professione e bassista in una cover band, e per quell’ amore era pronto a fare qualsiasi salto nel vuoto, compreso mollare suo figlio.
Come sempre succede, le storie poi finiscono lasciando grandi dolori. In quel momento stava vivendo una relazione mal vista con Elena, una prostituta a domicilio, una donna accogliente con piccole dosi di saggezza. E poi c’è sempre stato il suo impegno nel lavoro fin da quando era adolescente. Non aveva voluto proseguire gli studi universitari, non era adatto a godersi i comfort del parcheggio comodo; aveva imparato un mestiere sempre con un libro in mano anche nelle pause in officina, ricordando ciò che la madre non mancava mai di rinfacciargli: “a casa nostra la scuola dell’obbligo finisce con l’università”. L’amore per le letture lo aveva ereditato da lei e le orecchie a sventola dal padre.
Nonostante internet, cellulari e social media, il suo progetto da sognatore incallito di creare un nuovo evento della Caccia all’antenna per le vie della sua città non tarderà. E tra antenne mobili, cavi, attacchi, microfoni e quell’odore misto di rame e plastica che potrebbe essere il tempo, si incontreranno vecchi amici amanti del baracchino: Loredana, Tornado, Numero 31, Monte Bianco, Zebra 2. Il CB World “ de noialtri” prendeva il via in maniera ufficiale: una gara del passato che tornava a esistere, tra le vie del centro storico, con gli equipaggi convenuti, telecamere, fotografi e Filippo con accanto suo figlio Nicola. Un giorno da non dimenticare.
L’amore è un temporale che ti sorprende senza ombrello, sei a mezze maniche e pantaloncini corti, e sotto la pioggia battente ti chiedi come sia possibile che un attimo fa ci fosse il sole e ora il problema è cercare un angolo asciutto, un tetto sotto il quale ripararsi dalla furia della tempesta, restando con i piedi incollati al terreno nel timore che le raffiche di vento e acqua ti trascinino nello stesso turbine che sradica e porta via la casa di Dorothy, verso una meta che non è il regno di Oz.
Filippo, nel risvegliare il ricordo del mito della sua giovinezza, con uno sguardo d’amore in seguito al buio e dopo aver esplorato il suo passato, riuscirà a rinarrare la sua storia, a riviverla e a vedere il futuro davanti a sé.
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