Anche se statisticamente potrebbe rivelarsi un evento raro, non è da escludere che si possa scambiare una relazione sadomaso degenerata in un caso di mobbing.
Il sadomaso: terminologie e studi
Nell’ambito della comunità sadomaso esistono dei ruoli specifici: il master e la mistress, la slave o lo slave, lo switch o la switch.
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I termini sadico e masochista compaiono per la prima volta in Psychopathia sexualis di Krafft Ebing, nel 1885. Per K. Ebing non esiste una linea di demarcazione netta tra sadomasochismo e normalità, dato che anche tra i cosiddetti amanti normali esistono dei “giochi pesanti”.
H. Ellis coniò il termine algolagnia, che indica che il sadismo e il masochismo sono attività e stati emotivi complementari nell’ambito di una relazione affettiva tra adulti consenzienti. L’antropologo P. Gebhard invece evidenzia il simbolismo come aspetto caratterizzante del sadomaso. Karl Kraus scriveva che le perversioni sono metafore dell’amore.
Freud invece considera il masochismo sia come perversione sessuale che come fenomeno regressivo, incentrato su un bisogno inconscio di punizione. Sempre Freud nel 1924 distingue tra masochismo erotico (provare piacere tramite il dolore), femminile (provare piacere essendo passivi/e) e morale (compiacimento della sofferenza interiore).
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La sociologa americana L.S.Chancer, nel 1992, evidenzia alcuni aspetti in comune tra la vita lavorativa e il sadomaso: in particolare pone l’accento sul datore di lavoro che cerca spesso il controllo autoritario dei dipendenti, i quali accettano la sottomissione e sottostanno a dei rituali di sottomissione.
Anche A. Casilli, nel 1997 in La fabbrica libertina, considera il sadomasochismo da ufficio. La relazione sadomaso si esplica però tra persone consenzienti.
Il mobbing e le sue caratteristiche
Nel mobbing non esiste il consenso della vittima. Sia il mobbing che il sadomaso sono - per dirla alla Foucault - due esercizi di micropoteri (tranne che nel mobbing strategico verticale collettivo da parte di grandi aziende), ma il mobbing è sempre abuso di potere.
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Per quanto riguarda il mobbing sessuale, dobbiamo invece considerare la concezione di Freud, esposta nei Tre saggi sulla teoria della sessualità, secondo cui il sadismo corrisponde alla componente aggressiva dall’istinto sessuale, ormai diventata indipendente dalla stessa sessualità, fino a prenderne il sopravvento. Nel 1973 Maslow ha teorizzato la relazione tra comportamento sessuale, dominanza e status socioeconomico.
Nel mobbing sessuale il rifiuto sessuale della donna, ad esempio di grado gerarchico inferiore rispetto al molestatore, viene considerato da questo un atto di insubordinazione. L’unico obiettivo per ripristinare il dominio nei confronti della sottoposta diventa quindi un comportamento sadico. Ma ci può essere anche un narcisista perverso che diventa sadico, in quanto un rifiuto genera appunto una ferita narcisistica.
Pericolosità del mobbing
Il mobbing comunque può uccidere molto più spesso del sadomaso. Nei casi di quello che H. Ege chiama mobbing estremo, il malessere sul lavoro può causare infarti oppure certi dipendenti che lavorano per aziende gestite dalla criminalità organizzata possono essere eliminati fisicamente perché scomodi e onesti. Rarissimi sono i casi mortali di anossia nella comunità sadomaso. Il sadomaso non è a ogni modo una malattia, mentre il mobbing è una malattia professionale. Per quanto riguarda il mobbing esiste infatti una psicodiagnostica.
La maggioranza dei casi di mobbing vengono diagnosticati
- disturbo da stress post-traumatico (Leymann, Field, Ellis, Einarsen, Davenport, Elliot, Schwartz, Naime, Wilson, Pardini),
- disturbo d’ansia generalizzata (Leymann e Gustafsson),
- disturbo da stress prolungato (Field),
- sindrome da affaticamento cronico (Ellis),
- burnout (Leymann e Gustafsson),
- disturbo dell’adattamento (Pardini, Giglioli).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sadomaso e mobbing: analogie e differenze attraverso fonti filosofiche e letterarie
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