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Storia della letteratura

Adelchi: trama e analisi della tragedia di Manzoni

Scopriamo insieme riassunto e analisi della tragedia di Alessandro Manzoni ambientata durante il crollo del regno longobardo.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 20-06-2020

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Adelchi: trama e analisi della tragedia di Manzoni

La tragedia di Alessandro Manzoni Adelchi, pubblicata nel 1822, racconta le vicende di Adelchi, figlio dell’ultimo re dei Longobardi, Desiderio, nel periodo che va dal 772 al 773, anno del crollo del regno longobardo a causa di Carlo Magno.
Come I promessi sposi, nel mettere in scena le vicende di secoli lontani Adelchi ha in realtà un messaggio riferito anche agli italiani contemporanei a Manzoni.
Di quale messaggio si tratta? Scopriamolo insieme: ecco riassunto e commento della tragedia.

Riassunto della tragedia

La tragedia si apre con il ripudio di Ermengarda, figlia di re Desiderio e sorella di Adelchi, da parte di Carlo Magno. Per vendicarsi dell’affronto subito, Desiderio vorrebbe far incoronare dal papa i nipoti di Carlo Magno, da lui rifugiatisi alla morte del padre Carlomanno. Mentre Adelchi insiste per la pace, inizia la guerra tra i due regni.
L’avanzata di Carlo Magno verso Pavia, sede del regno longobardo, è agevolata dal tradimento di alcuni duchi longobardi, che consentono al sovrano non solo di marciare verso la capitale, ma anche ci conquistarla e imprigionare Desiderio.
Intanto Ermengarda, rifugiatasi presso il monastero di San Salvatore a Brescia, venuta a conoscenza delle nuove nozze di Carlo Magno, muore in preda al delirio.
A questo punto Adelchi, che inutilmente si era opposto alla guerra, deciderà di combatterla. Ferito a morte, viene condotto in fin di vita davanti a Carlo Magno e al padre prigioniero e invoca clemenza per il padre, consolandolo di aver perso il trono.

Commento

La riflessione sul potere di Adelchi è interessante e in parte innovativa. Il giovane principe non insiste solo sul fatto che non avere potere significa non dover più “far torto o patirlo”, ma considera ciclicamente la storia: come i Franchi hanno ora sconfitto i Longobardi, così i Longobardi si erano dovuti imporre su altre popolazioni.

La storia di Adelchi è sempre inquadrata attraverso il dramma interiore dei personaggi. La sorte di Ermengarda è una sorte comunissima in un’epoca in cui i matrimoni rispondevano principalmente a logiche politiche e diplomatiche, ma Manzoni la presenta come una donna innamorata e sconvolta, tanto da impazzire di dolore e morirne. Solo con la morte descritta nel II coro il suo dramma viene sublimato: il dolore patito è voluto dalla Provvidenza (è “provida sventura”) perché Ermengarda, purificata dalla sofferenza, possa riconciliarsi con Dio.

In linea con le altre tragedie manzoniane, anche nell’Adelchi i personaggi si dividono in due categorie: da un lato si trovano i personaggi dotati di un senso concreto della capacità, pronti all’azione e insensibili ai sentimenti; dall’altro ci sono i personaggi che invece vivono per i propri ideali e solo nella morte trovano la piena realizzazione di sé. I travagliati Adelchi ed Ermengarda rientrano in questo secondo gruppo, entrambi stravolti dal contrasto tra ideali e sentimenti: in costante lotta tra il desiderio di pace e di gloria lui, sconvolta dall’amore ancora vivo per il marito lei.
Con la loro morte affermano l’estrema superiorità degli ideali sugli egoismi, ma allo stesso tempo l’incapacità di realizzarli. Questa visione pessimistica di stampo giansenista, verrà poi superata nella concezione di Provvidenza Divina (contenuta già in nuce nella tragedia) e unita alla concezione di un cristianesimo attivo, pronto a fare il bene anche nel dolore.

Adelchi non anticipa solo il concetto di Provvidenza presente poi nei Promessi sposi, ma ne rispecchia anche la dinamica di critica politica, storica e sociale contemporanea all’autore, pur narrando fatti lontanissimi nel tempo.
Un celebre esempio è il I coro, che descrive la calata vittoriosa dei Franchi e la disordinata fuga dei Longobardi. I latini, che abitano le città, assistono alle vicende illudendosi che i nuovi arrivati cacceranno gli oppressori per diventare liberatori. Si tratta però di una speranza assurda, perché come i primi eserciteranno il loro predominio su un “volgo disperso che nome non ha”.
Scritta tra il 1820 e il 1822, la tragedia in questo coro contiene un esplicito riferimento alle vicende risorgimentali dell’epoca: Manzoni invita i liberali italiani a unire le forze contro il dominio austriaco, senza affidarsi ad alleati stranieri che, semplicemente, si sostituiranno ai precedenti dominatori.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Adelchi: trama e analisi della tragedia di Manzoni

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