Acrobati liquidi
- Autore: Giorgio Solomon
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
Partiamo dall’immagine di copertina di Acrobati liquidi di Giorgio Solomon. A quanto racconta l’autore del libro, si tratta di un disegno realizzato da un ragazzo indiano sotto acido, apparso all’improvviso in un appartamento a Londra (siamo nel 1971) per poi svanire nel nulla. Nessuno, compresi gli affittuari dell’appartamento di cui sopra, ha mai saputo che fine abbia fatto quel giovane. Giorgio Solomon ha interpretato quell’attimo e quello schizzo finito su di un pezzo di carta, alla stregua di un momento epifanico o, come spiega egli stesso:
“la rappresentazione di quel mondo e di quella gente libera che ha popolato quegli anni splendenti”.
Ma di che mondo e di quale gente parla Acrobati liquidi? Soprattutto, chi sarebbero gli acrobati liquidi? Premessa: il libro si occupa di musica e dischi inclassificabili, suonati da soggetti che non hanno mai raggiunto le posizioni di vertice della hit-parade, limitandosi a inserirsi all’interno di una nicchia. Salomon ha scavato con pazienza nel corso del tempo, contattando, sin dai primi anni ’70 del secolo scorso – pertanto in era pre-internet – collezionisti, minuscole etichette discografiche, appassionati di ogni genere attraverso lettere con tanto di francobollo, proponendo e accettando scambi. Altri tempi. Spotify e Youtube non erano nemmeno delle ipotesi, ci si muoveva sfogliando riviste carbonare, infilandosi in cataloghi strabilianti, fidandosi di chi, almeno in teoria, ne sapeva più di te e muovendosi tra ogni angolo del mondo.
Tra le pagine del suo volume, Solomon prende in esame album e musicisti russi, ungheresi, greci, asiatici, sud e nordamericani, africani, arabi, tutti uniti da un suono bellissimo, magico, cosmico, a volte misterioso, e comunque, sempre e in ogni caso, lontano dal mainstream, dal meccanismo del business discografico e dal già sentito. Un viaggio dal quale è nata una playlist di piccoli e grandi capolavori fuori dal comune, che Solomon sciorina con passione e competenza, sia pur con qualche eccesso di enfasi. Una parte dei dischi descritti è ora fruibile in Rete, leggere queste pagine con il sottofondo di riferimento equivale a un’esperienza ineguagliabile.
“La luce è la colonna portante di tutti questi miei racconti, quella luce che io vorrei tornasse a illuminare i volti e le anime di questi meravigliosi personaggi (…) che hanno vissuto altri tempi. Altre dimensioni, senza liniti di spazio. Possedevano perle preziose ed elegantissime racchiuse in uno scrigno”.
Ecco chi sono gli acrobati liquidi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Acrobati liquidi
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