A caso
- Autore: Tommaso Landolfi
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
Ci sono libri sui quali fare una valutazione è compito assai arduo per la complessità dello stile, per i temi trattati e per la visione dell’autore sulla vita, che esprime attraverso i personaggi delle sue storie, così diversa rispetto a chi legge. Capita però di riconoscere l’importanza e il valore di tale opere, pur con le dovute e opportune spiegazioni.
In tal senso si può collocare la lettura che chi scrive ha fatto della raccolta di raccolta A caso di Tommaso Landolfi, autore molto importante nel panorama letterario italiano del Novecento, ma oggi forse un po’ dimenticato dal grande pubblico. Il libro in questione rappresenta uno dei punti più alti della sua notevole, per quantità e qualità, produzione letteraria, forse anche perché scritto nell’ultimo periodo della sua esistenza terrena e quindi frutto di una consolidata esperienza, sia come uomo che come scrittore.
Questa raccolta di racconti venne pubblicata per la prima volta nel 1975 da Rizzoli e per la quale, nello stesso anno, Tommaso Landolfi ricevette il Premio Strega, che gli permise di farsi conoscere maggiormente al pubblico italiano. La raccolta è composta da tredici racconti, diversi per stile e tematiche ma accomunati da uno sguardo disilluso sull’esistenza umana e nei quali l’autore non prova nemmeno a essere consolatorio e rassicurante nei confronti dei lettori, ma anzi non manca di ribadire con fermezza in ciascuno di essi il suo pessimismo e la sua totale sfiducia nella possibilitaà di trovare una qualche forma di consolazione al triste destino al quale ciascuno di noi e destinato.
Il titolo della raccolta viene dal primo racconto che la compone che è il più lungo e certamente uno dei più significativi. Esso si caratterizza all’inizio per la difficoltà nel comprendere la scelta del punto di vista che piano piano viene poi svelata. La narrazione si svolge in gran parte attraverso un fitto dialogo tra un uomo maturo, l’io narrante, la cui identità non è chiara e una voce che egli sente dentro di sé, che si potrebbe definire la parte più cattiva della sua anima. Quest’ultima, come fosse un’altra persona, lo interroga e lo spinge a compiere azioni brutali o malvagie attraverso provocazioni che mettono in crisi la volontà del protagonista. In particolare egli viene invitato dalla voce ad uccidere la prima persona che si troverà a incontrare nella giornata in corso, un essere umano a "caso" appunto, con il quale non ha legami, né un movente per il quale ucciderlo. Tutto questo al solo scopo di metterlo alla prova per dimostrare se è capace di compiere un tale misfatto.
Provocatorio e scorretto, il racconto si snoda sempre alternando le due opposte voci che convivono all’interno dell’uomo e che lo spingeranno a prendere decisioni in un senso o nell’altro. Come se non bastasse a complicare la situazione, irrompono sulla scena una ragazzina minorenne che non ha raggiunto nemmeno la piena adolescenza, da cui il protagonista è attratto e verso la quale prova un desiderio carnale smodato e ossessivo, e un bambino che diventa la vittima sacrificale suggeritagli dalla "voce" cattiva che lo tormenta. Il finale del racconto è davvero tutto da scoprire e sorprende, pur non essendo certo positivo.
Gli altri racconti che, a giudizio di chi scrive, meritano di essere menzionati sono:
- "Il riso", nel quale un uomo indicato con la sola iniziale del suo nome T., depresso e totalmente insoddisfatto della sua esistenza, decide di farla finita ingaggiando un killer professionista con l’incarico di ucciderlo senza avvisarlo entro un certo periodo di tempo, non avendo il coraggio di togliersi la vita da solo. Anche questo racconto si rivela interessante per l’analisi della psicologia umana e per l’efficace struttura del racconto e anch’esso è caratterizzato da un finale a sorpresa, ma forse un po’ deludente;
- "La prova", in assoluto ilpiù divertente e meno pessimista, che racconta la storia di uno scrittore conosciuto che viene invitato da un suo amico in una casa di appuntamenti affinché possa dimostrargli le sue capacità sessuali;
- "Un petto di donna", uno dei racconti più densi di fascino, sensualità e al contempo di romanticismo dell’intera raccolta, che narra di un uomo che salva la vita a una giovane e bella donna che rischia un incidente stradale mentre ella è intenta ad attraversare le strisce pedonali. Per ricompensarlo di tale gesto, la donna si dichiara disposta a esaudire un qualsiasi suo desiderio ed egli le chiede di poterle baciare il seno. Racconto fuori da ogni convenzione, scritto con estrema accuratezza di dettagli e con una sapiente analisi psicologica dei personaggi, ma rovinato da un finale a dir poco deprimente.
Gli altri racconti, pur scritti con una lingua ricercata che denota una capacità stilistica davvero notevole, hanno spesso un carattere fortemente simbolico talvolta allegorico, ma che finisce con il renderli troppo complessi, noiosi, polemici, dissacranti e persino a volte disturbanti. Chi scrive confessa di averli trovati per questo dimenticabili.
Tutto il libro è pervaso da questa atmosfera negativa dove ogni speranza che affiora a tratti nella narrazione viene stroncata in qualsiasi modo dall’autore, convinto sostenitore dell’insensatezza dell’esistenza umana dovuto alla mancanza di fede in una qualsiasi forma di vita spirituale.
Verrebbe da chiedersi: perché allora leggere questo libro?
La risposta può sembrare banale, eppure è per chi scrive l’unica possibile: perché la visione del mondo di uno scrittore, il suo modo di raccontare storie e personaggi non sempre può essere in linea con il vissuto, la personalità e gli ideali del lettore.
Tommaso Landolfi è certamente un autore di spessore, sia per stile di scrittura, sia per sapiente abilità narrativa, che per il lucido sguardo sul mondo. Considerato uno dei più importanti esponenti del genere fantastico e del cosiddetto realismo magico in Italia del Novecento, questo scrittore sa affiancare al racconto di una cruda realtà, elementi grotteschi e talvolta fantasiosi che permettono di avere un punto di vista diverso sulla nostra esistenza e che aprono la nostra mente a diverse possibili prospettive.
Non si tratta di uno scrittore facile da leggere ed è consigliabile sempre avere sempre un vocabolario a portata di mano quando si legge un libro di Tommaso Landolfi, per via della sua continua scelta di vocaboli poco usati oppure complessi e tale registro linguistico contribuisce a rendere poco scorrevoli le sue opere.
Tommaso Landolfi, nato a Pico nel 1908, nell’allora provincia della Terra di Lavoro con capoluogo Caserta, divenuta in seguito parte nel 1927 della neocostituita provincia di Frosinone e scomparso a Ronciglione in provincia di Viterbo nel 1979, è stato anche poeta, traduttore e glottoteta. Un importante intellettuale italiano da non dimenticare, nonostante la sua complessa personalità.
A caso, più volte ripubblicato da diversi editori dopo la prima uscita, è stato ristampato ed è dal 2018 disponibile per la casa editrice Adelphi nella collana Piccola Biblioteca Adelphi.
Un libro consigliato in pratica non a chi desideri una lettura distensiva, ma a chi voglia imparare un punto di vista diverso e fuori da ogni schema sulla realtà, impreziosito da uno stile unico e da una notevole sapienza narrativa.
A caso
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