25 Luglio 1943
- Autore: Emilio Gentile
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2018
Il saggio di Emilio Gentile “25 Luglio 1943” ripercorre i momenti che hanno preceduto la riunione del Gran Consiglio del Fascismo nella giornata del 24 luglio 1943. Per la prima volta, i membri di diritto dell’organo costituzionale vengono convocati alle ore 17, orario diverso da quello consuetudinario delle ore 22, nella sala del Pappagallo nel Palazzo Venezia. La riunione vedrà schierati i gerarchi fascisti, guidati da Dino Grandi, Presidente della Camera, ed autore dell’ordine del giorno successivamente votato ed approvato, contro Mussolini, il Duce del Fascismo.
L’esito della discussione è a dir poco sconvolgente: in piena notte viene approvato dalla maggioranza l’ordine di Grandi il quale, attraverso più interventi tenuti nel corso della riunione, ha voluto rimarcare la grande e profonda delusione che i più stretti collaboratori del Duce e tutto il popolo italiano aveva maturato nei confronti del regime a seguito della disastrosa campagna militare portata avanti dall’Italia.
L’Italia ha subito il bombardamento di "San Lorenzo" ad opera degli anglo-americani e sia il Duce che Vittorio Emanuele III diventano spettatori di quella distruzione consumatasi nel cuore della capitale; inoltre, le forze americane sbarcano in Sicilia ed iniziano la risalita. L’autore, grazie anche ad una ricostruzione che cerca di unificare i dati certi tra le diverse versioni fornite dai protagonisti, conciliando il rigore scientifico con il racconto delle emozioni di quei momenti, cerca di accompagnare il lettore all’interno della sala dove è riunito il Gran Consiglio mettendo in evidenza il contrasto tra l’atteggiamento distaccato e quasi rassegnato del Duce e l’ardore e la passione messa in mostra da Grandi, Bottai e Federzoni nel condurre Mussolini ad un’uscita gloriosa ma comunque rapida e definitiva.
Le ore che seguirono l’approvazione dell’ordine del giorno, che sanciva uno spostamento del baricentro del potere verso la Corona, sono caratterizzate dalla drammatica vicenda del colloquio tra il Duce e Vittorio Emanuele III a Villa Savoia tenutosi alle ore 17 del 25 luglio a cui è seguito l’arresto di Mussolini ad opera dei Carabinieri. Tale vicenda racconta di una congiura consumatasi a danno del Duce o, come sembra suggerire Gentile, rappresenta il verificarsi di una lenta e lucida eutanasia politica voluta da Mussolini oramai consapevole della disfatta militare e della pericolosa deriva presa dall’alleato tedesco.
Tale inquadramento interpretativo viene confortato da alcuni particolari emersi dalle evidenze fattuali: per prima cosa il Duce aveva il potere di non far convocare il Gran Consiglio (erano anni che non veniva convocato) e, inoltre, poteva decidere, dopo aver esaminato le richieste avanzate dai gerarchi, di non procedere alla votazione dell’ordine del giorno. Ancora, la giornata della convocazione del Gran Consiglio non aveva visto l’osservanza di alcune consuetudini di rito (la riunione non era stata comunicata alla stampa di regime, non era presente all’interno del cortile del Palazzo il dispositivo di sicurezza ordinario, le auto dei membri del Gran Consiglio vennero fatte parcheggiare in un cortile e non vicino all’ingresso del Palazzo) e ciò, secondo l’autore del saggio, senza dubbio porta a dare maggior peso scientifico all’interpretazione che vede il Duce come artefice della sua provvisoria uscita di scena. Senza dubbio, la giornata del 25 luglio 1943 ha rappresentato uno spartiacque per le sorti del regime fascista: la frattura tra il popolo e la rigida struttura del Partito-Stato si allarga a dismisura, l’immobilismo politico causato dalla personalizzazione del potere viene denunciato da una parte dei gerarchi fascisti i quali rivendicano un’attuazione delle regole statutarie ed un ripristino del funzionamento delle istituzioni governative, a cominciare dal Consiglio dei Ministri, del tutto private di ogni prerogativa costituzionale.
25 luglio 1943
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