Immagine di copertina: WinoksbergenBernhard De Grendel, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
L’8 giugno 1903 nasceva a Bruxelles colei che sarebbe diventata una delle maggiori scrittrici del Novecento, Marguerite Yourcenar. Ricordata per il suo romanzo capolavoro Memorie di Adriano, Yourcenar fu anche la prima donna ammessa all’Académie française, una delle più antiche istituzioni linguistiche di Francia.
Per l’occasione la ricordiamo con una delle sue poesie più celebri Vous ne saurez jamais, tradotta in italiano con il titolo Tu non saprai giammai.
La poesia, nella sua scrittura, venne prima della prosa. La giovane Marguerite iniziò la propria carriera letteraria a soli diciassette anni pubblicando a proprie spese una raccolta di poesie intitolata Le jardin des chimères. L’antologia era firmata con lo pseudonimo di Marg, cui aggiunse per la prima volta Yourcenar anagramma del suo cognome originario Crayencour.
L’anno successivo, nel 1922, fu la volta di una seconda silloge poetica Les dieux ne sont pas morts. Con il passare del tempo Yourcenar affinò la sua scrittura dedicandosi alla dimensione narrativa del romanzo, tuttavia in lei l’attrazione per la poesia si mantenne come una costante. La parola poetica fu la bussola della sua vita e la magia della sua prosa consiste proprio nella peculiarità di essere intrisa di lirismo diventando ciò che la critica definisce per l’appunto una “prosa lirica”.
I doni di Alcippe di Marguerite Yourcenar
Il critico francese Achmy Halley nel saggio Marguerite Yourcenar en poésie, Archéologie d’un silence, in riferimento alla scrittura di Marguerite Yourcenar scrisse:
La poésie est partout présente.
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La poesia è sempre presente, la poesia è dappertutto nelle opere di Yourcenar. Nella parola poetica si annida la tensione estrema tra il desiderio d’elevazione spirituale e la carnalità che anima la scrittura dell’autrice.
Spesso si riduce erroneamente la vasta produzione letteraria di Yourcenar al capolavoro Memorie di Adriano, trascurando l’importanza della sua attività poetica.
C’è un piccolo ma prezioso libro di Yourcenar che in Francia è considerato il suo “testament poétique”: si intitola I doni di Alcippe (Le charités d’Alcippe, Ndr) (1956) ed è davvero l’opera della vita, “l’œuvre d’une vie”, poiché per ultimarla l’autrice impiegò oltre trent’anni e in seguito continuò ad ampliarla e revisionarla sino alla morte. La raccolta contiene oltre cinquantacinque poesie, scritte tutte tra il 1929 e il 1963.
Lei stessa l’avrebbe in seguito definita:
La poesia di tutta una vita.
Il nucleo tematico de I doni di Alcippe fa riferimento a un mito greco. La protagonista è Alcippe, figlia del dio Ares e della mortale Aglauro. Alcippe offre il proprio cuore alle Sirene, la sua anima alle statue di marmo, il suo corpo ai morti e, contrastando così la Morte, esiste per sempre in ciò che lui ha donato. Tutte le poesie contenute nella raccolta fanno riferimento a questo mito, parlando dell’amore, del tempo, del desiderio della morte.
Ci focalizziamo in particolare su una sezione della raccolta intitolata Sept Poémes pour une morte (Sette poemi per una morte, Ndr) in cui è contenuta una delle più belle poesie scritte da Marguerite Yourcenar. È la settima, dunque l’ultima, dell’intera sezione. Reca il titolo di Vous ne saurez jamais, traducibile in italiano come Tu non saprai giammai .
Scopriamone testo e analisi.
Tu non saprai mai di Marguerite Yourcenar: testo
Tu non saprai giammai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore un dolce cuore eletto;
e che niente, né il tempo, né altri amori, né l’età,
mai offuscheranno il fatto che tu sia stata.Che la bellezza del mondo ha preso il tuo volto,
vive della tua dolcezza, splende della tua chiarità,
e che quel lago pensieroso in fondo al paesaggio
mi ridice soltanto la tua serenità.Tu non saprai giammai ch’io reggo la tua anima
come una lampada d’oro che mi fa luce mentre cammino;
che un poco della tua voce è passata nel mio canto.Dolce fiaccola, i tuoi sprazzi, dolce braciere, la tua fiamma
mi insegnano i sentieri che tu hai percorso,
e tu vivrai un poco, perché ti sopravvivo.(Traduzione a cura di Manrico Murzi)
Vous ne saurez jamais di Marguerite Yourcenar: testo originale francese
Vous ne saurez jamais que votre âme voyage
Comme au fond de mon cœur un doux cœur adopté ;
Et que rien, ni le temps, d’autres amours, ni l’âge,
N’empêcheront jamais que vous ayez été.Que la beauté du monde a pris votre visage,
Vit de votre douceur, luit de votre clarté,
Et que ce lac pensif au fond du paysage
Me redit seulement votre sérénité.Vous ne saurez jamais que j’emporte votre âme
Comme une lampe d’or qui m’éclaire en marchant;
Qu’un peu de votre voix a passé dans mon chant.Doux flambeau, vos rayons, doux brasier, votre flamme,
M’instruisent des sentiers que vous avez suivis,
Et vous vivez un peu puisque je vous survis.
Tu non saprai giammai di Marguerite Yourcenar: analisi
Secondo la critica la poesia fu dedicata da Marguerite Yourcenar alla madre, Ferdinande de Cartier de Marchienne, che morì di setticemia dieci giorni dopo averla data alla luce.
È lei dunque la donna alla quale la poetessa si rivolge, dedicandole il lungo viaggio della sua vita. Il trauma della madre morta di parto inseguì Marguerite come un fantasma e fu forse il motore stesso della sua insistita ricerca poetica. Era la colpa segreta, sepolta nel profondo del suo inconscio: il pensiero di essere stata la causa della morte, infante assassina, di colei che le aveva donato la vita.
Il filo conduttore delle poesie contenute ne I doni di Alcippe è proprio l’oscuro rapporto tra presenza e assenza. L’assenza si manifesta come una mancanza a livello fisico, spirituale, corporeo; mentre la presenza si rivela come l’elemento capace di colmare tutti i vuoti, le lacune, le mancanze.
Ma la conclusione audace cui perviene Yourcenar attraverso la sua ricerca poetica è che c’è presenza persino nell’assenza: il passaggio dallo stato materiale a quello immateriale prodotto dalla morte produce un’espansione, ecco dunque che l’anima della persona amata giunge a riempire l’intero universo.
E questo ciò che Marguerite Yourcenar intende dire nel suo toccante poema che è, in fondo, una poesia d’amore. L’anima della madre morta vive in lei, continua a indicarle la strada nel sentiero della vita facendo luce “come una lampada d’oro” sul sentiero periglioso.
Tu non saprai giammai narra dunque un amore che sopravvive persino all’assenza, che si dilata nell’eternità del ricordo. La poesia sembra sconfiggere persino l’incombere della morte poiché tocca una dimensione umana così pura e profonda che non conosce la corruzione del tempo né lo sgretolamento dello spazio.
Yourcenar attraverso la parola poetica riesce a toccare proprio quel nocciolo di verità ed è proprio questa sua capacità unica, senza eguali, a renderla una delle maggiori autrici della nostra letteratura. Trasforma l’arte in una forma di umanesimo spirituale e, attraverso le parole, ci mostra il vero volto spoglio, duraturo e nitido delle cose. È la sua poesia la vera “lampada d’oro” che illumina il cammino di molti lettori che si accostano al canto di sirene delle sue parole.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Tu non saprai giammai”, la poesia spirituale di Marguerite Yourcenar tratta da “I doni di Alcippe”
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