Questo periodo di quarantena può essere un’occasione per recuperare le antiche abitudini, a volte accantonate a causa dei nostri pressanti ritmi di vita. Fra queste, c’è la lettura delle fiabe ai bambini, che non solo rappresenta un ottimo modo per trascorrere il tempo, ma ha anche uno scopo altamente formativo.
Fiabe: perché hanno uno scopo formativo?
Dietro alle fiabe non c’è solo l’aspetto ludico, perché esse sono strumenti indispensabili per la crescita e la formazione psicologica del bambino, il quale, attraverso l’identificazione con i protagonisti, può elaborare le sue angosce. Nessun bambino, infatti, è esente da paure profonde, neanche quello che cresce nella migliore delle famiglie. Vediamo quindi quali sono i caratteri principali delle fiabe e come esse rappresentano la struttura psicologica del minore.
I caratteri principali
Prima di tutto, le fiabe raccontano di personaggi fortemente caratterizzati, in bene e in male. Da una parte ci sono i buoni (eroi, principi e principesse), dall’altra i cattivi (mostri, draghi, streghe). Questo aspetto rappresenta la visione manichea del bambino, per il quale ciascuna persona appartiene all’una o all’altra categoria, senza possibilità di sfumature. Solo da grande, capisce che in ciascuno di noi può convivere il bene e il male nello stesso tempo.
Il protagonista: l’eroe
Nelle fiabe, il protagonista è un eroe che parte svantaggiato, nel quale il bambino si identifica. L’eroe può essere orfano (come Cenerentola), o rifiutato (Biancaneve).
Nella psicologia del bambino, l’eroe orfano rappresenta una delle sue più grandi angosce: quella di rimanere solo, senza genitori, o abbandonato dagli stessi, un’eventualità che per lui sarebbe fatale, data l’impossibilità di sostentarsi e di provvedere a sé in autonomia.
Un’altra versione è quella dell’eroe cacciato. Quest’ultimo personifica la fine del percorso evolutivo del bambino, che per crescere deve emanciparsi dalla famiglia originale e costruirsene una sua propria.
La foresta: un pericolo improvviso
Un altro elemento presente nelle fiabe è la foresta, rappresentazione simbolica della vita. La foresta è scura, impenetrabile e può presentare pericoli improvvisi, proprio come la nostra esistenza.
L’eroe vince sempre
Nelle fiabe l’eroe risulta sempre vincitore. Il lieto fine ha una funzione simbolica fondamentale, in quanto rassicurante. Attraverso il racconto, il bambino apprende che la vita non offre sempre un ambiente ovattato come quello presente (o che dovrebbe essere presente) in famiglia, ma che ci sono anche problemi da affrontare e sfide da compiere. Tuttavia, con l’impegno e il coraggio, l’eroe supera sempre tutto. Il lieto fine, quindi, se da una parte rasserena e aumenta la sicurezza nel bambino, dall’altra lo avverte: niente si raggiunge senza impegno e fatica.
Un esempio? Pinocchio
A mio avviso, questo elemento viene messo particolarmente in luce nella fiaba di Pinocchio. Il Paese del Balocchi rappresenta tutto quello che un bambino vorrebbe: svago, divertimenti, giochi. Ma i bimbi che non studiano e non si formano vengono presto trasformati in asini, sfruttati e manipolati dal potere. Io gli attribuisco questo significato: solo attraverso la cultura possiamo essere veramente liberi, perché solo essa ci garantisce il pieno raggiungimento della consapevolezza. Al contrario, saremo sempre pedine nelle mani degli altri.
Sempre la fiaba di Pinocchio ci insegna l’inevitabilità della fatica per raggiungere i risultati: niente è semplice. Non si può, come Pinocchio vorrebbe, ricavare un albero di monete da tre monete (il Gatto e la Volte gli fanno questa proposta per ingannarlo). Se una persona ci propone un percorso o guadagni facili, solitamente è un truffatore (mi vengono in mente le proposte fatte alle ragazze che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo "Piccola, farò di te una star" o frasi simili).
I mostri: le minacce esterne e l’oscurità interna
Altri personaggi fiabeschi sono i mostri, le streghe, e i draghi, che rappresentano le minacce che il bambino affronta nella sua vita quotidiana. Quando il papà lo sgrida, agli occhi del bambino si trasforma in un mostro. Lo stesso il medico, quando deve fargli una puntura o sottoporlo a un altro trattamento. Sia ben chiaro, sono mostri solo agli occhi del bambino, non nella realtà. Nella fiaba, il mostro sconfitto rappresenta la paura che il bambino deve superare per non rinunciare alla vita.
Il mostro ha un ulteriore significato. Personifica anche la parte oscura di ognuno di noi, la matrice delle nostre pulsioni più profonde. Vincere il mostro vuol dire diventare persone civili e mature, pronte per convivere in un contesto sociale. Significa imparare a dominare la nostra parte pulsionale e violenta, per diventare persone civilizzate. Spesso il mostro viene combattuto per raggiungere un tesoro. Il tesoro è la rappresentazione simbolica della parte più alta della nostra anima, quella che rispetta le norme e sa stare con gli altri.
Fate e creature magiche
Nei racconti ci sono spesso fatine, creature magiche e animali che parlano, che rappresentano la fantasia del bambino, non ancora capace di interpretare la realtà con canoni razionali.
Il racconto orale delle fiabe, oltre ad avere una funzione educativa, arricchisce il vocabolario del bambino. In un altro articolo, al quale rimando, ho già parlato dell’importanza della conoscenza della parole per la formazione dell’emotività.
In conclusione, non c’è nessun virus che possa mandarci in depressione se utilizziamo gli strumenti giusti per passare in modo proficuo e divertente il tempo. Come ha detto Jim Morrison, cantante dei Doors:
"Penso che la principale chiave per l’apprendimento sia innanzitutto la lettura".
Una frase che può sembrare anche retorica, ma che è senz’altro vera, ora più che mai.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: #iorestoacasa: un’occasione per rileggere le fiabe ai bambini
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