Pedro Salinas pubblicò la raccolta di poesie La voce a te dovuta (La voz a ti debida nell’originale, Ndr) nel dicembre del 1933 ottenendo immediatamente un ampio consenso di pubblico e critica.
Era considerata l’opera della maturità del grande poeta spagnolo e il suo capolavoro assoluto. I settanta componimenti della raccolta davano corpo a un lungo poema amoroso unitario che si eleva presto ai vertici della poesia del Novecento.
Una poesia che ammalia come un incantamento, senza lasciare spazio al respiro: parole che soggiogano e irretiscono restituendoci la forza di un sentimento immortale.
La voce a te dovuta di Pedro Salinas
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È come se attraverso la ricerca poetica Salinas cercasse di definire l’essenza stessa dell’amore fatta di incontri, allontanamenti, solitudini, gelosie e nostalgie.
Ne La voce a te dovuta il poeta alterna sapientemente i monologhi ai dialoghi con la donna amata e i silenzi dell’attesa strutturando così un lungo poema della memoria che ritrova il sentimento amoroso attraverso il ricordo.
Le poesie contenute nell’opera sembrano appartenere a una dimensione metafisica: il dialogo tra il poeta e la donna appartiene a una dimensione condivisa solo dai due amanti, situata al di fuori del mondo, in una sorta di irraggiungibile iperuranio.
Ma chi era quel “tu” concettualizzato, a tratti quasi astratto, al quale si rivolge il poeta? Dietro quel “tu” che ricorre come una costante nell’arco del poema si nascondeva proprio una donna in carne ed ossa, il suo nome era Katherine Reding.
La storia d’amore tra Pedro Salinas e Katherine Reding, che avrebbe dato origine a una delle maggiori raccolte amorose del Novecento, non ebbe un lieto fine. Fu un amore tormentato, difficile, impossibile, che si consumò nel dubbio e venne distrutto dalle asimmetrie del disequilibrio.
Scopriamo di più sulla storia tra il poeta e la sua musa ispiratrice.
Pedro Salinas e la sua musa Katherine Reding
Pedro Salinas conobbe Katherine Reding nell’estate del 1932 durante uno dei suoi corsi estivi presso l’università di Madrid.
Lei era una giovane insegnante americana specializzata in letteratura spagnola, si trovava appunto in Spagna per approfondire i suoi studi. Lui all’epoca era già un poeta e critico affermato, teneva lezioni all’università e - soprattutto - era sposato e padre di famiglia. Tuttavia vide Katherine seduta in fondo all’aula e fu subito un colpo di fulmine. La invitò a pranzo e quindi a passeggiare alla scoperta della città. L’intesa fu immediata. Tra loro iniziò un fitto scambio di lettere appassionate.
Dopo la pubblicazione de La voce a te dovuta, Katherine Reding tornò di nuovo in Spagna nell’estate del 1933 e vi trascorse un intero anno accademico. Tornò negli Stati Uniti nel 1935, turbata e scossa, in seguito al tentativo di suicidio della moglie di Salinas, Margarita. La donna aveva scoperto la relazione clandestina del marito e non aveva retto il colpo.
Katherine, da parte sua, decise che non voleva causare un tale dolore a un’altra persona e se ne andò. Tentò di chiudere la relazione con il poeta, ma invano.
Nel 1936 Salinas si trasferì negli Stati Uniti con la famiglia, come esule volontario per sfuggire alla guerra civile spagnola. In realtà il suo intento era quello di raggiungere la sua musa.
Negli USA il poeta insegnò in diverse università, il Wellesley College nel Massachusetts, e in seguito a Baltimora. Katherine tuttavia non reggeva quell’amore instabile, ingombrante, a tratti troppo affollato. Fu lei a trasferirsi, in Messico stavolta, con la speranza di porre tra lei e l’amante una barriera definitiva. Salinas tuttavia non voleva rassegnarsi alla perdita della sua “musa, amor, gran pasión” e continuò a farle visita, fino al matrimonio di lei con Brewer Whitmore, un ricco vedovo, nel quale Katherine trovò finalmente la consolazione di un amore vero ed esclusivo.
L’epistolario tra Pedro Salinas e Katherine Reding
Negli Stati Uniti Pedro Salinas continuò a comporre il proprio canzoniere amoroso. Nel 1936 concluse Ragioni d’amore, poi fu la volta di Lungo lamento, raccolta pubblicata postuma.
Nonostante tutto, il carteggio appassionato tra Katherine Reding e Pedro Salinas proseguì ininterrotto fino alla morte del poeta, avvenuta a Boston nel 1951.
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Katherine conservò intatte tutte le 354 lettere che si erano scambiati nel corso di quei lunghi anni, come una prova tangibile di un amore assoluto che tuttavia non riuscì mai a vivere appieno nel mondo reale.
Nel 1979, tre anni prima della sua morte, donò l’epistolario alla Houghton Library dell’università di Harvard. Diede precisa disposizione che le lettere non fossero aperte per i successivi vent’anni.
Nel 2002 una selezione di centocinquantuno lettere venne pubblicata in un libro dal titolo Cartas a Katherine Whitmore. Il testo è stato edito, per ora, solo in spagnolo.
La raccolta inedita di lettere rappresenta, senza dubbio, una delle più belle testimonianze della letteratura spagnola del XX secolo. L’amore tra Pedro Salinas e Katherine Reding viene catturato in queste pagine con la stessa forza evocativa della poesia. La voce di Salinas si fa più intensa e vibrante nell’intimità delle lettere.
L’epistolario oggi sembra gettare nuova luce sul capolavoro poetico La voce a te dovuta, ma soprattutto sul rapporto sempre complesso, sfasato, precario e continuamente alterato tra il mondo dell’arte e il mondo reale: due emisferi che di rado, quando si incontrano, danno luogo a un esito felice.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La voce a te dovuta” di Pedro Salinas: chi era la musa ispiratrice Katherine Reding
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