La gatta è una nota poesia di Umberto Saba dedicata alla moglie, Lina, la famosa donna “dal rosso scialle” che è l’indiscussa protagonista femminile di gran parte delle sue liriche.
Come esplicita la celebre Amai che introduce il personaggio di Lina:
Ed amai nuovamente/e fu di Lina/dal rosso scialle/ il più della mia vita.
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La lirica La gatta è contenuta nella sezione del Canzoniere, il grande “romanzo della vita” di Saba, dedicata a Trieste e una donna (1910-1912).
Sul modello del Canzoniere petrarchesco, il poeta triestino infatti costruisce una raccolta poetica che si fa simbolo di un percorso psicologico-esistenziale.
Le varie liriche affrontano in ordine cronologico le sezioni principali della vita del poeta: l’infanzia, la fanciullezza, il servizio militare nell’esercito, la vita familiare sino ad arrivare a Trieste e una donna in cui il poeta celebra la città natale e la moglie Lina.
Nella poesia La gatta il poeta paragona attraverso una similitudine la moglie alla gatta di casa, ricordando i tempi in cui anche Lina fu giovane, selvaggia e innamorata.
Scopriamo testo, parafrasi, analisi e commento della poesia di Saba.
La gatta di Umberto Saba: testo
La tua gattina è diventata magra.
Altro male non è il suo che d’amore:
male che alle tue cure la consacra.
Non provi un’accorata tenerezza?
Non la senti vibrare come un cuore
sotto alla tua carezza?
Ai miei occhi è perfetta
come te questa tua selvaggia gatta,
ma come te ragazza
e innamorata, che sempre cercavi,
che senza pace qua e là t’aggiravi,
che tutti dicevano: “È pazza”.
È come te ragazza.
La gatta di Umberto Saba: parafrasi
La tua gattina è diventata magra. Il suo male non è altro che l’amore. Una malattia che viene consacrata alle tue cure.
Non provi una certa tenerezza che proviene dal profondo del cuore? Non senti la gatta vibrare come un cuore battente sotto il tuo tocco?
Ai miei occhi questa gatta è perfetta e selvaggia come te, ragazza, innamorata come lo eri tu un tempo. Tu che cercavi dappertutto l’amore e ti aggiravi qua e là senza trovare pace, al punto che tutti dicevano di te: “È impazzita”.
Questa gatta è come te da ragazza.
La gatta di Umberto Saba: analisi e commento
L’intero componimento di Saba si fonda su una similitudine: il poeta paragona la pazzia amorosa della “selvaggia gatta” a quella provata dalla moglie giovinetta.
La poesia La gatta si compone di 13 versi articolati su tre strofe di lunghezza variabile, in cui il metro prevalente è l’endecasillabo. Le rime sono imperfette, spesso giocate su assonanze, con uno schema di rime incrociate e baciate.
Nella prima strofa il poeta sembra guardare la scena dall’esterno, come un comune osservatore. Descrive il mal d’amore della gatta e il suo ben visibile deperimento, ma dal verso 4 viene nominato un “Tu” femminile non meglio identificato.
Saba si rivolge alla moglie Lina con due interrogazioni retoriche fondate sul “Tu”. Il rapporto di affinità tra la moglie e la gatta è anticipato fin dai primi versi attraverso l’uso dell’aggettivo “tua”.
A partire dal nono verso si apre una seconda sezione dal carattere evocativo memorialistico segnata dal passaggio dal presente indicativo all’imperfetto, il tempo della durata.
Saba ricorda la moglie giovinetta con un serie di verbi declinati all’imperfetto. Lina, da ragazza, era impazzita d’amore e inquieta proprio come la gatta, ma in seguito si acquietò con il raggiungimento dell’età matura.
Lina viene dunque paragonata nuovamente dal poeta a un animale. Non è la prima volta che Saba si serve della metafora zoomorfa: basti ricordare la lirica A mia moglie, in cui Lina viene accostata dapprima a una “bianca pollastra” e poi ancora a “una gravida giovenca”, “una lunga cagna” sino ad arrivare alla similitudine con la rondine che porta la primavera. Saba usava paragonare la moglie a:
Tutte le femmine di tutti i sereni animali che avvicinano a Dio.
In questo componimento la similitudine con la gatta su cui è imperniata l’intera poesia viene infine resa esplicita dall’Io lirico soltanto nei versi finali:
È come te, ragazza.
Vi è nell’evocazione del poeta un tono affettuoso ma anche nostalgico. L’uso della congiunzione avversativa “ma” nel finale della poesia esplicita infatti la distanza incolmabile tra la Lina del presente e quella giovinetta, ormai svanita, reclusa in un tempo passato.
Lina non è più la giovane “selvaggia e innamorata d’un tempo”, questa la dolorosa constatazione che Saba affida alla poesia La gatta.
Dal punto di vista biografico si può osservare che la lirica fu scritta in seguito alla crisi matrimoniale del 1911. Lina agli occhi del poeta dunque non è più la ragazza pura e spensierata di alcuni anni prima, che suscitava tanti idilliaci paragoni con la natura e gli animali. Ora è diventata una donna dai tratti ambivalenti, che nasconde un sentire nuovo fatto di forti passioni e pulsioni contraddittorie.
La poesia La gatta fa da spartiacque in questa nuova percezione della moglie da parte di Umberto Saba: rivela al lettore il volto mutato di Lina, non più giovinetta innamorata, ma donna fatta e avvolta in un nuovo mistero.
La gatta di Umberto Saba: figure retoriche
- L’intero componimento si fonda su una similitudine - quella tra la donna e la gatta - resa esplicita solo nei versi finali: è come te ragazza.
- Assonanza tra “magra” al primo verso e “consacrata” al terzo
- Allitterazione della consonante r che dà un ritmo fonico particolare ai versi creando diverse assonanze che sostituiscono le rime: cuore/amore/carezza/tenerezza. Le rime della poesia sono imperfette, giocate soprattutto su assonanze foniche.
- Nel terzo verso “male che alle tue cure la consacra” viene istituita una metafora tra la donna, che assume le sembianze di una sacerdotessa, di cui la gatta costituisce una sorta di animale sacro.
- Il verso finale della poesia è la ripresa anaforica del verso 9 “come te ragazza” che sembra suggellare la similitudine istituita dal poeta per tutto il componimento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La gatta: testo e analisi della poesia di Umberto Saba
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