Secondo studi recenti in media i bambini al di sotto dei due anni trascorrono 17 ore a settimana davanti la televisione. Tra i due e i tre anni le ore sono 25 ore.
Secondo recenti ricerche il 46% degli 11-13enni resta attaccato allo smartphone due ore al giorno, mentre il 44% dei più grandi arriva a stare al telefono anche sei ore al giorno, il 14% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni lo usano tra le sette e le dieci ore.
Sul Dsm vengono menzionate sia la teledipendenza che la dipendenza da Internet. Naturalmente ognuno tira acqua al suo mulino: i grandi siti Internet non trattano mai di dipendenza da Internet, le grandi reti televisive generaliste non parlano mai di teledipendenza.
L’uso smodato di televisione e Internet può causare disturbi nel sonno, obesità, deficit nello sviluppo cognitivo. È inutile parlare tanto di pedagogia della creatività se queste nuove dipendenze minano seriamente alla radice la creatività dei bambini. Certamente non tutto è da buttare, ma dei nuovi strumenti tecnologici bisogna fare buon uso. È inammissibile dare ai bambini un tablet a 4 anni senza mai controllarli ed è deleterio alla stessa età lasciarli per ore soli davanti alla televisione: gli adulti devono controllare, selezionare, filtrare i contenuti. Inoltre la televisione e i videogame possono causare comportamenti violenti nei più piccoli, che imparano imitando nella stragrande maggioranza dei casi.
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Come scrive Popper in "Cattiva maestra televisione" i bambini apprendono nei primi anni soprattutto per imitazione. Se pensiamo ad Internet, la rete espone anche ad altri rischi come il sexting, le truffe, il cyberbullismo, il revenge porn, la pedofilia. Nel frattempo esiste un interscambio tra televisione e Internet perché influencer diventano anche personaggi televisivi e personaggi televisivi diventano anche influencer. Però la tecnologia può creare problemi nei più giovani.
È un falso mito quello dei bambini che sono più svegli oggi. È una favoletta che vogliono raccontarsi i genitori. Ci sono molti più rischi rispetto a un tempo per i bambini. Infatti pediatri, psicologi, psichiatri la pensano molto diversamente dai genitori che lodano acriticamente le nuove tecnologie.
Ma io mi chiedo:
- quante ore alla settimana i bambini leggono libri?
- Quante ore alla settimana esplorano l’ambiente circostante reale?
- Quante ore alla settimana fanno sport?
- Quante ore alla settimana socializzano con i loro compagni al di fuori dalla scuola?
- Quante ore stanno a contatto con la natura?
- Quante ore stanno insieme ai loro genitori e familiari?
- Quante ore alla settimana i bambini fanno giochi da bambini all’aria aperta?
Diciamocelo francamente: il tempo libero che rimane dopo la scuola (spesso a tempo pieno), dopo Internet e la televisione è sempre poco, è sempre di meno. Insomma viene da dire che per i bambini di oggi: la realtà, questa sconosciuta.
Se per gli adulti ognuno deve avere la libertà di scegliersi la propria dipendenza e questa scelta deve essere rispettata, nel caso dei bambini non si tratta di una scelta. I bambini devono essere tutelati per la loro salute psicofisica e anche perché saranno i cittadini di domani.
Sarebbe l’ora di disconnettersi, di spegnersi per vivere realmente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dipendenza da televisione e smartphone: i rischi per bambini e adolescenti
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