Il linguaggio odierno sembra aver cristallizzato la nostra spontaneità, innescando un uso a dir poco eccessivo di quel distretto cerebrale (quello sinistro) che altro non fa che calibrare e soppesare con la ragione le azioni da compiere, ma che di contro non sembrano risentire di quel fascino di cui l’emisfero destro sembra essere il portavoce principale.
Grazie agli attuali modelli neuroscientifici, la creatività può essere percepita non tanto quale semplice tassello aggiuntivo alle facoltà già esistenti nell’uomo, quanto piuttosto come una vera e propria produzione di un’idea, che, fiorendo in maniera inaspettata, non solo risulta utile in un preciso momento della nostra vita, bensì è in grado di scardinare quelle strade già percorse. Riflettendo dunque, una risorsa pronta ad emergere anche quando ci troviamo a vivere una situazione che sembra insuperabile (Schore, A, N., 2012).
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Spesso e volentieri il nostro stato mentale sembra in linea con quanto richiesto dall’esterno, rispetto al quale i codici normativi (Monguzzi, F., 2021) sembrano guidare le nostre azioni e ancor più i nostri pensieri in una sola direzione (Siegel, D, J., 2019), rendendo la nostra percezione del mondo e i rispettivi stili di coping del tutto unidirezionali.
Quale emisfero del cervello usiamo di più?
Nel quotidiano sembrerebbe che ad essere maggiormente impiegato sia l’emisfero sinistro, specializzato nel gestire strategie e nel far fronte a rappresentazioni prevedibili, conosciute, ma che di contro, rischiano proprio di atrofizzare quella creatività che altro non farebbe se non allontanarci da quegli schemi prefissati.
Viceversa l’emisfero destro è in grado di porci dinanzi a situazioni nuove in un’ottica del tutto differente e di assimilare quell’imprevedibilità, capace di gettare le basi per la formazione di un nuovo programma di interazione con un nuovo stimolo. Infatti proprio l’emisfero destro possiede capacità speciali utili a elaborare ciò che è nuovo e al contempo custode di un bagaglio inaspettato.
La crescita di questo distretto cerebrale, basata sull’esperienza, permette, quindi di elaborare nuove informazioni, sia intrapsichiche che interpersonali, che nel loro insieme promuovono la formazione di una nuova lente attraverso la quale approcciarsi a quanto di nuovo ci circonda.
Ciò che è affascinante è proprio come esso risulti essere la fonte psicobiologica principale dell’elaborazione rapida, spontanea (e spesso inaspettata) di quelle informazioni provenienti da una mente inconscia.
Controbilanciando pertanto il ruolo dei rispettivi emisferi, si può dunque ipotizzare come le rispettive funzioni siano in grado di farci scoprire nuove strade e nuovi modi di far fronte a quanto ancora non si conosca.
Sulla base di quanto esposto sinora, l’emisfero destro risulta dunque promotore di numerose funzioni adattive e dalle quali a nostra insaputa ci lasciamo guidare giorno per giorno.
Se il destro risulta in grado di notare piccole differenze tra gli stimoli, di prestare attenzione a segnali globali o geometrici e di esprimere emozioni intense, viceversa quello sinistro, risulta coinvolto nella routine, nei modelli prestabiliti di comportamento, nelle circostanze familiari e nell’elaborazione sequenziale di quegli stimoli che risultano tuttavia guidati da istruzioni apprese e consolidate.
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La mente inconscia e un linguaggio nuovo da scoprire: il contributo della neuropsicoanalisi
Un ulteriore contributo deriva dalla neuropsicoanalisi, rispetto alla quale diversi autori hanno valorizzato la presenza non solo di una mente inconscia, bensì la compartecipazione di diverse funzioni pronte a tradursi in un linguaggio in grado di prendere le distanze da quello razionale, logico
e spesso prevedibile.
Tra questi, le figure di Tucker e Moller hanno evidenziato come
“la specializzazione dell’emisfero destro per la comunicazione emotiva, attraverso canali non verbali, suggerisca un dominio della mente che si avvicina sempre più all’inconscio psicoanalitico motivazionale” (Tucker, D.M., Moller, L. 2007).
A tal proposito Guido Gainotti ha affermato che l’emisfero destro sostiene il livello inferiore “schematico”, dove le emozioni sono generate automaticamente e sperimentate come “vere emozioni”, mentre al contrario il sinistro sostiene il livello “concettuale” più alto, dove le emozioni sono analizzate coscientemente e sottoposte al controllo intenzionale. (Gainotti, G. 2005).
In scritti più recenti, l’autore (2012) sotto una chiave neurologica ha sottolineato come l’elaborazione inconscia delle informazioni emotive si basi su una via ben specifica: quella sottocorticale emisferica destra.
Il panorama delle neuroscienze propone dunque una visione più dettagliata circa la “dominanza dell’emisfero destro nell’elaborazione non cosciente” (Chen, L., Hsiao, J. 2014), accentuando ancor di più quanto l’emisfero destro rifletta un vero e proprio vantaggio nel modellare implicitamente il proprio comportamento, al contrario di quello sinistro il cui ruolo è circoscritto nell’esprimere la conoscenza esplicita.
Dunque, quanto di implicito risiede in noi non sempre si riesce a sottoporre al vaglio della coscienza, tuttavia ciò che più sorprende è proprio come la nostra interiorità e quanto di più profondo ci abita, sembra a volte saperla più di noi. Spesso e volentieri infatti siamo abitati e impregnati di un linguaggio che non sempre ci appartiene e che dunque non sempre sentiamo come nostro. Nondimeno il linguaggio razionale, logico e automatico sembra riflettersi sulla nostra unità psicosomatica, rendendo i nostri comportamenti e ancor più le nostre rispettive reazioni emotive, prive di quel fascino e di quella meraviglia, delle quali non dovremmo cessare di aver cura.
Bibliografia
- Chen, L., Hsiao, J. (2014), “Right hemisphere dominance in nonconscious processing”. In Journal of Vision, 14, 1313.
- Gainotti, G. (2005), “Emotions, unconscious processes, and the right hemisphere”. In Neuropsychoanalysis, 7, pp. 71-81.
- Gainotti, G. (2012), “Unconscious processing of emotions and the right hemisphere”. In Neuropsychologia, 50, pp. 205-218.
- Monguzzi, F., (2021), “Sintomi della normalità, mente e mentalità dell’epoca contemporanea”, Mimesis edizioni, Milano, 2021
- Schore, A, N., (2012), “La scienza e l’arte della psicoterapia”. Tr. it. Istituto di Scienze Cognitive, Sassari 2016.
- Siegel, D, J., (2019), “La mentre relazionale”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019.
- Tucker, D.M., Moller, L. (2007), “The metamorphosis. Individuation of the adolescent brain”. In Romer, D., Walker, E.F. (a cura di), Adolescent Psychopathology and the Developing Brain: Integrating Brain and Prevention Science. Oxford University Press, Oxford, pp. 85-102.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Neuropsicoanalisi e lettura: riscoprire il linguaggio creativo attraverso i libri
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