La firma di una certa Virginia Woolf, all’epoca ancora Virginia Stephen, iniziò ad apparire con una frequenza assidua in calce alle recensioni del Times Literary Supplement, il famoso supplemento settimanale del quotidiano britannico, nel 1905.
Virginia Woolf: gli esordi di una scrittrice
In quegli articoli di appena 1500 battute possiamo rintracciare gli esordi di una grande penna del Novecento letterario. Virginia aveva appena ventitré anni e iniziava ufficialmente nelle vesti di critica letteraria la sua carriera di scrittrice retribuita. Il lavoro per il giornale divenne la sua palestra di scrittura: le garantì una prima indipendenza economica, anche se non le permise di raggiungere alcuna fama. Svariati pezzi erano infatti pubblicati in forma anonima per una precisa politica del giornale.
La collaborazione di Woolf con il supplemento culturale del Times sarebbe durata sino alla fine dei suoi giorni: lettrice instancabile, scrittrice indefessa e critica arguta, Virginia avrebbe prodotto infaticabilmente una recensione a settimana, a volte persino più di una.
In una delle innumerevoli recensioni pubblicate sul Times Literary Supplement la giovane Virginia Stephen esordiva con una frase audace che oggi appare come una profezia:
Se volete essere sicuri che il vostro compleanno venga festeggiato da qui a trecento anni, la cosa migliore è, indubbiamente, tenere un diario.
Fedele alle sue parole, Virginia Woolf un diario lo tenne per tutta la vita compilandolo giornalmente con una assiduità e una cura inflessibili. La routine di scrittura ormai consolidata, la determinazione, la costanza, la portarono a scrivere il primo romanzo La crociera pubblicato nel 1915 dall’editore Gerald Duckworth.
C’era dunque una scrittura privata e una pubblica che sembravano compenetrarsi a vicenda. Negli appunti, nelle lettere e nei diari di Virginia Woolf troviamo un autentico breviario di consigli per aspiranti scrittori che ci restituisce il fuoco sacro che animava una donna capace di dedicare la sua intera esistenza alla propria musa, la Letteratura.
Le note di Woolf sono state raccolte in un interessante volume edito da Rizzoli-Bur con il titolo Consigli a un aspirante scrittore.
Quali erano le regole di scrittura di Virginia Woolf? Quando scriveva? Perché? Cosa la ispirava? Scopriamo alcuni dei preziosi consigli di scrittura dispensati dalla geniale autrice della Signora Dalloway.
Consigli a un aspirante scrittore
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I 6 consigli di Virginia Woolf a un aspirante scrittore
Virginia Woolf non tenne il proprio diario per un pubblico, né si preoccupò di dispensare consigli a futuri ipotetici discepoli. Scrisse per sé soltanto, forse immaginando dei lettori come chiunque si accinga a scrivere delle parole destinate a durare e, il più delle volte, a sopravvivere persino a chi le scrive.
Nei suoi diari fermava impressioni, pensieri, registrava annotazioni utili per il suo lavoro di critica letteraria. Dunque le sue pagine sono ricche di riflessioni su autori, scrittori e poeti del suo tempo, cui non riservava mai parole troppo indulgenti. Famosa, ad esempio, la sua stroncatura dell’Ulisse di James Joyce che definì senza mezzi termini “un libro ignorante, plebeo, il libro di un operaio autodidatta.” Forse non la sua miglior recensione critica - ma siamo certi che oggi non rinnegherebbe una sola frase.
Tra le righe dei diari possiamo anche rintracciare alcune importanti considerazioni sull’arte della scrittura e il modo in cui Virginia Woolf concepiva questa attività cui si era votata interamente con tutta l’anima. Ci sono appunti preziosi e persino interessanti lettere autografe inviate da Woolf a giovani poeti o scrittori in erba. La scrittrice incoraggiava ciascuno di loro e non mancava mai di aggiungere che queste giovani menti creative le davano speranza, poiché finché c’era gente come loro nel mondo l’arte non era affatto morta.
La prima cosa che ci insegna Woolf, come riporta nell’ordine l’agile volumetto Consigli a un aspirante scrittore, è come leggere un libro. Prima di passare all’atto pratico della scrittura Virginia ribadisce l’importanza capitale della lettura, un’attività dalla quale non si può prescindere se si intende vivere di parole. La prima delle note di Virginia si intitola proprio: “Come si legge un libro?” E da brava critica letteraria ribadisce la necessità del punto interrogativo alla fine del titolo. L’incipit è, a ogni modo, sferzante:
L’unico consiglio che una persona può dare a un’altra sulla lettura è di non accettare consigli, di seguire il proprio istinto, la propria testa, di arrivare alle proprie conclusioni.
Vale lo stesso per la scrittura? Di certo Virginia risponderebbe di sì. Ma per uno scrittore in piena crisi da pagina bianca potrebbe essere utile leggere le regole auree di colei che ha scritto alcuni dei maggiori capolavori della narrativa novecentesca.
Scopriamo 6 consigli che Virginia Woolf diede agli aspiranti scrittori:
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Cedi le redini a ogni impulso, fai tutti gli errori di stile, grammatica, gusto, sintassi. Riversa in massa. Rovesciati. Lascia andare la rabbia, l’amore, la satira con tutte le parole che riesci a cogliere, costringere o creare, con qualsiasi metrica, prosa, poesia o borbottio che ti viene. Solo così imparerai a scrivere.
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Cercate quindi di ricordare gli eventi che vi hanno lasciato un’impressione nitida – come ad esempio quando avete svoltato l’angolo e siete passati vicino a due persone che stavano parlando. Un albero che si è scosso. Una luce elettrica che ondeggiava. Quando cercate di ricostruirla a parole, vi accorgete che si frantuma in mille impressioni contrastanti. […] A questo punto, lasciate le vostre pagine sfocate e scarabocchiate per andare a leggervi le pagine d’apertura di qualche grande romanziere .
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Nel mettersi direttamente al lavoro si è come una persona che cammina dopo aver visto la campagna stendersi davanti a sé. In questo libro non voglio scriver nulla che non mi diverta scrivere. Eppure scrivere è sempre difficile.
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La domanda ricorrente è: come catturare e restituire al lettore il ritmo del quotidiano, le sensazioni e i sentimenti degli uomini e delle donne, i loro desideri e paure?
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Esaminate per un momento una mente qualsiasi in un giorno qualsiasi. Riceve una miriade di impressioni banali, fantastiche o evanescenti che piovono da ogni parte come un diluvio incessante di atomi.
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Quanto al mio prossimo libro, mi impedirò di scrivere fino a che non ne senta l’urgenza in me: fino a che non crescerà nella mia mente come una pera matura; pendula, pregna, che chiede di essere colta per non cadere.
Recensione del libro
Consigli a un aspirante scrittore
di Virginia Woolf
Costanza, urgenza, ispirazione, necessità sono le regole base della scrittura. Nel suo diario l’autrice confessava anche una fragilità molto umana, diceva che uno scrittore ha bisogno di “elogi”, dunque di essere vezzeggiato e apprezzato, per svolgere in modo proficuo la propria attività:
Senza elogi, trovo difficile incominciare a scrivere la mattina, ma lo sconforto dura soltanto 30 minuti, e dopo aver cominciato dimentico tutto.
Nelle parole di Virginia Woolf la scrittura emerge come un flusso inarrestabile di vita cosciente, il bagliore folgorante di un moment of being. La prima regola di scrittura, direbbe la scrittrice divorata dal suo genio, è non poterne fare a meno, non poter vivere senza scrivere.
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