L’antico Egitto. Storia e scienza
- Autore: Pierluigi Baima Bollone
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
Tutta l’epoca egizia millennio per millennio, dai graffiti del XXIII secolo prima di Cristo all’occupazione araba settecento anni dopo la sua nascita. La civiltà nata in riva al Nilo esaminata da un’inedita prospettiva bio-antropologica da un luminare dell’anatomopatologia forense, il professor Pierluigi Baima Bollone, nel volume “L’antico Egitto. Storia e scienza”, edito nel 2015 da Priuli & Verlucca (pp. 367 pagine, euro 14,90).
Torinese, ottantenne, è autore di un apprezzato manuale di medicina legale, materia che ha insegnato per trent’anni nell’università di Torino, e anche di numerose pubblicazioni scientifiche, saggi di sindonologia, criminologia, storia ed esoterismo.
In questo testo di egittologia, compendia l’intera gamma delle sue competenze e conoscenze: c’è antropologia e genetica, si parla di proto medicina (gli egizi praticavano con successo la chirurgia intracranica, a scopo terapeutico), ci si occupa di culto dei morti, imbalsamazione e, naturalmente, di tombe e piramidi, scrittura geroglifica e scoperte.
Mai si era tentato un approccio tanto multidisciplinare all’Egitto remoto ed ai suoi affascinanti segreti. L’incursione del docente emerito è pacificamente “armata” di scienza, conoscenza e curiosità nei confronti della sempre interessante età dei faraoni.
Il lavoro del noto anatomopatologo piemontese è valido tanto per i lettori a caccia di nozioni di egittologia che degli appassionati di biologia e biomedicina. In un solo volume, tutt’altro che impegnativo, sono condensati con tratto divulgativo cognizioni medico legali e contenuti storico-scientifici.
Il cattedratico di lungo corso dà il meglio per chiarezza e accessibilità di informazioni in materia di “mummie”, ovviamente, ma il testo è costantemente ben scritto, leggibile, condotto in modo divulgativo, corredato da immagini in bianconero (oltre a un inserto centrale di riproduzioni a colori) di un’ampia bibliografia e note a chiarimento.
L’antico Egitto ci è familiare per la scrittura, che associa segni ideografici, sillabici e alfabetici, per l’architettura gigantesca, per l’arte raffinata e per i testimoni più suggestivi dell’epoca: le mummie dei regnanti e della popolazione più ricca. Non si tratta di corpi interessati da fenomeni naturali di disidratazione, ma di cadaveri sottoposti a un lungo processo artificiale che seguiva diverse tappe, dall’estrazione del cervello al prelievo degli organi interni, fino all’immersione in un bagno di sali minerali; i resti venivano poi cosparsi di oli e resine, prima della caratteristica fasciatura finale.
La tradizione della mummificazione è derivata certamente dalla trasformazione dei corpi dei defunti in mummie naturali nelle sabbie del deserto, in sepolture asciutte ed esposte a temperature elevate. L’Egittologia classica colloca l’imbalsamazione artificiale non prima della terza dinastia. Tuttavia, scavi recenti in Alto Egitto hanno riscontrato tentativi che risalgono al 3500-3150, con applicazione di resine e bendaggi al cadavere.
Con la guida del professor Pierluigi Baima Bollone, è alla portata di tutti un autentico viaggio virtuale nei millenni. Un percorso di oltre sedicimila anni, dai preistorici graffiti di Curta all’apertura della Grande Piramide nel 642 d.C..
L’Egitto è stato popolato da individui provenienti dall’Europa, quando l’abbassamento delle acque del Mediterraneo favorì spostamenti e migrazioni. Successivamente, le condizioni climatiche trasformarono il deserto in una savana, adatta al ciclo vitale stagionale dell’uomo e degli animali. Sono nati così gli allevamenti di bestie addomesticate, la pastorizia, le prime coltivazioni e i prototipi dei manufatti artigianali in pietra cotta e ceramica. Un arco di tempo lunghissimo, fino a quando il progressivo inaridimento del Sahara restrinse le possibilità di sopravvivenza alle sponde del Nilo, lungo le quali ebbero vita in successione i periodi formativo, predinastico e dinastico, la preistoria egizia di cui resta l’arte rupestre. Gli specialisti scorgono rapporti assai stretti tra quelle raffigurazioni e la concezione del mondo ultraterreno in cui l’Antico Egitto credeva intimamente, al punto da lasciarne tracce indelebili.
In quei territori si è sviluppata una comunità evoluta che ha dato vita ad uno stato unitario e ha seminato i germi della propria cultura in tutte le civiltà successive che si sono avvicendate nel Mediterraneo.
Il professor Pierluigi Baima Bollone delinea l’imponente attività edilizia che non trova paragoni, lo sviluppo dell’arte figurativa statuaria e pittorica che attraverso tante epoche ha pur sempre mantenuto per secoli i caratteri peculiari originari.
“L’architettura, le arti figurative e la letteratura dei diversi periodi risultano coerenti, unitarie e raggiungono vertici insuperabili”.
Non tutto è stato rinvenuto e non tutto il materiale è stato interpretato nel suo significato. Questo lascia aperta la strada a nuove scoperte. Ma si badi, il medico, l’uomo di scienza, chiude la porta alle spiegazioni ufologiche che la pseudoscienza associa alla tecnologia egizia. Chiarisce che la civiltà dell’Antico Egitto si è formata in un lungo e autonomo processo storico senza nessun apporto “alieno”, salvo quelli tardivi di alcune civiltà vicine, e che per molti aspetti è stata la prima al mondo quanto ai livelli raggiunti nell’antichità.
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