Underground italiana
- Autore: Matteo Guarnaccia
- Anno di pubblicazione: 2011
Gli anni gioiosamente ribelli della controcultura
Forse si fa prima a dire quello che “Underground italiana” (Shake edizioni, 2011) non è. Non è, malgrado le apparenze, un bestiario di uomini (e donne) più o meno illustri della scena psichedelica anni ’60/’70. Non è un libro finto & patinato, malgrado il ricchissimo apparato iconografico di supporto. Non è nemmeno un libro della serie nostalgia canaglia, malgrado, tra le righe, si possa evincere che divergenza mistica e provocazione varranno qualcosa di più che l’arresa afasia concettuale dei nostri giorni.
“Underground italiana” ha una meravigliosa copertina beat (zona peace & love) ed è redatto da uno che all’epoca c’era e ci faceva: Matteo Guarnaccia ha battuto uno ad uno i dintorni artistico-sociali dell’underground e dunque sa di cosa parla quando parla (e scrive) di psichedelia made in Italy. Questo saggio corale ne è intriso fino al midollo (droga, amore libero, comuni, pacifismo, capelli lunghi, vita on the road) ma il cospicuo numero di interviste-amarcord di cui si compone piuttosto che risultare sterile litania di gruppo (della serie formidabili quegli anni: stessi libri, stessa musica, stessi sogni, stesse esperienze) rappresenta lo sfaccettato split screen dell’altro movimento di antagonismo sociale: quello che in un tempo lontano ormai anni luce, ha provato a scombinare le carte di un pianeta appiattito su regole di stantio conformismo.
Nell’Italia catto-bigotta di quell’epoca, più a sinistra della sinistra, c’era chi sparava e chi, invece, andava in India via autostop. C’era il freddo rigorismo dei marxisti-leninisti (poi diventati Brigate Rosse) e il colorato mondo della fantasia al potere, dei viaggi lisergici, dello spirito anarco-hippy di cui racconta (straordinariamente bene) Guarnaccia. C’era, per dirla tutta, anche Brera (sobborgo di Milano) che importava scampoli di vita stile freak via Olanda e Inghilterra, c’era la Pivano (e il suo “salotto”) che arruolava dagli USA tutta l’artiglieria beatnik che poteva, c’erano Dylan e gli Stones, i Beatles e una serie di fogli psichedelici germinati come funghi. Tutta memorabilia vintage dura e pura rintracciabile tra le pagine di Guarnaccia.
La storia vera di una gioventù irregolare che si scorre e si riscorre con il gusto e la curiosità del saggio storico non ingessato.
L’epopea collettiva dell’ultima generazione che ha provato davvero a riprendersi la vita, prima che il grande freddo degli Ottanta ci congelasse tutti, prima che il mondo - e i sogni con lui - cambiassero irrimediabilmente, e non in meglio.
Underground italiana. Gli anni gioiosamente ribelli della controcultura
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