Una grazia infinita di Danielle Steel

Avete presente quei ricevimenti sfarzosi che si vedono spesso nei film americani? Luci sfavillanti, gioielli scintillanti, uomini e donne bellissimi, quasi irreali nel loro splendore. Ecco, la storia che Danielle Steel racconta in Una grazia infinita (Sperling & Kupfer, 2010, trad. G.M. Griffini) inizia in una di quelle serate.
Tutto bene, finché un terremoto non sconvolgerà la vita di quelle ignare persone. Di quattro di loro in particolare: quella di Sarah Sloane, l’organizzatrice della serata, moglie di un broker, vive una vita sfarzosa, ma che, forse, è un po’ vuota; Everett Carson, un uomo una volta brillante ora in balia dell’alcool; Melanie Free, una giovane cantante di successo, l’ospite ideale per quelle serate mondane; infine Maggie Kent, una ragazza all’apparenza come tante ma che, in realtà, ha deciso di offrire la propria vita a Dio.

Le vite di queste quattro persone s’incroceranno e si scontreranno, dando vita a nuove opportunità, ma anche a tante macerie dalle quali sarà difficile ripartire. Macerie del cuore, difficili da sistemare. Si sa, i terremoti sentimentali sono peggio di quella reali… Per qualcuno sarà la fine, forse, dell’orrore, per altri sarà l’inizio di qualcosa di nuovo. Resta solo da vedere per chi.

Danielle Steel lascia riposare la penna e utilizza la bacchetta magica per realizzare una storia (tante storie, in realtà) che entrerà con dolce prepotenza nel cuore e non ci lascerà scampo, perché non vorremo mai più lasciarla andare. Nemmeno dopo aver girato la fatidica ultima pagina.
Personaggi che saranno persone vere, persone che ci parleranno, ci guaderanno e ci apriranno i loro cuori. Cuori colmi di speranza e d’amore, certo, ma anche d’invidia e delusone.

Una grazia infinita è un libro che può esser classificato come romanzo d’amore, ma che, in realtà, è un vaso di Pandora che ci scaglierà contro tutti i sentimenti del mondo, belli e brutti. E non in egual misura. Un libro dedicato a chi vuol leggere una storia che stringerà il cuore: magari farà un po’ male, ma ne varrà la pena.