

Un mondo “inconcepibile”. Saggi su Leopardi e la Natura
- Autore: Chiara Fenoglio (a cura di)
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2024
L’interrogazione sul tema (se tale si più definire) della Natura in Leopardi continua a essere centrale negli studi di italianistica - con un’avvertenza: tale centralità è data per paradosso solo apparente dalle possibilità offerte dalla riflessione del poeta-filosofo di oltrepassare i limiti del “letterario” per coinvolgere inevitabilmente la filosofia stessa e, latu sensu, la ricerca scientifica.
Ora, grazie alla cura di Chiara Fenoglio, assidua studiosa del recanatese, è possibile ancora una volta verificare l’ampiezza degli spunti cui sia la poesia che le Operette Morali, ma anche lo Zibaldone suggeriscono a studiosi di varia estrazione. Il volume in oggetto è Un mondo “inconcepibile”. Saggi su Leopardi e la Natura, pubblicato da Marsilio nel 2024.
Il saggio della stessa Fenoglio fa tabula rasa di fraintendimenti ancora operanti nella ricezione diffusa sulla natura leopardiana come locus amoenus, o matrice di voli lirico-sentimentali, e segna piuttosto uno scarto assai cogente nella ricerca attuale sul rapporto fra ciò che è osservato e l’osservatore stesso.
Noi siamo pur sempre parte di questa natura e di quest’università che esaminiamo.
Se la natura in Leopardi non può esimersi da un’attitudine speculativa, non è però sufficiente una mera sistemazione analitica delle parti – una tale natura per Leopardi sarebbe “decomposta e risoluta, e quasi fredda, morta, esangue, immobile, giacente”. Egli non rinuncia mai, è la tesi di Fenoglio, a individuare uno scambio che contempla anche gli altri viventi.
Com’è noto, le contraddizioni e i successivi slittamenti di una ricerca nel tempo di una vita pur breve non mancano, la natura resta dall’inizio alla fine il sistema nel cui orizzonte sentiamo, pensiamo, agiamo, perciò stesso inesauribile alla teoresi. Sergio Givone ricorda come per Leopardi ci sia un prezzo da pagare alla natura intesa secondo i principi della ricerca scientifica, amarissimo peraltro, trattandosi della poesia stessa. Duplicità che dalla natura si piega verso l’individuo sub-specie leopardiana incerto fra poesia e ragione, nella lettura che del tema fa lo storico della scienza Paolo Zellini (Pensare la natura? è in effetti non casualmente il titolo del saggio di apertura di Giorgio Ficara).
C’è poi una sezione interessante utile a dar credito a chi interpreta l’autore come un pensatore per certi versi già novecentesco. In questo senso vanno la lettura di Sanguineti (ricordata da Clara Allasia, un “Leopardi reazionario” spaventato dalla borghesia e dalle masse non meno del padre Monaldo) o di Gadda, la quale ultima in particolare, ce lo spiega Paola Italia, segna un’implicita critica all’Antropocene e sviluppa
un’idea di conoscenza come procedimento di deformazione sia del sistema conoscente sia di quello conosciuto.
Tutto ciò agisce in entrambi i “filosofi naturali” attraverso la scrittura; la stessa studiosa, chiamando in causa un parallelo fra le Operette e la Meditazione Milanese, scrive:
uso insistito della ipotiposi, accesa metaforizzazione, interferenza nel discorso filosofico di continue digressioni narrative.
Il che non vuol dire che il malmostoso autore del Pasticciaccio spesso non mostri fastidio per certe posizioni leopardiane:
l’idea cretina dei ’vaghi errori degli antichi’
e l’apologia nostalgica degli antichi, ad esempio. O il vagheggiamento di una “natura delle origini” cui col tempo anche Gadda si mostra più sensibile.
In questa dialettica inconcludibile fra il vero e le illusioni, fra materialismo e platonismo, arbitrariamente derubricato ad avviso di Alberto Folin a “metafora poetica”, resta, come scrive Fenoglio, che
non meno reale della realtà, ciò che non esiste che nella nostra mente è permeato di natura.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un mondo “inconcepibile”. Saggi su Leopardi e la Natura
Lascia il tuo commento