Sulla pelle
- Autore: Gillian Flynn
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2008
Il romanzo d’esordio della giovane scrittrice americana Gillian Flynn, “Sulla Pelle”, pubblicato in Italia da PIEMME EDIZIONI nel 2008, è un piccolo gioiello della letteratura di genere. Non è semplicemente un romanzo thriller, ricco di suspense e colpi di scena mozzafiato, ma un viaggio metaforico attraverso il labirinto della psiche umana che urla il suo disagio e la sua fragilità con comportamenti borderline.
Trama - Reporter di cronaca nera presso il Chicago Daily Post, Camille riceve l’incarico di recarsi nella sua lontana cittadina natale, Wind Gap, dove sono avvenuti alcuni atroci omicidi di bambine. Per questo caso, il suo capo sceglie proprio lei, perché può svolgere un buon lavoro d’indagine conoscendo bene il posto, la mentalità e le abitudini quotidiane degli abitanti di quella zona. La giovane accetta, sapendo, però, di dover ripercorrere a ritroso un viaggio nel tempo; quello della sua infanzia e della sua travagliata adolescenza.
Il romanzo si svolge, dunque, su due piani di lettura: il primo tutto rivolto alla ricerca dello spietato serial killer, il secondo svela il profondo e tormentato travaglio psicologico di Camille perché la sua storia personale è legata proprio a quella cittadina, alla sua famiglia d’origine, dalla quale, anni fa, era fuggita, cercando di rifarsi una vita altrove come giornalista.
Il sottile filo che lega le due vicende tende, via via che si scorrono le pagine, a rinsaldarsi, ad annodarsi in una matassa intricata di situazioni misteriose e sconvolgenti.
L’idea geniale di questo thriller è la caratterizzazione della protagonista che lo rende diverso e probabilmente unico. Donna apparentemente realizzata e dinamica, Camille soffre di una forma molto grave di misantropia autolesionistica: fin da piccola, incide con lamette o con tutto ciò che di appuntito le capita sottomano la pelle del suo corpo. E’ questa una pratica dettata da un impulso fortissimo del suo inconscio che le procura un enorme senso di colpa e un disagio interiore. Nonostante ciò, Camille continua a sfregiare la propria pelle, incidendo parole: quelle parole impossibili da dimenticare o da pronunciare, parole simili ai demoni del suo passato e ai fantasmi ossessivi del presente.
La frase: “Vivere sulla propria pelle” viene qui materializzata in una gestualità lacerante, come se il vissuto dovesse lasciare un marchio, un segno indelebile nella carne per ricordare e dimenticare allo stesso tempo.
In questa chiave di lettura il romanzo si apre a problematiche tremendamente moderne perché porta alla luce un disagio che spesso i nostri giovani vivono nella società d’oggi. Il corpo diventa un mezzo per esteriorizzare la propria ansia di vivere, il disagio intrinseco dell’IO, il bisogno di manifestare la voglia di distinguersi, di esistere, di essere un’altra “cosa” da tutti gli altri.
Anoressia, bulimia, tatuagismo, autolesionismo sono segni di quel “male di vivere” che avvelena l’anima e ammala il corpo trascinando, talvolta, la persona all’estremizzazione del gesto fino al confine tra vita e morte.
Sulla pelle
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