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Storia della letteratura

“Scrivere un curriculum”: la poesia di Wisława Szymborska per chi cerca lavoro

In occasione della Festa dei lavoratori leggiamo "Scrivere un curriculum", la poesia di Wisława Szymborska dedicata alla scrittura dei CV, metafora del modo in cui la società contemporanea considera gli individui.

Federica Privitera
Federica Privitera Pubblicato il 01-05-2023
“Scrivere un curriculum”: la poesia di Wisława Szymborska per chi cerca lavoro

Wisława Szymborska è stata una poetessa e saggista nata in Polonia, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996.
Szymborska era una poetessa dalle mille sfaccettature e molto legata alla semplicità della vita di ogni giorno: la sua grandezza risiede anche e soprattutto nella capacità di raccontare la semplicità con grande voce poetica.

In occasione della Festa dei Lavoratori leggiamo insieme la sua poesia dal titolo Scrivere un curriculum.

Scrivere un curriculum: il testo della poesia

Cos’è necessario?
È necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
 
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
 
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
 
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
 
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
 
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
 
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
 
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
È la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Scrivere un curriculum: una denuncia della società moderna

Wislawa Szymborska ci chiede di riflettere sulla possibile spersonalizzazione dell’individuo (Scrivi come se non parlassi mai con te stesso/e ti evitassi) in una società moderna in cui le nostre personalità sono appiattite, banalizzate e standardizzate per sostenere i carichi imposti dall’esterno.

Quella del XX secolo (ma anche quella del secolo successivo) è una società consumistica in cui ciò che conta sono i benefici, le apparenze e non c’è tempo da perdere in analisi più approfondite. Il tempo da dedicare alla riflessione, alla cura dell’anima, non c’è: Meglio il prezzo che il valore/e il titolo che il contenuto.

Il curriculum vitae si configura come performance sterile che entra in conflitto con le nostre vere personalità. Queste ultime, infatti, sono il risultato dei nostri vissuti, dei nostri sentimenti, delle nostre amicizie: le aree più complesse della nostra identità che non trovano certo spazio in un curriculum schematico. Szymborska ci chiarisce che l’autoritratto che emerge in un curriculum non corrisponde al sé, quasi a ribaltare la famosa massima filosofica: “Conosci te stesso”. Spesso, infatti, è solo l’esteriorità della forma a determinare il nostro futuro, È la sua forma che conta, non ciò che sente.

Alla fine, un’amarezza inaspettata emerge dalla situazione dell’individuo nella società: anche se vogliamo dire qualcosa, possiamo solo sentire Il fragore delle macchine che tritano la carta. Questa è la fine dei curricula non selezionati. Ma soprattutto la poetessa vuole avvertire i lettori che, nonostante la varietà delle nostre vite, tutti noi rischiamo di essere "strizzati" negli ingranaggi della società.

Rimane la speranza che questa consapevolezza porti sempre più persone a valutare per bene il posto di lavoro o l’azienda per cui candidarsi: il lavoro, infatti, non definisce chi siamo, ma investe la generalità dell’individuo. A questo non si può sfuggire.

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Chi è stata Wislawa Szymborska

Vincitrice del Premio Nobel nel 1996 e di numerosi altri riconoscimenti, Wislawa Szymborska (1923 - 2012) è considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni. In Polonia, le vendite dei suoi libri di componimenti poetici hanno raggiunto un livello paragonabile a quello dei più famosi scrittori di prosa, anche se Szymborska osserva ironicamente in una poesia intitolata Niektorzy lubią poezje, Qualcosa come la poesia, che la poesia piace a non più di due persone su un migliaio.
È molto nota per le poesie dedicate all’amore, in cui il sentimento viene affrontato con una semplice e dolce malinconia fortemente ancorata alla vita quotidiana. Celebri, per esempio Amore a prima vista o Un amore felice, componimenti ideali da dedicare alla propria persona del cuore.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Scrivere un curriculum”: la poesia di Wisława Szymborska per chi cerca lavoro

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