

Sarah. Il delitto di Avetrana tra verità e bugie
- Autore: Ilenia Petracalvina
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2025
Sarah. Il delitto di Avetrana tra verità e bugie (Piemme, 2025) è il saggio della giornalista di inchiesta Ilenia Petracalvina, inviata di numerose trasmissioni televisive di approfondimento, in cui ricostruisce, a quindici anni dal tragico evento, il cosiddetto “delitto di Avetrana”, e ciò “tra verità e bugie”, come scritto nel sottotitolo.
Sono passati quindici anni da quel 26 agosto 2010. Oggi Sarah Scazzi avrebbe 30 anni. Sarebbe una professionista, una donna, una mamma. Probabilmente sposata o forse no, probabilmente innamorata o forse libera di essere sé stessa, probabilmente laureata oppure no. Chissà.
Inizia così questo attento, preciso saggio che ricostruisce minuziosamente tutta la vicenda della barbara uccisione di Sarah Scazzi, una quindicenne allegra, piena di vita, di Avetrana. L’autrice, che fu inviata RAI per tutto il periodo dei giorni dell’omicidio e delle indagini, attraverso le sue impressioni, ma anche le sue intuizioni e soprattutto le interviste, ci fa rivivere, come in un film, tutto quanto accadde in Avetrana.
Il suo punto fermo fu sicuramente l’intervistare Concetta, la mamma di Sarah, la quale, strada facendo, si convinse sempre di più che l’iniziale scomparsa (come avevano fatto credere) della figlia si sarebbe trasformata in un omicidio con occultamento di cadavere. Concetta disse immediatamente che le responsabilità andavano cercate nell’ambiente famigliare che la ragazza frequentava, cioè la cugina Sabrina e la mamma di costei, Cosima, che poi furono condannate con sentenza definitiva all’ergastolo appunto per l’omicidio e l’occultamento di cadavere. Invece Sabrina, fin dal primo momento, per camuffare quanto di orribile avevano fatto, pensa solo ad andare in televisione, essere protagonista, depistare, accusare innocenti.
Tutto il saggio è la perfetta cronaca di quei momenti e che solo una bravissima giornalista come Petracalvina poteva raccontare in uno stile fluido, articolato, ma pieno anche di suspense. Il “delitto di Avetrana”, dopo un inizio di totale buio, ebbe alcuni momenti che portarono alla verità. Un primo momento fu quando il padre di Sabrina, Michele Misseri, fa ritrovare il cellulare di Sarah. Un secondo momento, grazie ad un suo scrupolo di coscienza, fu quando condusse gli inquirenti nel luogo dove era sepolta la povera ragazza. Un terzo momento furono le accuse del padre nei confronti della figlia Sabrina, e quindi, nell’aprile 2011, grazie a una testimonianza, fu arrestata anche Cosima, la madre di Sabrina.
Il delitto fu consumato in famiglia. Nella famiglia di cui la povera Sarah si fidava. Il tutto per gelosia, invidia, cattiveria, che spesso nei nuclei famigliari regnano. Ilenia Petracalvina ricostruisce i fatti in un modo preciso, professionale, facendosi anche domande che una giornalista d’inchiesta come lei dovrebbe sempre porsi. La Petracalvina ha più volte la sensazione di ascoltare il falso, soprattutto dalle parole di depistaggio di Sabrina.
Scrive l’autrice:
Quando mi ritrovo seduta con loro (Cosima e Sabrina n. d. a.) in cucina, a casa di Sarah, insieme a Concetta, ho la chiara sensazione che vogliono tenere tutto sotto controllo. Non capisco bene il motivo ma il loro comportamento non lascia dubbi: le sento poco sincere, avverto che nascondono qualcosa.
Sappiamo che Ilenia aveva perfettamente ragione, e descrive anche altre sensazioni di non chiarezza nel comportamento di Sabrina.
La narrazione di Ilenia Petracalvina è sicuramente pirandelliana, cioè in “quel giuoco di maschere” tanto caro allo scrittore, al drammaturgo siciliano. La famiglia di cui si fidava Sarah, nella prima fase delle indagini, era sicuramente “Uno, centomila e nessuno”. “Uno” perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari e una vita particolare; “Centomila” perché l’uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano; “Nessuno” perché, paradossalmente, se l’uomo ha centomila personalità diverse, invero è come se non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero “io”.
Dai particolari descritti con attenzione e precisione emerge quel brutto sentimento che è l’invidia, ma anche le ripicche famigliari di Cosima nei confronti della sorella Concetta, madre di Sarah.
Sarah. Il delitto di Avetrana tra verità e bugie è un saggio che si legge tutto di un fiato, che ti prende e ti affascina pagina dopo pagina. Il libro descrive, e bene il microcosmo di menzogne e dei complessi rapporti famigliari. Non voglio spoileare di più, perché invito, e caldamente, a leggerlo.
Concludo con due passi che ritengo fondamentali.
A pagina 98 si legge:
Le giornate fino al giorno della scomparsa sembrano tutte uguali. Ma quando il male si insidia nell’anima dell’uomo, e porta a galla vecchi risentimenti e antichi rancori, i rapporti cambiano. Il male spesso lavora in silenzio, nutre la rabbia e distrugge il bene, in pochi istanti trasforma ogni sentimento in malvagità, in cieca ira, seminando morte.
Mentre a pagina 173:
Un omicidio non è mai un incidente, ma il risultato di una vita che si allontana dalla fonte del bene. Si arriva al gesto finale lentamente, attraverso la rabbia e la gelosia covata, uccidendo ogni giorno un pezzo di vita con le parole, i comportamenti violenti, e le azioni malvage quotidiane. E purtroppo nessuno si è reso conto di tutto questo per poterlo evitare.
Il libro sarà presentato a Roma, alla Libreria Mondadori di piazza Cola di Rienzo nn. 81-83, il prossimo 25 giugno alle ore 19,00.
Dialogherà con l’autrice la criminologa, dottoressa Roberta Bruzzone.

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Un libro perfetto per...
A chi vuole sapere la verità, e cosa c’è dietro ad essa, su un delitto orrendo consumato in ambito famigliare
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