Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità
- Autore: Y. N. Harari
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2017
Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità (Bompiani, 2017, traduzione di Giuseppe Bernardi) dello studioso Yuval Noah Harari è uno strano libro. Ha venduto milioni di copie ed è stato tradotto in molte lingue, dunque è un libro di successo e bisogna prenderlo con una certa considerazione. Eppure lascia perplessi per certi aspetti, a cominciare dall’enunciazione espressa nel titolo, come se l’autore avesse voluto raccontarci la profondità di un tempo e di uno spazio oscuro da cui la nostra specie si sarebbe affrancata; una ferinità identica all’essenza stessa della bios e che attraverso una complessione prodigiosa si sarebbe divinizzata per metastasi cognitiva, assumendo su di sé quelle caratteristiche numinose che attribuiva in una prima fase ad una natura potente e insopprimibile.
Molte cose però convincono in questo saggio e Harari ha il merito, se così possiamo dire, di aver adottato un approccio divulgativo non molto dissimile dai vecchi e nuovi manuali di storia, infarcito però di qualche colpo a effetto tanto caro a una visione ambientalista e catastrofista del tempo moderno, incrociando il passato e il moderno, stabilendo dei paralleli e delle ricorrenze come un’onda che ritorna su se stessa.
Pare che Harari scriva come se nelle scuole di tutto il mondo non si studiasse più la Storia. Di fatto è vero che in molti paesi la disciplina è stata semplificata come se il nostro passato non avesse importanza per costruire un possibile futuro, per una evoluzione che agli occhi del saggista, si presenta appunto disastroso, destinato a una fine ingloriosa. Forse, ed è la parte più convincente, Harari ci richiama a una fragilità che talvolta vogliamo nascondere, mostrando la parte migliore della creazione umana rispetto alle tragedie che nel nome dell’Uomo o di un Dio abbiamo perpetrato e questo è un richiamo alla conoscenza di chi siamo, cosa siamo stati e quali proiezioni possibili possono evolvere per il nostro futuro, fisico ed etico.
E allora bene, siccome non si è mai abbastanza informati è lodevole il tentativo dello storico di tracciare la parabola tutta umana del suo percorso in questo pianeta.
Come dicevamo all’inizio, qualcosa non convince. Quel titolo Da animali a dèi è un escamotage editoriale di grande effetto che non dà ciò che dichiara. Per chi come me ha comprato il saggio aspettandosi una trattazione (seppur contenuta considerando l’aspetto divulgativo del libro) sulle Origini della nostra specie (il richiamo alla nostra ferinità), sarà rimasto deluso (come si arriva a essere dèi?): l’autore non offre neppure una spiegazione plausibile se non per uno psicologismo da quattro soldi molto spendibile di questi tempi. È la parte più debole del pensiero dell’autore, attraversata da troppi “se”, “non sappiamo” e concetti vaghi, insieme a quei passaggi edulcorati della Grande Svolta Cognitiva che avrebbero contrassegnato il nostro fulgido cammino, come se a un certo punto, una sorta di miracolosa implementazione genetica ci avesse impiantato nel cervello un computer e ci fossimo ritrovati a creare equazioni con dotta sapienza, saltando dall’albero terrestre al più consono dendritico iperuranio e permetterci di arrivare sulla Luna secondo una traiettoria più fatata che cognitiva.
So bene delle difficoltà di trattare le Origini della nostra specie, della nascita del linguaggio e della nostra capacità concettuale che di fatto ha creato il nostro modo di essere, formalizzando il pensiero e il modo di comprendere il mondo. Ci si aspettava qualcosa di più della semplice battuta ad effetto, "La grande svolta Cognitiva".
Resta comunque un bel saggio, al di là di queste piccole note polemiche. La Storia umana affascina perché ci racconta di noi, delle nostre grandezze e miserie e dunque ben vengano libri che parlino al grande pubblico di questioni davvero rilevanti.
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