Sacro e urbano
- Autore: Isabella Capurso
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Sacro e urbano di Isabella Capurso (Gattomerlino Edizioni, 2022) è tra i tre titoli vincitori della seconda edizione di Bookciak Legge, premio letterario che trasforma in corti, realizzati da giovani filmmaker, libri di autori italiani pubblicati da editori indipendenti.
Il tema di questa edizione 2023 di Bookciak è stato “Storie per restare umani”, e ad esso si è adeguata l’intensità delle pagine di Isabella, milanese, specializzata in Sociologia urbana e studiosa del rapporto tra società e natura.
Impegnata professionalmente nell’ambito di progetti inerenti a temi ambientali e sociali in alcune aree urbane dell’Europa, dell’Africa francofona e del Sud Africa, l’autrice è appassionata di scrittura e arti grafiche, e ha aperto a Milano il laboratorio Le Poisson Lumière in cui organizza mostre ed eventi culturali.
Dal 2020 vive tra il capoluogo lombardo e una piccola comunità rurale in Calabria. Autrice di poesie e racconti, illustra con i suoi disegni copertine di libri, come nel caso di questa sua ultima pubblicazione.
Nel prologo a Sacro e urbano, afferma:
Questa raccolta nasce dalla volontà di riunire e sistematizzare una serie di piccole storie e riflessioni a oggetto la città, sia come diario di vissuti che come orizzonte di movimenti contemporanei di geografia umana e fisica.
Il libro presenta descrizioni, brani di lettere, considerazioni – per lo più risentite e polemiche – riguardanti i contesti urbani in cui le persone si sono ridotte a vivere, rinunciando passivamente a interpretarli e modificarli, con una rassegnazione vicina all’abulia e al fatalismo. Sentimenti, questi, molto distanti dalla coscienza civile di Isabella, dal suo impegno culturale ed etico, vitalmente capace di sdegno e ribellione. La sua denuncia si rivolge contro il capitalismo inquinante, che depreda le risorse naturali, non sa smaltire i rifiuti, riduce gli spazi individuali domestici in favore di costruzioni industriali, magazzini e funerei falansteri.
Palcoscenico privilegiato della narrazione è la città in cui l’autrice è nata e cresciuta, Milano, con le sue due anime contrastanti, ricchezza-successo-eleganza da una parte, fatiscenza-disperazione-sfruttamento dall’altra.
Dal famigerato Parco Lambro, invaso da consumatori e spacciatori di droga, assediato da violenze di ogni genere, frequentato da migranti e senza tetto spesso in contesa tra loro, si passa ai vagoni della metropolitana dove si rifugiano mendicanti e storpi, al degrado assoluto in cui è lasciata la stazione centrale, ai fast food che smerciano cibo spazzatura, ai supermercati affollati, agli animali abbandonati o malati:
I colombi avvelenati dai metalli si ammalano di malattie / neurologiche. Girano intorno al proprio asse.
In opposizione a questa realtà avvilente, esiste la Milano della finanza e della moda, delle cliniche private monopolizzate dall’Opus Dei, delle arterie stradali e dei treni ad alta velocità, dei Navigli ammorbati da cocaina e antidepressivi, delle discoteche come luoghi di rapporti superficiali e alienanti.
Il sarcasmo di Isabella è spietato verso l’ideologia dominante, che spaccia per opportunità e progresso la disumanizzazione delle relazioni umane, la conflittualità e la concorrenza, l’ingordigia economica.
Sii felice!
Impongono imperiosamente!
In cambio avrai due punti aperte le virgolette
Privazione del sonno, cemento, anidride carbonica, piombo, prossimità forzata, cibo contaminato
Una imperiosa strenue implacabile richiesta di presentabilità sociale.
Là dove la ricerca del benessere materiale è spinta fino al parossismo, non esiste più alcun interesse per valori diversi:
Ci parliamo addosso. Ci siamo esauriti. E siamo pure vecchi… Siamo sempre costretti dentro ad argini pregressi… Piccoli, siamo diventati piccoli, e più volevano farci credere che consumando saremmo diventati grandi e ci saremmo distinti, più siamo diventati piccoli e tutti uguali.
Scollati dalla realtà, gli occidentali si vedono superare in energia, rabbia e speranza dai paesi sottosviluppati.
L’autrice cita i luoghi che ha visitato, dalla Cina all’Africa all’ Australia, constatando con indignazione e tristezza la fine del sacro messa in atto da una livellatrice urbanizzazione internazionale. Alla propria ricerca di verità e autenticità non trova più rispondenze:
Nella mia anima vive un patimento sovversivo e un inestimabile amore.
Sentimenti che dovrebbero aiutarci a “restare umani”, ma raramente vengono accolti e apprezzati, nel loro prezioso proporsi alla contemporaneità.
Sacro e urbano
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