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Recensioni di libri

Quanto manca alla sera di Evgenija Nekrasova

Atmosphere Libri, 2020 - Nekrasova dipinge con tinte suggestive e limpide, ma al tempo stesso oniriche, la piccola grande storia di una bambina che sta dove siamo stati tutti, più o meno alla sua età: in bilico fra dei microcosmi che non riconosciamo come nostri e da cui non ci sentiamo accettati.

Eva Luna Mascolino
Eva Luna Mascolino Pubblicato il 17-12-2020

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Quanto manca alla sera

Quanto manca alla sera

  • Autore: Evgenija Nekrasova
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2020

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Quando torna da scuola, specialmente se non ha scritto i versi di Puškin incolonnati alla lavagna o se non ha risolto le operazioni della verifica a sorpresa di matematica, Katja non vede l’ora e ha paura che arrivi la sera. I genitori torneranno infatti dalla città di Gulliver, quella gigantesca e lontana metropoli verso cui vanno ogni mattina con due treni diversi, e se da una parte si avvicinerà il felice momento in cui resterà al buio e da sola nella sua camera a popolare di idee il soffitto, dall’altra parte papà controllerà il suo diario e si assicurerà che abbia fatto tutti i compiti e che non abbia ricevuto note disciplinari.

Non si tratta di un’impresa facile, però Katja sta diventando brava nell’arte della sopravvivenza: ha imparato certe strategie, ha fatto amicizia con la bella, studiosa e talentuosa Lara da quando si è seduta accanto a lei e riesce perfino a ignorare le risatine o i commenti ostili della classe, quando viene colta distratta o impreparata dalla maestra. Il suo modo di mettersi al sicuro consiste quindi nel contrattare con il tempo, nel mescolare i numeri o le lettere scritte sui fogli, nel lasciarsi cadere lenta dallo scivolo del quartiere e nel ripetere mentalmente la filastrocca “Katja cade-batte, Katja cade-batte” come un mantra quando la mamma le pettina i capelli o quando il papà la sgrida.

Le materie della scuola, poi, sono le più disparate: dall’ora di valzer a quella di fondamenti di sicurezza dell’attività quotidiana, durante la quale “la maestra raccontava storie su varie cose terribili del mondo che bisognava temere” e a fine lezione “di solito raccontava una storia divertente su pericoli lontani che non minacciavano la loro classe”, come

“il caso di una persona che si era addormentata ubriaca per strada. Di notte era arrivato un boa e se lo era mangiato. La mattina seguente gli abitanti della città avevano scoperto sull’asfalto una figura umana in un pacchetto maculato ben sigillato di pelle di boa”. (pp. 18-19)

Come spesso accade, la piccola protagonista non è del tutto consapevole di cosa le succede o del perché accade un determinato episodio: nella sua testa si accavallano ipotesi e visioni del mondo bizzarre, che non contemplano il concetto di bullismo o di violenza domestica, di depressione o di sopruso. Forse è proprio per questo che, a modo suo, riesce a non darsi per vinta, a chiedersi ancora e sempre quanto manca alla sera senza impazzire: non sapendo dare un nome alle cose, dalla loro ferocia viene solo sfiorata.

Nel momento in cui una mattina comincia con il verso sbagliato e finisce addirittura peggio di com’era iniziata, tuttavia, Katja si trova costretta ad affrontare una sfida complicata con sé stessa e con chi la circonda. Non sa se confessare subito la verità o se aspettare, piange e poi si stanca di farlo, pensa di essere stata derisa in aula per un buon motivo, eppure non riesce a perdonare Lara per non essersi schierata dalla sua parte. Per di più, nei genitori sfibrati dal lavoro e fedeli alla loro vuota routine quotidiana, sa che non potrà trovare il sostegno necessario, finendo per sentirsi ancora più in gabbia e in pericolo.

Dalla situazione appena descritta, che la scrittrice russa Evgenija Nekrasova dipinge con tinte suggestive e limpide, ma al tempo stesso oniriche, muove quindi la piccola grande storia di una bambina che sta dove siamo stati tutti, più o meno alla sua età: in bilico fra dei microcosmi che non riconosciamo come nostri e da cui non ci sentiamo accettati. Il senso di straniamento più grande per chi legge Quanto manca alla sera, dopotutto, è dato dalla mancanza di immaginazione e di vitalità che sembra caratterizzare tutti gli adulti e, dall’altra parte, la realtà antropomorfa e animista per come appare agli occhi di Katja, forse un po’ goffa e però capace di provare una sconcertante gamma di sentimenti autentici. Come in una fiaba d’altri tempi, pertanto, il suo percorso sarà costellato di nemici da sconfiggere, di paure da superare, di alleati chiesti in prestito al folklore russo e di situazioni surreali, in un Bildungsroman profondamente toccante e arcano dall’inizio alla fine.

Ancora una volta, Atmosphere Libri ha dimostrato di sapere valorizzare intellettuali di spicco poco noti nel panorama italiano e di affidarsi a una traduzione sempre ragionata e puntuale, nella fattispecie a cura di Francesca Biagini, per restituire una voce convincente, evocativa e vibrante a una penna da tenere assolutamente d’occhio. Con questa recente uscita di dicembre 2020, la collana Biblioteca Del Fuoco si è così arricchita di una piccola pepita d’oro, che prende per mano il lettore di ogni età e lo accompagna nei meandri più complicati dell’infanzia, oltre che in una travolgente atmosfera post-sovietica.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quanto manca alla sera

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