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Recensioni di libri

Pink Floyd di Paolo Bertrando

Leggere i testi (con traduzione a fronte) dei vecchi dischi dei Floyd, magari mentre li si ascolta, è sempre un piacere.
Dagli albori, con The Piper At The Gates Of Dawn, disco partorito dalla geniale mente di Syd Barrett, fino A Saucerful Of Secrets, l’album che avrebbe visto la leadership passare da Syd a Roger.

Roberto Baldini, scrittore
Roberto Baldini, scrittore Pubblicato il 15-10-2011

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Pink Floyd

Pink Floyd

  • Autore: Paolo Bertrando
  • Genere: Musica
  • Casa editrice: Arcana

Questo è stato uno dei primi libri che ho acquistato, appena assaporato i primi dischi dei Pink Floyd, conosciuti proprio nel 1994, con il loro ultimo album, The Division Bell (e considerate che in questo libro non v’è traccia di quel disco, poiché la pubblicazione è antecedente quel capolavoro di diversi anni).

Leggere i testi (con traduzione a fronte) dei vecchi dischi dei Floyd, magari mentre li si ascolta, è sempre un piacere.
Dagli albori, con The Piper At The Gates Of Dawn, disco partorito dalla geniale mente di Syd Barrett, fino A Saucerful Of Secrets, l’album che avrebbe visto la leadership passare da Syd a Roger. Quindi More, colonna sonora del film omonimo. Ummagumma, in cui i quattro ragazzi si presero un quarto di disco a testa per incidere le loro composizioni soliste. Tocca ad Atom Heart Mother, poi Meddle con One Of These Days e Echoes. Infine Obscured By Clouds, altra colonna sonora, questa volta del film La Valleé.
Arriva il capolavoro: The Dark Side Of The Moon. Time, Money, Us And Them… Segue Wish You Were Here, quindi Animals (strepitosa Sheep) e giungiamo a The Wall. C’è bisogno di parlare di questo disco? 26 piccoli capolavori.
The Final Cut apre gli anni 80 e, verso la fine del decennio, arriva A Momentary Lapse Of Reason, l’album di due soli membri dei Pink Floyd, Gilmour e Mason. Waters aveva abbandonato il gruppo e Wright figurava come ospite. L’ultimo periodo della storia Floyd è il più rock, il più tecnico. Chi rimpiange le melodie infinite di Piper, chi preferiva le lunghe e sontuose suite di Atom Heart Mother e Meddle.
Comunque ogni loro disco è una pietra miliare della storia del rock.
Qui finisce il libro. Tanto noi sappiamo com’è finita, no? E’ finita con un mucchio di belle canzoni da ascoltare e riascoltare all’infinito, magari leggendo i testi con questo libro, nel frattempo…

- Titolo: Pink Floyd
- Autore: Paolo Bertrando
- Editore: Arcana Editrice
- Pagine: 269
- Edito: 1988

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Pink Floyd

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Commenti: 2

  • Valerio
    17 giugno 2012, 19:49

    non sono molto daccordo con te su quello che scrivi, ma ovviamente ognuno la vede a modo suo, consapevoli del fatto che comunque ci si trova di fronte la band in assoluto migliore del mondo (almeno per me), ma se ti sei avvicinato ai pink floyd leggendo le cose che ha scritto il signor Paolo Bertrando nell’introduzione del libro, immagino che tu possa vedere le cose nell’ottica ’gilmouriana’ quella cioè che prevale come la ’giusta’ nel libro.
    A mio parere invece non è così, Waters è i Pink Floyd sia quando fa parte del gruppo, sia quando produce da solista e basta ascoltare il 1° disco da solista di Waters edito nel 1984 dal titolo ’The pros and the cons of hitchhiking’ misteriosamente omesso dall’autore, nel libro in questione, che si ritrovano le atmosfere caratterizzanti di The Wall e di The Final Cut e da qui si capisce chi era il cervello del gruppo.
    Non a caso Roger Waters da mago e genio quale è, aveva scritto The Wall, The Final Cut e The Pros and cons tutti e tre insieme e portati al vaglio del gruppo venne deciso di produrre The Wall (giusto per puntualizzare che Roger Waters non era un tiranno nella Band).
    Poi viene Radio KAOS nel luglio 1987 (altra perla), seguito dall’uscita nell’autunno dello stesso anno del primo disco del trio pink floyd A momentary lase of reason. Degli altri dischi usciti dopo posso dire che se metti in confronto The division Bell (1994, Pink Floyd), con Amused to death (1992, Roger Waters) il primo è musichetta il secondo è un’opera, ma per capire questo c’è bisogno di ascoltare e ascoltare e ascoltare.....

  • Roberto Baldini, scrittore
    23 giugno 2012, 18:57

    Anche per me sono i mi gliori in assoluto, inimitabili, anche se qualcuno ci si avvicina...
    Non mi sono avvicinato ai Floyd con questo libro, anzi. La scoperta è stata del tutto casuale e senza schemi, semplicemente ho ascotato un album dopo l’altro, senza essere prevenuto e senza avere un idolo predefinito.
    Waters è un gran compositore, e nessuno dice il contrario. Ma tra The Wall e Pros, secondo me, e tantissimi fan, c’è una bella differenza. E anche The Final Cut, che ho scoperto e apprezzato moltissimo col tempo, è il loro disco meno venduto. Adoro all’infinito Amused To Death, meno Radio Kaos, anche se lo reputo un buon disco.
    Io ho cercato di dare opinioni, non mi permetterei mai di dire che un disco è musichetta e un altro capolavoro. Per me The Division Bell è stupendo, però preferisco Animals o Saucerful. C’è chi adora Ummagumma e chi Piper, chi Dark Side e chi The Wall. Non capisco perchè tu dica che io non ho ascoltato il gruppo, ti posso assicurare che nel mio stereo hanno suonato diverse volte, e sono andato pure a dei live di Waters...

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