Per un’Apocalisse più svelta di Aldo Busi

Aldo Busi, con la sua ironia tagliente e creativa, parla di uomini e donne, sperando che quest’ultime si liberino dal giogo degli uomini.
Aldo Busi non ama le mezze misure e parte a raffica a dare consigli alle donne per troppo tempo sotto il comando di maschi, mariti, amanti e figli. La loro natura è emozionale e anche se fanno lavori prestigiosi si sentono sempre gregarie, impaurite, quasi trasparenti.
Lo scrittore, però, non si immedesima nelle donne, anzi scrive:

"Le donne, non appena la smettono di affidarsi a occhi chiusi alla sete degli uomini, tirano fuori ragioni da vendere non appena gli è passata la sbornia della passione...capiscono che sono state defraudate di qualcosa, ma non capiscono di cosa".

Le donne risultano ancora sfocate nel rapporto con l’uomo che le accudisce e le sgrida come fossero eterne fanciulle, sempre da plasmare, e anche per Busi, che nonostante la sua dichiarazione di omosessualità si definisce maschio inguaribile, le cose stanno così.
In buona sostanza, la donna si è stufata di fare come mestiere la donna, ma anche gli uomini sono pusillanimi e completamente accecati dalle loro compagne, trattate come oggetti di proprietà.
Anche sui giovani va giù pesante il Nostro, poco propenso alle dialettica, ma sempre assertivo e pessimista.

"La famiglia è quella che è (un lager da cui fuggire al più presto), la scuola è quel che è, ai giovani si nega il lavoro e per giunta viene loro interdetto per legge anche il sesso, chiaro che gli resta solo la droga, il sasso dal cavalcavia, lo scippo, la madonnina che piange lacrime di sangue vero e Anima Mia di e con Claudio Baglioni."

Non proprio vero e comunque riferimenti lontani (siamo nel 1999), Busi non convince del tutto e lascia una scia di amarezza.
La lettura è comunque divertente, perché lo scrittore riesce sempre a fare del grottesco sulla normalità delle "famiglie", tutta casa, chiese e perbenismi. Ci svela quello che c’è dietro a questo atteggiamento e non è poco.