In ogni lingua ci sono parole che non si possono tradurre, poiché non presentano un diretto corrispettivo sinonimico perfettamente aderente nella lingua di destinazione.
L’ho scoperto vivendo per un periodo a Parigi: ci sono parole che sono francesi e basta e che noi, in italiano, manteniamo immutate e spesso abbiamo imparato a conoscere per senso traslato. Voilà!, Chapeau!, Enchanté! e molte altre, volte a esprimere sensazioni o impressioni che, in un’altra lingua, non possono essere racchiuse in un’unica espressione di senso compiuto.
La scrittrice austriaca Marie von Ebner-Eschenbach sosteneva che lo spirito di una lingua si manifesta nelle sue parole intraducibili. In effetti, dal punto di vista linguistico, i termini che non trovano un corrispettivo nella traduzione in altre lingue sono la parte più interessante, il tessuto vivo del linguaggio parlato, ciò che maggiormente reca il segno di una data cultura, l’impronta nazionalistica di un pensiero popolare. In linguistica sono detti prestiti integrali o forestierismi i termini stranieri che vengono trapiantati in un’altra lingua mantenendone intatti grafia e significato, come ad esempio il francese boutique o collant. Sono invece detti calchi semantici i termini che adottano un significato nuovo in riferimento all’influsso di un’altra lingua: come farmacia che deriva dal francese pharmacie, mentre in origine nel Settecento in Italia l’attività era denominata “Spezieria”. Vi sono poi i calchi strutturali, che riprendono alla lettera le parole nella lingua d’origine: è il caso di grattacielo che deriva dal francese “gratte-ciel”, termine presente già nelle grammatiche dell’Ottocento, a sua volta un calco dall’inglese “sky-scraper”.
Vediamo ora 10 parole francesi che sono intraducibili in lingua italiana.
1. Chapeau
Letteralmente chapeau significa “cappello”, ma noi sappiamo che questa parola ha in realtà un altro significato. Quando pronunciamo Chapeau! alla francese intendiamo un’esclamazione di apprezzamento o di ammirazione nei confronti di qualcuno. In pratica è una maniera di porgere i nostri migliori “complimenti”, ma in modo più enfatico ed elegante, con una postura e una classe squisitamente francese che non troverebbe un valido corrispettivo nella lingua italiana. Chapeau! deriva dal gesto di togliersi il cappello in segno di rispetto o saluto.
2. Enchanté
In Italiano Enchanté sarebbe traducibile come “Incantato”, ma il termine non rende giustizia all’espressione francese volta a esprimere un senso più profondo di apprezzamento. Enchanté! si usa nei saluti per dimostrare a una persona quanto si è lieti e onorati di incontrarla: una formula che in lingua italiana avrebbe bisogno di molte più parole, di una vera e propria perifrasi, invece nella lingua d’Oltralpe è perfettamente sufficiente a sé stessa e riassume il piacere, l’incanto, la devozione, tanto che anche noi siamo portati a dire Enchanté per esprimere un “piacere di incontrarla o di accompagnarla o di vederla” che non ha pari.
3. Vachement
Traducibile in italiano come “vaccamente”, non è esattamente questo il suo significato; o, per meglio dire, è anche questo. Il termine deriva da la vache, la mucca, un animale venerato nel paese che è la patria per eccellenza dei formaggi e dei latticini. Proprio per questo motivo quando i francesi dicono vachament, ovvero vaccamente, stanno in realtà usando un rafforzativo in segno di elogio, equiparabile al nostro “molto” o “veramente”, che tuttavia non può essere espresso con un sinonimo altrettanto degno.
4. Viveur
Sei proprio un viveur. Quante volte l’avrete detto alla francese, proprio perché non c’è altro modo per dirlo. Il viveur è un amante della vita mondana, dei piaceri della vita, un uomo gaudente e raffinato che ama il divertimento e la compagnia. In italiano non c’è altro modo per dirlo, se non attraverso perifrasi o giri di parole che tuttavia non riescono a restituire lo stesso effetto sonoro e semantico della lingua francese.
5. Nonchalance
L’ho fatto con nonchalance. Questo termine francese designa un atteggiamento peculiare di distaccata indifferenza o noncuranza che non trova un corrispettivo in italiano: perché designa una noncuranza elegante, graziosa, un disinteresse di classe, signorile, che può essere reso solo con la perfetta sfumatura e l’allure disinvolta della lingua francese.
6. Flânerie
La Flânerie è un termine coniato dal poeta francese Charles Baudelaire che è stato mantenuto intatto in lingua italiana, poiché non c’è altro modo per descrivere l’atteggiamento ozioso dell’artista che vaga per le vie cittadine in cerca di ispirazione: il cosiddetto flâneur. Potrebbe essere spiegata come “l’arte di perdersi”, di vagabondare senza meta in un atteggiamento di costante meraviglia e sorpresa nei confronti di ciò che accade nel mondo. Ai francesi dobbiamo certo un occhio di riguardo nei confronti degli artisti e del loro modo di vivere, come indica anche l’espressione uno stile di vita bohémien, nata da un errore interpretativo.
7. Esprit de l’escalier
Quest’espressione francese, intraducibile in italiano, fu coniata nel Settecento da Denis Diderot, il padre dell’enciclopedia moderna. Non indica un “fantasma delle scale”, come potreste pensare a una prima ingenua lettura, ma una sensazione molto diffusa: avete mai avvertito di avere la risposta pronta a un diverbio solo a discussione ormai finita? L’esprit de l’escalier indica proprio questo: la battuta brillante che arriva in ritardo, quando ormai ci si trova sul pianerottolo delle scale in direzione d’uscita e, dunque, non può più essere utilizzata.
8. Poser un lapin
Letteralmente: “posare un coniglio” o “abbattere un coniglio”. Ma non è questo che vogliono dire i francesi. La prima volta che sentirete questa espressione potrebbe strapparvi un sorriso; ma non significa nulla di troppo divertente. Poser un lapin rappresenta il corrispettivo italiano di “dare buca”, o “bidonare”; ma non è solo questo, perché può indicare anche il fatto di lasciare un conto in sospeso o lasciare qualcuno senza pagare quanto dovuto. I francesi lo dicono sempre in maniera elegante, va da sé; se mancano all’appuntamento o non saldano il conto lo fanno con classe, con un coniglio, appunto.
9. Les doigts dans le nez
Letteralmente le dita nel naso, ma non è questo gesto volgare che intendono i francesi. Si tratta di un modo di dire che in parte ricorda il nostro “liscio come l’olio”; ma indica la facilità di fare qualcosa senza bisogno dell’uso delle mani. Quando riescono senza difficoltà a portare a termine un’impresa, un compito o una mansione i francesi dicono di averlo fatto con “le dita nel naso”. In italiano non potremmo certo dire altrettanto, senza correre il rischio di sembrare volgari.
10. Dépaysement
Spesso viene tradotto in italiano come “spaesamento”, ma è una traduzione che certo non rende onore a questo termine molto più complesso. Dépaysement non indica tanto una condizione, quanto uno stato d’animo, letteralmente sarebbe: “la tristezza di sentirsi lontani da casa”, quindi una forma più tangibile e pervasiva di nostalgia che è un accumulo di sensazioni di estraniamento. Anche nostalgia di casa non è una traduzione calzante, perché Dépaysement indica proprio il sentirsi come un pesce fuor d’acqua, fuori dal proprio ambiente, estranei a tutto il circostante. È una parola molto forte in francese, nella nostra lingua non abbiamo un corrispettivo capace di dilatare alla stessa maniera questo senso di disorientamento.
Lo stesso che potremmo provare, come parlanti di lingua italiana, quando ci troviamo d’Oltralpe dinnanzi a persone che pronunciano parole intraducibili nel nostro linguaggio. Questi vocaboli sono un grande arricchimento per il nostro vocabolario, perché ci aiutano anche ad ampliare un lessico emotivo di sensazioni ed emozioni conoscendo un alfabeto umano più vasto e variegato, mai sperimentato prima.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 10 parole in francese che sono intraducibili in italiano
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Ottimo.
Mi sembra di non aver trovato
Collant, le bas collant, la calza collante e
Croissant, sostantivo derivato dal participio presente di Croître, il crescente, il prodotto che lievita. Come tutte le viennoiseries.
Cordiali saluti,
JM