

Naufragare
- Autore: Francesco Campagna
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
Come si legge nell’esergo della nuova silloge di Francesco Campagna, Naufragare (Bertoni, 2024), i versi che scorrono pagina dopo pagina sono dedicati
A chi sa scavare tra i rimasugli della propria anima.
Naufragare è un’opera che già dall’intestazione riporta a Giacomo Leopardi e con lui a sentimenti di sofferenza esistenziale, ma al contempo anche di estrema sensibilità. L’opera è divisa in capitoli dai titoli significativi (“Cicatrici dorate”, “Ali lacerate”, “Il cielo in prigione”, “Spleen”, “Frammenti di universo”) ed è la voce del poeta che racconta di un amore, del suo amore.
In “Cicatrici dorate” arriva “lei” e ogni cosa danneggiata pare tornar nuova come succede per i cocci di ceramica riparati con l’antico e prezioso metodo del kintsugi. Tutto è dolce e lieve: un tenero bacio, il miele prelibato e
Ogni abbraccio
È un nuovo cielo stellato
Ma questo paradiso presto svanisce e ne “Il cielo in prigione”, nella lirica Nevermore, tutto cambia:
Tra ombre rauche e verdi bufere
si celò il definitivo tramonto
del mio amore tormentato
Attraverso metafore, similitudini, paronomasie, ossimori, Campagna racconta il proprio dolore con
Una poesia che diventa carne mutilata
Fratelli di Icaro sono coloro, come lui, cui sono state strappate le ali e ora, con un vero pessimismo cosmico, l’autore non vola più, non vive più. Alcuni versi ci riportano ad altri autori. I suoi “esuli pensieri” tanto ci rimembrano Carducci, ma qui non generano speranza e il poeta continua a non sentirsi adatto “a questa vita”. L’autore si divide tra
Il desiderio di esistere
Il desiderio di volare via
In “Il cielo in prigione”:
Ossa deformi danzano
e ci riportano a un Montale che nel suo Ossi di seppia allude a una condizione vitale impoverita. Questo vale anche per Francesco Campagna, che vede deformarsi ciò che ha intorno e che personifica il suo sentimento parlando di
Un incendio
che dentro mi devasta
Non prova più alcuna gioia, e ciò si legge in ogni suo verso di cui si cita solo l’ossimoro
Siamo tutti liberi
dentro la stessa gabbia
In “Spleen”, il poeta esprime il proprio atteggiamento sentimentale caratterizzato da “umor nero”, malinconia, disperazione per una vita che lui percepisce come lenta agonia. Non ha energie per reagire e
La resilienza
È un pianeta
troppo lontano
tanta è la disillusione, così da fargli dire che
L’unica parola presente
In ogni lingua è dolore.
Prova “l’effetto farfalla”, cioè l’estrema sensibilità ad ogni condizione. Più volte ripete
Fermo
Sono fermo
Al punto di partenza
Nascita, vita e morte s’inseguono nel dispiegarsi delle liriche fino a giungere a “Frammenti di universo”. Anche qui si cita il dolore quale elemento imprescindibile dalla vita e poi ecco arrendersi alla Morte, alla Vita, come in un limbo.
Quanto è instabile la condizione umana; ma a volte succede quel che non ci si aspetta e che si può leggere nelle liriche Guarire a fari spenti e in Nonostante tutto. E anche se spesso tutto crolla in fretta,
La felicità
si conquista vivendo
e forse c’è, per il poeta, la possibilità di trovare un posto e un modo in cui ritrovar se stesso e i propri sentimenti.
Naufragare di Francesco Campagna è un’opera che potrebbe rimandare ad altri poeti, ma che è molto di più, poiché profondamente dell’autore: ricca di riferimenti storici, mitologici e antropologici, è fonte di ricchezza per i lettori. A essa ci si deve avvicinare con delicatezza; ogni lirica va quasi centellinata per coglierne gli innumerevoli simbolismi e i significati espressi attraverso versi brevi, incisive espressioni e figure retoriche che sono voce di un forte dolore, per lui inascoltato, ma con un concludersi che dà dolcezza.

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