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Recensioni di libri

Mission a Hong Kong: 1977 di Marco Erler

Porto Seguro, 2022 - Un libro che si legge tutto d’un fiato e non è mai scontato, caratterizzato dalla commistione di più generi, su cui aleggia l’umorismo di Marco Erler, che ricorda Stefano Benni.

Sandro Zennaro Pubblicato il 10-06-2022
Mission a Hong Kong: 1977

Mission a Hong Kong: 1977

  • Autore: Marco Erler
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2022

Mission a Hong Kong: 1977 di Marco Erler (Porto Seguro, 2022) è un libro atipico, caratterizzato dalla contaminazione di più generi: un giallo condito da riflessioni profonde, con sconfinamenti in sogni e trip solitari.

È il primo libro non autobiografico di Marco Erler, radicale fin da minorenne, fondatore degli indiani metropolitani (Nuvola Rossa) e autore di Assalto alla diligenza, in cui racconta l’amicizia con Appignani-Cavallo Pazzo, e di altri libri attualmente introvabili (Segnali di fumo, Tributo a Mikael Jackson), dei quali si auspica una riedizione.
Una sua grande passione è la fotografia, molto presente nel libro, che lo ha portato a filmare il cortometraggio Casa de piedra, su una comune hippy in Costa Rica, denso di suggestioni millenaristiche.
Erler è stato presente in molti film degli anni ’80, oltre a seguire e commentare i festival di Venezia.

Torniamo al libro. Siamo nel 1977. In quegli anni, gli anni di piombo, si usciva la mattina senza sapere se la sera si sarebbe tornati a casa. Così non appare troppo sorprendente un rapimento allo scopo di arruolare per una missione in Oriente, a Hong Kong.

Proprio Hong Kong diventa la protagonista della storia; si nota l’amore di Erler per quel mondo così variegato, dove sono possibili esperienze più coinvolgenti che in Occidente.

Marco cita il motto socratico “conosci te stesso”. E in effetti questo motto, che è sacro in quanto proveniente dal mondo delle Sibille greche, scandisce l’itinerario di Marco, un diciannovenne alla ricerca del suo vero sé, ancor più che desideroso di assolvere la missione.

Il viaggio lo porta a vedere le realtà peggiori. Mr. Cheng che accoglie lui e il suo collega fa loro visitare Walled City, abitata da relitti della società e dice di averlo fatto

"perché prendeste visione di cosa è l’abominio e di come un’intera comunità possa essere disumanizzata e rendersi a sua volta disumanizzante”.

Qui Marco ricorda il suo interesse per Basaglia e il desiderio di sgabbiare i matti.
Poi l’azione si sviluppa fra l’incombere delle Triadi cinesi e l’incontro con personaggi squisiti, leali e coraggiosi, accomunati dall’amore per lo scomparso Bruce Lee. Un Bruce Lee morto in circostanze sospette e che aveva riscattato gli orientali dagli stereotipi fin lì abusati.

Il libro è denso di riflessioni. Dal dispiacere per il lavaggio del cervello che i media e la tv compiono quotidianamente (e Marco-Nuvola Rossa denunciò questo proprio mentre era intervistato in tv e ne stava diventando un protagonista); all’osservazione di come i potenti governino il mondo instillando la paura nelle masse.
Ci sono numerosi riferimenti al padre Rino, capitano di corvetta, che a 29 anni era stato il più giovane comandante di sommergibili della Regia Marina.

Su tutto aleggia l’humour di Erler, che ricorda Stefano Benni. Il libro si legge tutto d’un fiato, non è mai scontato. Le pagine si susseguono sorprendenti, aprendo scenari ogni volta inaspettati.
Si dà atto all’editore Porto Seguro di mostrare coraggio e voglia di innovare nel produrre un libro che sfugge agli stereotipi.

La storia ha una conclusione tragica; ma forse è ancora più tragico immaginare che l’impulso di Marco di voler fare chiarezza, di rendere testimonianza e non lasciare segreti non sarà poi messo in atto. La vita ci sconvolge e non ne siamo i nocchieri.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mission a Hong Kong: 1977

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