

Marta Abba è stata una delle attrici teatrali italiane più carismatiche e talentuose del XX secolo, celebre per il suo straordinario talento interpretativo e per il legame artistico e personale con il drammaturgo Luigi Pirandello. La loro collaborazione, iniziata nel 1925, diede vita a una delle relazioni più significative nella storia del teatro moderno. Pirandello trovò in lei non solo una musa ispiratrice, ma anche un’interprete capace di dare voce e anima ai personaggi femminili complessi delle sue opere.
La figura di Marta Abba è tornata all’attenzione del grande pubblico anche grazie all’uscita del film Eterno visionario di Michele Placido, distribuito nelle sale italiane il 7 novembre 2024, che racconta i tormenti dello scrittore, anche sentimentali, diviso tra la moglie e Marta Abba.
Scopriamo di più sulla vita di Marta Abba, l’incontro con Pirandello e il film.
Marta Abba: la vita e la collaborazione con Luigi Pirandello
Nata a Milano il 25 giugno 1900, Abba mostrò fin da subito una forte inclinazione per il teatro. Frequentò l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, dove perfezionò la sua formazione artistica, e grazie al suo talento, si affermò rapidamente come una delle interpreti più talentuose e versatili del teatro italiano del XX secolo.
Il momento di svolta della sua carriera arrivò nel 1925, quando incontrò Luigi Pirandello, già celebre come uno dei più grandi drammaturghi della sua epoca, anno in cui lei divenne prim’attrice del Teatro d’Arte fondato dal Maestro. Pirandello rimase profondamente colpito dalla sua presenza scenica e dalla sua capacità interpretativa, tanto da fare di lei la sua musa ispiratrice e l’interprete prediletta delle sue opere.
Questo sodalizio non fu solo professionale, ma anche personale: i due intrattennero una fitta e intensa corrispondenza epistolare tra il 1926 e il 1936, anno della morte di Pirandello (lettere consultabili qui), una testimonianza della profonda sintonia intellettuale che li legava.
Il loro fu anche un amore platonico, con un evidente carattere unilaterale: tra i due intercorrevano trentatré anni di differenza, eppure le lettere di Pirandello - che all’epoca del loro incontro era già sposato con Antonietta Portolano, e aveva cinquantotto anni, mentre Abba venticinque - rivelano un uomo profondamente coinvolto, attanagliato dai suoi sentimenti per lei. Il suo, infatti, diventerà un amore intenso e travagliato, quasi una venerazione nei confronti della giovane attrice; nella loro corrispondenza, possiamo leggere le parole emblematiche del drammaturgo, che mette per iscritto il suo tormento:
“Marta mia… Se Tu potessi sentire quanto soffro, son sicuro che avresti un po’ di pietà per me.”


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Nei successivi undici anni, Pirandello le invierà 560 lettere, ricevendone in cambio solo 238, con una corrispondenza irregolare. Le lettere del Maestro a Marta Abba sono oggi raccolte in Lettere a Marta Abba (Mondadori, 1995), nella collana “I Meridiani Mondadori”.
Pirandello, già avanti negli anni e provato da una vita personale difficile, trovò in Marta Abba una musa e un ideale di perfezione artistica, riversando su di lei un affetto che spesso sfiorava l’idolatria: le sue lettere, infatti, sono cariche di devozione e di desiderio di vicinanza, mentre Marta, più giovane e concentrata sulla propria carriera, rispose con meno frequenza e con un tono più distaccato. Le lettere di risposta di Marta parlano sempre di altro, mai d’amore, facendo emergere una donna incantata dal talento del Maestro, ma non innamorata. Questo disequilibrio alimentò il tormento di Pirandello, che percepiva il bisogno costante della sua presenza come fonte d’ispirazione.
“senza la tua presenza la mia arte muore.”
Sebbene non vi sia mai stato un coinvolgimento romantico, il loro rapporto rimase segnato da una profonda interdipendenza emotiva e artistica, che influenzò l’opera di Pirandello fino agli ultimi anni della sua vita.
Pirandello scrisse per lei diversi ruoli femminili complessi, profondi e innovativi, che le permisero di esprimere il proprio talento drammatico. Tra le opere più significative in cui Abba fu protagonista si ricordano:
- L’amica delle mogli e Diana e la Tuda, del 1927;
- Come tu mi vuoi, del 1930;
- Trovarsi, del 1932;
- Quando si è qualcuno, del 1933.
Nel 1933, Abba debuttò a Radio Roma, della radiofonia EIAR, e negli anni successivi prese parte ad altre trasmissioni di radiodrammi e commedie. Si dedicò anche al cinema, apparendo in due film: Il caso Haller, del 1933, con la regia di Alessandro Blasetti, e Teresa Confalonieri, del 1934, di Guido Brignone.
Dopo essersi ritirata dalle scene nel 1938, in seguito al matrimonio negli Stati Uniti, fece un breve ritorno al teatro nel 1953, un anno dopo il suo divorzio.
Morì a Milano il 24 giugno 1988.
“Eterno visionario”: la figura di Marta Abba nel nuovo film di Placido
Il 7 novembre 2024 è stato presentato nelle sale italiane Eterno visionario, il nuovo film diretto e co-sceneggiato da Michele Placido, che ripercorre le tappe principali della vita pubblica e privata di Luigi Pirandello.
Nella pellicola viene evidenziato come le opere del grande drammaturgo siciliano siano profondamente intrecciate alla sua esperienza personale e sentimentale, e quindi al suo matrimonio infelice con la moglie Antonietta, contrapposto all’amore tormentato e impossibile per Marta Abba, la sua musa ispiratrice.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Marta Abba, la musa ispiratrice di Luigi Pirandello
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