Liboa, una storia vera
- Autore: Gabriella Palermo
- Genere: Storie vere
E’ bene che il viaggiatore che decida di imboccare il casello di Liboa predisponga il suo animo ad un percorso difficile e ad un viaggio quasi impossibile, se non si accetta la fantasia come unica realtà possibile. Del resto a sentire chi ci è stato, e Claudia ci è stata, anche se a Liboa non ci si arriva facilmente, una volta dentro, faranno di tutto per tenerti lì.
Ti puoi aspettare che la banda suoni l’inno nazionale proprio per te ed avrai la certezza che lì Patria si scriva sempre con la lettera maiuscola e che i valori eterni della nostra razza siano sempre rispettati ed esaltati. Vivrai su una specie di sedimentazione storica, che si registra nei nomi – soltanto nomi illustri, di tradizione patriottica – e nell’ambiente.
Da questo punto di vista, Liboa potrebbe essere quel luogo eccelso del firmamento in cui, nel Somnium Scipionis, Cicerone colloca le anime dei cittadini che più si sono resi benemeriti verso l’umanità: grandi condottieri, uomini politici, artisti. Con la sola differenza che questo luogo ideale, che accoglie tanta nobile compagnia, Gabriella Palermo lo colloca su questa terra, anche se in un posto non ben definito e non determinabile con i normali parametri geografici.
A Liboa non incontrerai un macellaio, o un muratore, una casalinga, un taxista. Tutti i personaggi di questo romanzo, dal più umile fino al Senatore, appartengono alla casta della politica o della burocrazia. Vai al ristorante? Non comparirà mai un cameriere, nemmeno per versarti lo champagne! Solo politici e burocrati, imprenditori, ufficiali, alti prelati.
I cittadini, talvolta, tornano alla mente, ma sono una specie di corpo estraneo, che si materializza soltanto nelle tradizionali sagre religiose o sulle spiagge assolate. Le file, poi! Se ne cita una, realisticamente collocata in un ufficio pubblico, ma nessun personaggio le fa, nemmeno se caduto in disgrazia!
La disgrazia, appunto, che cos’è? Non è certamente non far parte di questo mondo ideale, ma è un errore della ragione e una dislessia congenita che differenzia la normale umanità da questi esseri superiori. La disgrazia non si manifesta per la volontà di entrare nella casta, ma per la convinzione di poterci entrare da esseri normali, restando uomini e donne comuni, convinti che il proprio lavoro sia lo strumento principale per relazionarsi con il tessuto sociale e che i rapporti interpersonali si costruiscano su un linguaggio semplice, chiaro e ben codificato.
Nient’altro, insomma, che la quotidianità di una vita normale. E invece Claudia deve sperimentare l’esistenza di un mondo parallelo, in cui lo stesso tempo e lo stesso spazio registrano le parole che circolano nel nostro mondo, ma funzionali ad un sistema di comunicazione assolutamente criptico ed a comportamenti che non possono essere riportati ai normali parametri del bene e del male.
Qualcuno ha voluto vedere in questo romanzo, opera prima di Gabriella Palermo, una storia di mobing derivata da una sua personale esperienza, sottolineata anche da alcune affinità biografiche fra Claudia, personaggio candido del romanzo, e l’autrice.
E’ possibile che l’esperienza personale sia alla base di questo racconto, ma è un’esperienza lontana, liberata dalla dimensione del reale attraverso la descrizione di un potere universale, nemico all’individuo, che basa la sua forza sulla massima compartecipazione possibile e, nello stesso tempo, sull’esclusione più feroce. È una realtà di giganti di pasta frolla, divoratori del passato, di vincenti a sé stanti, autoreferenziali, convinti di dover costruire un mondo a loro immagine e somiglianza.
Claudia, però, non sta al gioco e la sua via d’uscita suona come un campanello d’allarme per tutto il sistema.
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Al sottotitolo dal senso inequivocabile Gabriella Palermo fa seguire lunghi versi dello scrittore satirico greco Luciano di Samosata, in cui si sottolinea che quanto raccontato non ha niente a che vedere con la verità dei fatti, quindi il lettore si avvia a leggere il romanzo in preda ai dubbi e con una punta di delusione nelle aspettative promesse.
L’azione si svolge a Liboa (Olbia?) a breve distanza dall’opulenta Costa Smeralda, nel versante orientale della Sardegna. E’ una cittadina caotica, dove si sono alternate culture diverse, favorite dall’arrivo di invasori in varie epoche attraverso il comodo porto, attualmente giungla di costanti infrazioni delle leggi urbanistiche e del buon senso, dove si edifica nella forma più spregiudicata e irresponsabile, provocando problemi che si evidenziano ogni qual volta piove e le strade e le abitazioni si allagano in maniera allarmante, e in contrasto con l’indicibile bellezza del contesto naturale in cui sorge.
La protagonista è Claudia, una giovane ingegnere, vincitrice di concorso, capace ed entusiasta, dirigente del settore tecnico urbanistico del comune di Liboa, in armonia col sindaco Amedeo Ferretti e la sua giunta, e che, amando Liboa e la sua professione, vi si dedica con passione per migliorarne i servizi e la vita della popolazione.
Tutto sembra scorrere secondo i rituali di una cittadina sonnacchiosa anche all’interno del personale del comune, dove Claudia è riuscita a formare una squadra affiatata di alacri geometri alle sue dipendenze, stabilendo un rapporto di reciproca stima, finché la preparatissima e attenta ingegnere non scopre alcuni strani errori commessi dall’intoccabile dirigente della ragioneria, Cesare Abba, a proposito dell’Asse, un’ importante opera pubblica, ed è impensierita anche dal frequente via vai di camion che percorrono la strada che conduce nella zona in cui abitano sia il sindaco Amedeo Ferretti che lei stessa. Poiché è in rapporti cordiali con entrambi, si reca da loro e ne parla, ma rimane perplessa per le loro inaspettate reazioni. A questo punto, è chiaro per tutti che, finché non si toccano gli interessi personali, la pace regna, ma l’inconsapevole donna scoperchia una fornace che erutta un’ira incontenibile e la sua eliminazione viene scientificamente pianificata in una coreografia che è impossibile sconvolgere. Gli Iago di dimensioni diverse e spinti dalle ragioni più svariate, si scatenano ai danni di Claudia.
Interessantissime e gustose le descrizioni dei vari personaggi, che a tratti fanno sorridere ma spesso provocano sentimenti di ira perché ricordano tanto fatti di quotidiana politica italiana.
Bello, interessante e ben scritto.