La notte prima di Natale
- Autore: Nikolaj Vasil’evic Gogol’
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2018
La letteratura trova forse nella fiaba e nella sua capacità di narrare il fantastico una delle sue massime espressioni. Per questa ragione i grandi autori che scrivono libri che possono essere riconducibili a tale genere letterario sanno rimanere nel cuore dei lettori per molte generazioni, forse per sempre.
Nikolaj Vasil’evič Gogol’ è uno dei più grandi scrittori di genere fantastico e non solo di tutti i tempi, ma la sua grandezza consiste nel saper coinvolgere soprattutto i lettori adulti, nonostante molte sue opere dal carattere quasi onirico e immaginifico sembrerebbero poter essere apprezzati più dai giovanissimi lettori.
La notte prima di Natale è un racconto capolavoro del grande autore russo nato nel 1809 nell’odierna Ucraina, all’epoca parte dell’impero zarista, forse non molto noto rispetto a opere come "Le anime morte"," L’ispettore generale", “Il cappotto”, “Il naso", "Taras Bulba", “Racconti di Pietroburgo", solo per citare alcuni dei suoi libri più famosi, in particolare all’estero. Questo è invece un racconto natalizio che si colloca a metà strada tra le fiabe un po’ buoniste e a lieto fine che molti autori hanno scritto e continuano a scrivere per parlare di Natale e le storie invece più cupe che mettono in evidenza temi e personaggi che vanno contro questo modello politicamente corretto di storia natalizia. Infatti pur essendo una storia dove la forte componente religiosa e spirituale la fa da padrone, ci sono qua e là elementi curiosi e stravaganti che rendono originale e non troppo sdolcinata la narrazione, raccontando le miserie e le fragilità dell’essere umano. Certo che per apprezzare questo racconto è fondamentale avere una buona dose di immaginazione, o quantomeno di accettazione della dimensione onirica, fantastica e mistica che una storia può assumere, allontanandosi a tratti di molto dalla realtà, per poi tornare a raccontarla e a immergersi in essa con sorprendente abilità e padronanza delle tecniche narrative, come solo i grandi scrittori sanno fare.
Personaggio principale della storia è il giovane fabbro ed eclettico artista Vakula, che abita in un piccolo villaggio di campagna ucraino, Dikan’ka, innamorato di Oxana, figlia del cosacco Čub, considerata la ragazza più bella di tutte in paese, che si prepara a vivere una delle tante vigilie di Natale insieme a tanti altri personaggi secondari che animano la vicenda. Vakula non è ricco e la vanitosa e un po’ superficiale Oxana, che non è fidanzata, non sembra corrispondere il suo amore e non si cura dei tentativi di corteggiarla e delle attenzioni che egli le rivolge. Ella, in realtà non sembra essere innamorata di nessuno, se non di se stessa, ama pavoneggiarsi e osservarsi davanti allo specchio, ma è lusingata dalle numerose attenzioni e complimenti che riceve dai tanti giovani del paese.
La storia si svolge interamente tra la sera della vigilia di Natale, la notte e le prime ore del giorno della tanta attesa festa e i tanti personaggi che abitano nel villaggio raccontati da Gogol’ ne combinano di tutti i colori. Pur essendo quasi tutti di fede cristiana e anche una buona parte di essi, assai devoti, compreso il protagonista, non sono affatto privi di difetti, anzi le loro debolezze e i loro peccati vengono messi in evidenza continuamente dall’autore, quasi a sottolineare che la natura umana sia imperfetta, nonostante tutte le migliori intenzioni, più o meno, che ognuno di loro cerca di mettere in atto.
Questo è uno degli aspetti che rende grande questo libro, perché Gogol’ conferisce al suo racconto una connotazione unica, mescolando in maniera sublime gentilezza d’animo e sensibilità, con egoismo e ricerca esasperata del piacere. I personaggi sono raccontati quindi nelle molteplici sfumature delle loro personalità, rendendoli "umani", cioè realistici nella loro caratterizzazione, senza mai condannarli in modo definitivo per i loro difetti, ma amandoli uno per uno, come ogni bravo scrittore dovrebbe cercare di fare con la maggior parte di essi nelle sue storie.
Gogol’ però è un credente e nella sua visione di cristiano non può non prendere le distanza da chi rappresenta davvero il male e cioè dal diavolo, che compare nel racconto come antagonista del fabbro, o almeno questo dovrebbe essere il suo ruolo. Per vendicarsi di Vakula che ha messo in giro un sacco di notizie negative sul suo conto, e averlo dipinto in alcuni suoi quadri in chiesa, mettendo in evidenza la sua bruttezza e cattiveria, il diavolo è determinato a impedire che egli riesca a fidanzarsi e poi sposare Oxana, così nella notte di Natale sale senza farsi accorgere in cielo e ruba la luna tenendola nascosta con sé e facendo piombare nella più completa oscurità Dikan’ka. L’autore tuttavia, attraverso la voce del narratore onnisciente che guida il racconto, lo ridicolizza in questa vicenda facendosi beffe di lui, maltrattandolo e offendendolo a più riprese, pur mantenendone intatto il ruolo di cattivo. Inoltre i suoi cattivi propositi falliscono miseramente perché Vakula riesce a farlo sottostare con coraggio alla sua volontà, costringendolo ad aiutarlo a conquistare la bella Oxsana. Ciò avviene attraverso un fantastico viaggio che i due compiono nella notte di Natale in direzione di Pietroburgo, allora capitale imperiale e sede della dimora dello zar, in quanto Vakula è fermamente deciso a incontrare la zarina e cercare di ottenere in dono da lei le sue preziose scarpette desiderate da tutte le ragazze dell’impero russo. Solo infatti riuscendo a entrare in possesso di esse e a portarle alla sua amata, potrà coronare il suo sogno di sposarla, come Oxana stessa ha promesso di fare. Vakula viaggia quindi per tutta la notte in groppa al diavolo, trasformatosi in un asino e costretto ad assecondare la volontà dal giovane fabbro che lo minaccia più volte facendo il segno della croce che lo rende debole e che non può sopportare.
I tanti personaggi con le loro vicende sentimentali, i tradimenti, le bugie, le loro fragilità e l’incapacità di essere fedeli alle loro mogli o al loro ruolo, vedi il diacono e il sacrestano che dovrebbero tenere condotta morale consona e che invece hanno una storia con una donna Solocha, che è la madre di Vakula, che ha molti pretendenti e amanti nel villaggio, fanno da sfondo alla vicenda principale narrata. Essi diventano degli strumenti molto utili nelle mani dell’autore per raccontare da vicino la realtà umana del villaggio, simbolo delle molteplici personalità che si possono incontrare quando si ha a che fare con l’essere umano. Gogol non si preoccupa però di dare una soluzione definitiva ai problemi, alle controversie e alle questioni che riguardano questi personaggi secondari, lasciando in sospeso i loro destini e le loro vite, ma concentrandosi sull’esito della vicenda amorosa che coinvolge Vakula e Oxana, con un finale a sorpresa dal quale emerge la vera morale della storia.
La descrizione del villaggio, soprattutto della preparazione al Natale, con i canti russi tipici di quell’epoca in occasione di questa festa, l’atmosfera semplice ma gioiosa, l’alone di mistero, di magia e di fantasia che si respira in particolare durante la notte, ma anche per tutta il tempo descritto nella narrazione, sono alcuni degli aspetti più coinvolgenti che caratterizzano il libro, conferendogli un fascino unico. Anche i dialoghi dove l’uso di espressioni popolari, tipiche del linguaggio parlato, talvolta anche scorrette, maleducate e irriverenti, rendono verosimili i personaggi e molto spassosi, pur nei loro difetti.
In tutto questo Gogol’ non manca di far emergere il senso religioso e ancor di più cristiano del Natale, andando oltre le debolezze umane e facendo riflettere i lettori sul senso più profondo della festa. Il dono di sé stessi, l’umiltà, la capacità di amare il prossimo più di sé stessi, tutte caratteristiche racchiuse in particolare nel personaggio di Vakula, altro non sono che espressione dell’amore di Gesù Cristo, che nasce per tutti gli uomini di ogni tempo e luogo per salvarli dalla loro miseria, grazie alla sua infinita bontà e misericordia.
Gogol’, convertitosi alla fede cristiana da adulto, ha scritto molti libri dove l’ideale cristiano viene sottolineato, messo in luce ed esaltato attraverso però opere che tutti, credenti e non, possono amare. Questo perché in questo grandissimo scrittore, non c’è un giudizio nei confronti dell’umanità, almeno in questo racconto e comunque anche in altre opere i lettori sono messi di fronte a una prospettiva più ampia di valori condivisi, a prescindere dalle proprie convinzioni di fede. L’uomo che ricerca l’amore, quello autentico, basato sulla generosità d’animo, sull’impegno a mettersi a servizio degli altri per la realizzazione del bene comune e il desiderio di rendere felici il prossimo, non può che essere ammirato e stimato da tutti per la sua volontà di cercare di superare i propri limiti e lasciare un segno nella sua esistenza terrena.
Nell’universo letterario di Gogol’ i poveri, i semplici, i miti, i puri di cuore, gli emarginati dalla società, i timidi, sono spesso coloro che si prendono la loro rivincita sui ricchi e i potenti, come accade anche ne Il cappotto, riuscendo a superare con tenacia le avversità che la vita riserva loro.
Nikolaj Vasil’evic Gogol- Janovskij (1809-1852) è annoverato tra i più grandi scrittori e drammaturghi di lingua russa di sempre. Nato nell’odierna Ucraina a Velyki Soročynci, nell’oblast (suddivisione amministrativa che corrisponde più o meno a una nostra regione) di Poltava, nel distretto di Mirgorod, è considerato un grande esponente prima del realismo e in seguito, nel suo corso della sua produzione letteraria, un precursore del realismo magico.
La notte prima di Natale è un racconto che fa parte del secondo volume della raccolta "Veglie alla fattoria presso Dikan’ka" pubblicato per la prima volta nel 1832 con il titolo originale di "Noč’ pered Roźdestvom" e in Italia, oltre che in essa, è attualmente disponibile come opera a sé stante nell’edizione del 2019, pubblicata da Garzanti nella collana "I piccoli grandi libri", a cura e con la traduzione di Paolo Nori. Da questo racconto sono stati tratti anche due film russi: uno di animazione del 1951 diretto dalle sorelle Valentina e Zinadia Brumberg; l’altro invece del 1961 per la regia di Aleksandr Rou.
Si potrebbe cadere nel facile errore di definire questo libro una favoletta e poco più a una lettura superficiale, ma secondo anche le parole di un altro grande scrittore russo, Vladimir Nabokov, che l’ha definito "qualcosa di ridicolo e di stellare al tempo stesso", in realtà si tratta di una storia scritta in modo magistrale che racconta benissimo la natura dell’uomo contemporaneo, pur risentendo del contesto culturale nel quale è stato narrata e ambientata. Un autentico capolavoro di realismo magico, di religiosità e spiritualità che ci aiuta, pur con alcuni elementi fantasiosi, a riflettere sul senso del Natale, dell’amore e della nostra stessa esistenza.
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