Sono trascorsi cento anni dalla prima pubblicazione dell’opera di Thomas Mann La montagna incantata, edita in Germania nel 1924. Pochi anni dopo l’autore avrebbe ottenuto il Premio Nobel per la Letteratura,
Lo scrittore era già famoso con la pubblicazione dei Buddenbrook nel 1901.
L’opera ha visto diverse edizioni in Italia. L’edizione della casa editrice Corbaccio porta il titolo La montagna incantata con traduzione e prefazione di Ervinio Pocar.
In italiano esiste anche un’edizione più recente dei Meridiani Mondadori che ha preso il titolo La montagna magica e possiede un denso apparato filologico.
Scopriamo più nel dettaglio l’origine e la storia del capolavoro di Thomas Mann.
“La montagna incantata” di Thomas Mann: origine e trama
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La montagna incantata era nata nel progetto dello scrittore come un racconto. E traeva spunto da una visita di tre settimane che lo scrittore aveva fatto al sanatorio di Davos dove era ricoverata la moglie.
Il romanzo ha una trama esigua. E si svolge quasi tutta nel sanatorio dove si incontrano oltre a due giovani tedeschi una signora russa, un gesuita ungherese, un intellettuale italiano, un magnate olandese.
I due giovani tedeschi sono un ufficiale dell’esercito e un ingegnere navale, due cugini.
Il primo è ammalato. Il secondo fa una visita di cortesia al cugino. Una visita che doveva durare tre settimane, ma durante la permanenza scopre di essere ammalato e su consiglio dei medici vi rimane.
La storia del romanzo inizia alcuni anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale e si ripropone di descrivere la borghesia europea e la sua cultura in questa epoca che da molti fu definita “Belle Époque”.
L’intellettuale italiano si chiama Settembrini - il nome fa riferimento al 20 settembre, data della presa di Roma, data che segnò la fine dello stato plurisecolare della Chiesa - ed è un intellettuale che ama Carducci, ed esprime il pensiero razionale italiano, innamorato del progresso, della democrazia e della libertà e di solito anticlericale. Settembrini si propone di fare da mentore al giovane ingegnere navale tedesco, che si chiama Hans Castorp.
Il cognome “Castorp”, poco tedesco, lo aveva un celebre politico di Lubecca del sedicesimo secolo.
Settembrini successivamente lascerà il sanatorio per trasferirsi in una pensione, dove abita Naphta, il gesuita ungherese di origini ebraiche convertitosi al cattolicesimo.
È un intellettuale che difende una visione che non si riconosce nella democrazia o nello spirito egualitario ma piuttosto nella saggia guida di un governo illuminato che sappia condurre il popolo verso la felicità spirituale.
I dibattiti fra i due saranno serrati ma, mentre per Settembrini sono esercitazioni erudite, per Naphta rappresentano la vita stessa.
“La montagna incantata” di Thomas Mann: le tematiche
Il tema dell’amore è rappresentato dalla attrazione che Castorp prova per la bella signora russa, dai tratti borghesi - lei è sposata con un altro funzionario dello zar - ma con comportamenti di negligenza voluta.
Si tratta di un’attrazione che porterà solo a qualche breve colloquio fra Castorp.e madame Chauchat. La signora lascerà il sanatorio per ritornarvi accompagnata da un ricco amante.
Sembra che nella descrizione di Naphta, Thomas Mann si sia ispirato alla figura di un intellettuale ungherese Gregory Lucaks. E per quella del magnate olandese a uno scrittore tedesco Gerhart Hauptmann.
Il dibattito intellettuale comprende il tema della malattia, della morte, dell’amore definito come “malattia”. Tuttavia Pocar nella sua introduzione sottolinea che per Mann parlare della malattia e della morte equivale a parlare della vita.
Si parla della nuova capacità di descrivere e studiare l’animo umano.
Non più quello della religione e quello della metafisica difeso da Naphta, ma quello proposto dalla psicologia e dalla medicina che grazie ai raggi x riesce a vedere dentro il corpo.
Il dibattito riguarda anche una contrapposizione fra Occidente e Oriente.
L’Occidente è l’Europa, che in quegli anni aveva colonizzato gran parte delle terre emerse. L’Oriente è rappresentato dai paesi asiatici di cui fa parte la Russia, un paese dove la guida e assegnata a delle ristrette elite e dove c’è poco spazio per la libertà
A proposito di contrapposizione vi è anche quella fra “montagna” e “pianura”.
La pianura è quella dove vive e opera le gente che non è ammalata. Nella montagna ci sono i sanatori, dove alcuni muoiono ma tanti guariscono.
“La montagna incantata” di Thomas Mann: il contesto storico
Quando il romanzo viene ultimato la Prima guerra mondiale è finita e nella Russia sconfitta si è affermata la rivoluzione bolscevica che ha soppresso la monarchia, la nobiltà ed anche la borghesia.
Il romanzo dunque si presenta come una summa culturale, morale e spirituale dell’epoca. A Mann piace lavorare sui contrasti.
Celebre è la contrapposizione fra Kultur e Zivilization, cioè fra la Cultura e la missione di portare civiltà nell’ampio mondo delle colonie, in cui anche la Germania era coinvolta. Forse prendendo spunto dal pensiero hegeliano anche in questo romanzo esiste una contrapposizione fra le due culture del tempo e Castorp, che per lungo tempo sta ad ascoltare, si ripropone una sintesi o un superamento delle due.
Conclusasi la Prima guerra mondiale Mann, adesso convinto democratico, sarà chiamato attraverso le sue conferenze a fare da ambasciatore della Germania della Repubblica di Weimar. Una Repubblica con molte meno ambizioni dell’Impero tedesco, e che aveva il grave problema del pagamento delle riparazioni.
E Thomas Mann forse guarda con nostalgia al periodo che precede il conflitto.
A Davos, in estate, si celebreranno i cento anni della pubblicazione de La montagna incantata con un festival letterario.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La montagna incantata” di Thomas Mann a cento anni dalla prima edizione
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