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Recensioni di libri

La fine del tempo di Guido Maria Brera

La nave di Teseo, 2020 - Philip Wade, professore di Storia contemporanea ed economica, ha perso la memoria a seguito di un incidente a Parigi: cerca di esercitarla, ma non riesce a ricostruire il recente passato e vive ciò con angoscia quasi kafkiana.

Francesca Ferraro
Francesca Ferraro Pubblicato il 20-03-2020

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La fine del tempo

La fine del tempo

  • Autore: Guido Maria Brera
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: La nave di Teseo
  • Anno di pubblicazione: 2020

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Guido Maria Brera è un dirigente d’azienda e anche un affermato scrittore. Conosce perfettamente le dinamiche dell’economia, avendo ricoperto ruoli apicali nella gestione di fondi azionari ed è studioso delle teorie economiche di Federico Caffè, i cui riferimenti etici sono presenti nel libro.

Il romanzo La fine del tempo (La nave di Teseo, 2020) ruota tutto attorno al tema della finanza e della geopolitica, con un protagonista, Philip Wade, professore di Storia contemporanea ed economica al Birkbeck College di Londra che ha perso la memoria a seguito di un incidente a Parigi. Wade cerca di esercitare la sua memoria, ma non riesce a ricostruire il recente passato e vive ciò con angoscia quasi kafkiana, con presenza di esoscheletri che lo tormentano e con difficoltà a orientarsi nel suo ambiente:

“Prende dal ripiano del comodino l’orologio da polso. Sfrega tra i polpastrelli il cuoio consunto del cinturino, mentre legge la distanza tra le lancette che indicano le 06.06 del mattino. Ce l’ha fatta di nuovo. Ha superato un’altra notte ed è ancora lì. Ogni mattina, si sveglia col terrore di essere svanito per sempre nel dedalo della sua mente, un labirinto popolato da fantasmi. Quelli di una vita che sta volgendo al termine troppo presto e quelli di un secolo, il Novecento, finito troppo in fretta”.

Wade scopre però che aveva un impegno: avrebbe dovuto consegnare l’11 novembre About the End of Time. Il romanzo si dispiega nella ricerca di qualcosa che possa aiutarlo a trovare le tracce della sua ricerca. Scorre la sua vita e ricorda che, prima di arrivare alla docenza universitaria, aveva lavorato in una banca d’affari.

Pian piano ricorda lo scopo del suo libro, che era quello di mettere in discussione il grande potere che soggiace alle regole economiche:

“Il mondo stava cambiando, il mondo stava finendo alle soglie dell’anno di nessun Signore 2009. Così i banchieri centrali corsero ai ripari. C’era un’apocalisse da sventare, o almeno da posticipare. La formula magica era il Quantitative Easing: stampare denaro e pomparlo nelle arterie svuotate di un sistema ormai esangue tramite il più grande acquisto di debito pubblico di tutti i tempi”.

Dopo l’immissione di Quantitative Easing, le grandi corporation si trovano impegnate a eliminare la variabile tempo nel gioco finanziario, un po’ come il terzo paradosso di Zenone che condannerebbe l’economia a dominare il pianeta in un eterno tempo presente. Un tempo che non ci lascia più altro tempo e ci lascia con l’impossibilità di non riuscire a fare più nulla come l’Italia, che quando diventa lo sfondo del romanzo,

“si fa sfuggire le occasioni e che abbandona la sua bellezza agli altri, la fa passare, la fa scalfire dalle onde dei minuti, delle ore, dei giorni, dei mesi, degli anni e dei secoli”.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fine del tempo

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