Sebbene la commedia Mandragola di Niccolò Machiavelli spesso trovi minore spazio nei programmi scolastici, che privilegiano invece il celebre trattato Il principe, l’opera in questione è tutt’altro che secondaria: si tratta di un classico della drammaturgia italiana e uno dei capolavori del teatro del Cinquecento.
Satira della società italiana dell’epoca, corrotta e facilmente corruttibile, la Mandragola prende il nome da una pianta le cui radici sono ritenute afrodisiache e fecondative, che costituisce il nucleo della beffa attorno a cui ruota la commedia.
Riassunto della Mandragola
La commedia è composta da un prologo e da cinque atti ed è ambientata a Firenze a inizio Cinquecento. Messer Nicia è uno sciocco dottore in legge e disperato perché non ha figli. Di sua moglie Lucrezia è innamorato Callimaco, che con l’aiuto del servo Siro e dell’amico Ligurio riesce a fingersi medico e a convincere Nicia che l’unico modo per poter finalmente avere figli sia somministrare alla moglie una pozione di mandragola. In cambio della fertilità, però, il primo uomo che avrà rapporti con la donna morirà. Ligurio convince a questo punto Nicia a sacrificare un garzone, che giaccia con la moglie al posto suo per la prima notte dopo la somministrazione. Nicia, poco convinto, accetta comunque, così come accettano senza scrupoli Frate Timoteo e la madre di Lucrezia; la donna sembra l’unica disposta a porsi qualche scrupolo.
Ovviamente non esisterà alcun garzone: sarà Callimaco, travestito, a essere portato a casa di Nicia e infilato nel letto di Lucrezia che, scoperta la vera identità dell’uomo, passa con lui una notte di piacere e decide di diventarne l’amante.
Non solo: riprese le sembianze di medico, Callimaco ottiene da Nicia, contentissimo per la futura paternità, il permesso di restare a vivere in casa loro.
I personaggi della commedia
- Callimaco: è nato a Firenze, ma viene inviato a Parigi dopo la morte dei genitori e lì resta per vent’anni, amato da tutti e al riparo dalle guerre d’Italia. Innamoratosi per sentito dire di Lucrezia, decide di tornare in Italia per soddisfare la sua passione, che lo travolge moralmente e fisicamente. Callimaco viene presentato nel prologo come un "amante meschino": è totalmente vittima della sua passione, teme che Ligurio possa ingannarlo o che non sia in grado di aiutarlo, ha continuamente paura che qualcosa possa andare storto o che alla fine possa rimanerne deluso e quando finalmente si rende conto che il piano sta funzionando stenta comunque a crederci.
- Nicia: è un uomo ricco, non più giovane, succube della moglie bella e savia. Sebbene si presenti pomposamente e usi un linguaggio sofisticato, è in realtà "il più semplice e el più sciocco omo di Firenze" e anche il suo modo d’esprimersi spesso ricalca proverbi e modi di dire. Di fatto è l’unica vittima della beffa, di cui non si rende minimamente conto.
- Ligurio: è un astuto parassita, che per vivere sfrutta la sua furbizia. Il suo essere "il cucco di Malizia" (il cocco, il figlio prediletto) si riflette anche nel suo linguaggio, in cui si manifestano sempre calcolo, ironia e doppio senso. La sua astuzia senza scrupoli è totalmente scissa dalla passione, che dunque può giudicare con distacco. Sceglie di aiutare Callimaco per motivi economici, ma anche perché percepisce con il giovane un’affinità.
- Lucrezia: bellissima e di grande influenza sul marito, viene subito presentata come "una giovane molto accorta". Non è offuscata né dalla stupidità come Nicia, né dalla passione come Callimaco, anzi sa comprendere le circostanze e adattarsi al loro mutare. Restia al compiere l’adulterio, una volta costretta e convinta decide di prendere in mano la situazione. Per queste sue qualità è stata spesso vista come una scintilla del principe machiavelliano.
- Frate Timoteo: è disposto a mentire sotto compenso (salvo poi convincere sé e il proprio interlocutore del suo agire a fin di bene) e pronto a servirsi della religione per servire cause che con la fede non hanno niente a che fare. Convince Lucrezia che quello che sta commettendo non è un adulterio, perché in fondo non guidato da intenzioni malvagie. Ricorda alcuni protagonisti delle novelle di Boccaccio, ma nelle sue caratteristiche morali si rivela un esempio dell’uomo cinquecentesco.
- Sostrata: è la madre di Lucrezia. Anch’essa è convinta della necessità che la figlia tradisca il marito: un po’ perché preoccupata del fatto che senza figli possa rimanere un giorno abbandonata, un po’ perché in fondo vede un’occasione da cogliere al volo nel poter tradire il proprio marito con il suo consenso.
Commento
Il mondo rappresentato da Machiavelli è un mondo cinico e desolato: nessuno dei personaggi raggiunge un’elevatezza morale invidiabile o agisce in base a dei valori, ma tutti ruotano intorno al calcolo e alla convenienza, indifferenti al prossimo.
Tutti i personaggi della Mandragola corrompono e tutti sono corruttibili: ciascun uomo ha un suo prezzo, frati compresi. L’egoismo e l’utilitarismo che la permeano fanno sì che la commedia sia una commedia amara, in cui gli scherzi sono sempre al limite del sacrilego. Gli uomini sono malvagi, ma allo stesso tempo non sono peccatori sprofondati nel male; la loro colpa non è peccare di continuo, ma vivere in una dimensione in cui il peccato non è concepito come tale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Mandragola di Machiavelli: riassunto, analisi dei personaggi e commento
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