

L’inchiesta e le tre mezzelune
- Autore: Angelo Musco
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Un manuale di storia umanistica e rinascimentale d’Italia, in veste di romanzo storico. Il motto del marchio editoriale romano Armando è “la ricerca del sapere” e ne sa abbastanza di storia Angelo Musco, così è venuto naturale all’editore e all’autore confezionare un corposo romanzo, L’inchiesta e le tre mezzelune (gennaio 2424, 418 pagine) per la collana Narrare, un bel volume accompagnato nel testo da riproduzioni a colori di opere di grandi pittori.
Innamorato del passato del nostro Paese e di quanto in tanti secoli l’Italia ha regalato al mondo - arte, cultura, scienze, conoscenza e creatività - Musco è pensionato dal 2001, a Roma, ma iperattivo. Ha impegnato cinque dei recenti anni per completare un libro scritto “per puro divertimento”, in cui ha riversato “riflessioni e pensieri autentici e sinceri”.
Allo studio della storia, in tutte le sue accezioni, è stato accostato in età adolescenziale da un bibliotecario spoletino, che gli ha trasmesso il virus tutt’altro che patologico della passione per quello ch’è stato e del perché si sia verificato. Assunto diciannovenne in banca, non ha mai trascurato di approfondire una materia essenziale - purtroppo drammaticamente oscurata nei programmi scolastici attuali - che lo ha accompagnato alla scoperta di un tesoro inestimabile, ricchissimo di aspetti preziosi. Sono le vicende dell’Italia, che andrebbero conosciute e soprattutto trasferite a chi ci seguirà. È la premessa di Angelo, prodiga di indicazioni ai lettori su quanto dovranno aspettarsi dal romanzo, traendo insegnamenti, esempi di valori e di conquiste materiali e intellettuali, oltre al piacere sottile di una lettura piana, agevole, di contenuti affatto nozionistici e del fascino di momenti straordinari delle vicende collettive italiane, soprattutto durante il “meraviglioso Rinascimento”.
Spinto dal desiderio di consegnare le conoscenze e le considerazioni maturate studiando la nostra storia, in particolare le vicende politiche, artistiche, filosofiche, religiose e scientifiche, dedica il suo lavoro ai giovani, in genere poco inclini alle letture storiche. Da qui lo sforzo di adottare un linguaggio semplice e soprattutto di romanzare i fatti, per appassionare, incuriosire e attrarre.
A questo scopo, ha cercato di mettere sempre in evidenza le cause di fatti, creando una concatenazione di eventi che, analizzati secondo la convenienza personale dei vari regnanti italiani in competizione fra loro, intessono
la trama della storia da cui trae origine gran parte della nostra identità.
Protagonista di spicco: il Rinascimento, che con i suoi artisti, filosofi, letterati ha contribuito a far crescere il concetto innato del bello e dell’armonia ed è fattore, origine e testimonianza della grande bellezza dell’Italia. Un patrimonio “che il mondo ci invidia”, ma la cui conservazione non sembra una nostra priorità assoluta. L’ambizione di Musco è di poter contribuire
a suscitare l’orgoglio e la consapevolezza di essere nati nel paese più bello e più ricco di opere d’arte, di storia e di cultura del pianeta.
Il testo, preceduto da indicazioni sui personaggi storici presentati e su quelli di fantasia, è seguito in appendice da un elenco degli artisti, letterati e filosofi, che anticipa la cronologia dell’arco storico interessato, dagli Angioini in Italia, 1226, alla pace di Westfalia, 1648. Alle vicende storiche, artistiche e religiose ha voluto intrecciare una storia d’amore con esiti imprevedibili.
Per certi versi, il presupposto ricorda il Decamerone, perché il racconto si sviluppa in una villa che ospita alcuni protagonisti della ricostruzione storica del passato italico, sebbene non sia stato l’imperversare della peste a suggerire il buen retiro, ma il progetto di un editore fiammingo, Timoteo Rizzo, patron della Gazzetta di Anversa. Vuole offrire al pubblico delle Fiandre una storia delle Signorie e dei Regni italiani, con particolare riferimento alla storia, all’arte e alla cultura toscane e in particolare di Firenze, che tanto influenzano i Paesi Bassi, in grande sviluppo dopo l’indipendenza dall’impero di Spagna.
Il gruppo di lavoro è coordinato dal pittore fiammingo cristiano Jan Vermeer e ospitato da Niccolò Pannilini, provveditore del Monte del Granducato, nella sede dell’archivio dell’importante banca toscana, in una splendida villa di Fiesole, costruita da Giovanni di Bicci. Sono assistiti da Roberto Dati, filologo, scienziato e segretario dell’Accademia della Crusca; da Emanuele Tesauro, filosofo ed eccellente storico torinese; soprattutto da Girolamo Brusoni, scrittore e novelliere di formazione padovana, noto per le opere di contenuto libertino e licenzioso, in cui si fa beffe del moralismo ipocrita dei benpensanti, della tirannide dei potenti e della vanagloria degli spagnoli.
Al consesso viene ammessa la moglie di Pannilini, Eleonora, donna giovane e molto colta, e anche molto bell,a ed è associato un altro assistente, incaricato di redigere i resoconti degli interventi, Guidantonio Saracini, di facoltosa famiglia senese, ex alunno di Tesauro ed esperto di economia toscana. È un trentenne, come la bellissima Eleonora; e si sa che la paglia, accanto al fuoco...
L’équipe esamina discorsivamente ma ampiamente e dettagliatamente gli eventi politici - ad uso e consumo dei lettori - occorsi soprattutto dalla metà del XIV secolo alla fine del XVII. Le riunioni impegnano le giornate dal 7 al 18 aprile 1670 (che corrispondono ciascuna ad un capitolo del romanzo), con una dettagliata cadenza di argomenti che tendono a mettere in luce le ragioni del grandissimo sviluppo economico e culturale del nostro Paese, che all’epoca aveva ruolo e statura di portata europea.
Una bella opportunità di ripassare o di conoscere la grande storia di una grande Italia, allora frammentata e divisa, in un continente dove si andavano invece affermando le grandi identità nazionali unitarie.

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