L’Imperatrice ribelle
- Autore: Karen Duve
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2024
L’Imperatrice ribelle (Piemme 2024, titolo originale Sisi, traduzione di Maria Pia Smith-Jacobs) della scrittrice tedesca Karen Duve, nata ad Amburgo nel 1961, è dedicato alla figura di Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach (Monaco di Baviera, 24 dicembre 1837 – Ginevra, 10 settembre 1898), nata duchessa in Baviera, meglio nota come Sissi, Imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia come consorte di Francesco Giuseppe d’Austria.
Considerata “la donna più bella d’Europa”, Sissi rivive nelle pagine di questo appassionante romanzo, grande successo in Germania e in corso di traduzione nel mondo. Seducente, affascinante, ammaliante come non mai, donna ribelle e temeraria, eccellente cavallerizza che per tutta la vita, finita tragicamente (l’Imperatrice fu uccisa a Ginevra nel 1898 per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni), anelò alla libertà.
Non avrebbe mai potuto essere libera, il suo ruolo richiedeva una rigida etichetta di corte da seguire, però spesso e volentieri fuggiva dalla severa e conservatrice corte viennese, simboleggiata dalla suocera Sofia, per trovare pace in luoghi ameni e lontani dal gelido clima austriaco. Da quando era imperatrice Sissi riteneva che non le fosse più consentito di comportarsi da essere umano, come per magia, lontana dall’atmosfera mefitica viennese le emicranie e i dolori alla schiena sparivano, niente più propensione alla malinconia e niente più pianto sommesso per ore e ore, addio alle crisi di rabbia.
Elisabetta di Baviera era stata l’unica irragionevolezza dell’Imperatore Francesco Giuseppe nel corso della sua vita severa e spartana. Il Signore l’aveva posto a capo di un regno immenso che si stava rimpicciolendo sempre di più.
Elisabetta, dalla personalità opposta a quella dell’imperiale consorte, tutta istinto e passione, mostrava disinteresse verso ogni genere di impegno sociale. Non riusciva a concepire il concetto che una Imperatrice appartiene al popolo e:
“se il popolo si sente respinto, si comporta come un amante oltraggiato”.
Inizialmente, secondo i piani delle sorelle Ludovica e Sofia, Francesco Giuseppe avrebbe dovuto sposare Elena, la figlia maggiore della nidiata (10 figli) di Massimiliano Giuseppe di Baviera e di Ludovica di Baviera. Ma Franz appena vide a Ischgl, residenza estiva dell’Imperatore, la sua acerba ma splendida cuginetta Elisabetta, se ne innamorò perdutamente, mandando all’aria i piani matrimoniali della madre e della zia. Elisabetta era un fiore di bellezza: snella, molto alta, capelli castani con bagliori di rosso Tiziano che arrivavano fino ai piedi, il suo più grande orgoglio e dei quali era schiava.
Occhi castano-dorati, pelle perfetta, spalle esili, vitino di vespa. Portamento elegante, incarnazione stessa della maestà. Francesco Giuseppe aveva commissionato un’infinità di ritratti di Sissi, ma nessuno era mai riuscito a catturarne l’incanto. L’Imperatrice era più di un viso grazioso e una slanciata silhouette, la sua bellezza era ineffabile. L’unica nota stonata era rappresentata da denti imperfetti e scoloriti. Ecco perché Sissi era diventata maestra nel sorridere a bocca stretta.
Il lettore ha modo di incontrare Sissi quando ha già 38 anni, nel pieno del suo fascino, ospite del quinto conte di Spencer nella sua dimora color piombo ad Althorp, in Inghilterra. L’Imperatrice, che è una eccellente cavallerizza, viaggia sotto mentite spoglie, come contessa di Hohenems, ma ha un nutrito seguito, partendo dalla dama di compagnia, la contessa Marie Festetics de Tolna, che Sissi tiranneggia, impedendole, di fatto, di condurre un’esistenza normale, facendole rifiutare una proposta matrimoniale.
“Tra il 1871 e il 1898, la dama di compagnia ha tenuto un diario dettagliato della sua vita alla corte viennese. Una vita che gravitava intorno all’Imperatrice Elisabetta per soddisfarla in ogni sua necessità. Il diario è stato redatto con spirito entusiasta e, quando la contessa accenna ai non pochi pettegolezzi che circolavano sulla sua signora, lo fa senza esplicitarne il contenuto”,
Così scrive l’autrice nelle pagine finali del volume.
Esistono un’infinità di libri e articoli di giornale focalizzati su Elisabetta d’Austria-Ungheria, e una marea di lettere e ricordi che nominano l’imperatrice.
Il tono di questi scritti va dalla devota gratitudine alla più maliziosa avversione.
“Una cosa è certa: nessuno è rimasto indifferente”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Imperatrice ribelle
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