

Cos’hanno in comune scrittrici e personagge quali Louisa May Alcott, Simone de Beauvoir, Pippi Calzelunghe, Angela Carter? Sono donne che salgono sugli alberi.
E non sono le sole.
Duecentocinquanta fotografie e 15 storie raccontano l’abitudine che accomuna molte donne. Sono raccolte in un libro della giornalista Laura Leonelli e raccontate nella mostra Io non scendo, ospitata al Magazzino delle Idee di Trieste fino al 25 agosto 2024.
“Io non scendo”: la mostra sulle donne che salgono sugli alberi ispirata a un libro


Link affiliato
L’allestimento riproduce una sorta di bosco immaginario. Solo che al posto degli alberi ci sono le immagini. A centinaia. Scatti anonimi che ritraggono donne tra il 1870 e il 1970. Fotografia, letteratura e cinema si intrecciano in questo racconto, testimoniando la forza liberatoria di un gesto, che è ascesa e insieme ribellione. Sono ritratti particolari, spesso accompagnati da storie.
Le racconta Laura Leonelli, giornalista e scrittrice, collaboratrice del supplemento culturale de Il Sole 24 Ore, di Arte e AD, collezionista di fotografie: il suo libro intitolato Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano è pubblicato da Postcart Edizioni (2023).
Le donne salgono sugli alberi quando disubbidiscono. E ogni donna che disubbidisce è figlia della prima, più celebrata e dannata delle disubbidienti: Eva. Ascoltando la voce delle nuove Eva, dal dodicesimo secolo a oggi, questo libro riporta gli slanci, le delusioni, le battaglie, le ascese di alcune di loro, mistiche, scrittrici, filosofe, fotografe, ecologiste, imprenditrici, alpiniste, che hanno disubbidito e sono salite sull’albero della consapevolezza e della propria realizzazione.
Donne che salgono sugli alberi in letteratura
In letteratura tutto sembra iniziare con il romanzo Piccole donne di Louisa May Alcott. Jo March, indimenticabile alter ego dell’autrice, ribelle e coraggiosa, ama leggere dalla sua postazione privilegiata sul melo di fronte a casa.
Anche Simone de Beauvoir condivide la sua passione portata sullo schermo da un’altra appassionata arrampicatrice, l’attrice Katharine Hepburn.
E poi Pippi Calzelunghe nata dalla fantasia di Astrid Lindgren e Julia Butterfly Hill, simbolo del movimento ecologista americano, che su una sequoia millenaria ha trascorso ben 738 giorni.
In mostra le scalatrici triestine e friulane
Ma nella mostra c’è anche l’omaggio a tre triestine e friulane, tre scalatrici in una città dove le donne sono state più libere che altrove, dove scalare una montagna o un albero è gesto quasi naturale: Tiziana Weiss, Riccarda de Eccher e Bianca di Beaco, che nell’autobiografia Io non sono un’alpinista racconta la madre e il percorso di conquista che la porta a scoprire, in cima alle montagne come da bambina in cima agli alberi, “la dimensione in cui i sogni si realizzano”.
Salgono, le signore, di ramo in ramo e tutte in foto guardano l’obiettivo con un sorriso che dice: “Io non scendo”.
La mostra “Io non scendo” a Trieste: ingressi e orari
La mostra Donne che salgono sugli alberi e guardano lontano. Io non scendo è allestita nelle sale del Magazzino delle Idee, spazio produttivo abbandonato e poi rinato a nuova vita, in via Cavour, a Trieste.
L’esposizione è visitabile secondo il seguente orario: da martedì alla domenica dalle 10 alle 19; lunedì chiuso.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Io non scendo”: a Trieste la mostra delle donne che salgono sugli alberi
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Curiosità per amanti dei libri Fiere del Libro e festival letterari
Lascia il tuo commento