Dacia Maraini, autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie, saggi e narrazioni autobiografiche, editi da Rizzoli e tradotti in oltre venti Paesi, nel 1990 ha vinto il premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa, nel 1999 il premio Strega con Buio, e ha ricevuto il premio Campiello alla carriera nel 2012. Dopo il suo ultimo romanzo Corpo felice (Rizzoli, 2018), da oggi è in libreria Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina (Rizzoli 2020, collana La Scala, pp. 112).
Trio è un racconto epistolare ambientato nella Sicilia del 1743 preda della peste, e rappresenta il ritorno alla narrazione storica, dopo La lunga vita di Marianna Ucria, dell’autrice che abbiamo intervistato.
- Signora Maraini, desidera raccontarci la genesi di Trio?
Avevo raccolto tutte le informazioni sulla Sicilia del ‘700 mentre scrivevo Marianna Ucria. Allora ero capitata sulla cronaca della epidemia di peste a Messina nell’anno 1743. Su richiesta di un piccolo editore di Bagheria, Vincenzo Drago, pubblicai un racconto che aveva come sfondo quella peste. Il racconto uscì nel 2006. Dopo sono passati gli anni. Ma questa pandemia di oggi mi ha riportato alla memoria quel racconto. Mi sono anche ricordata delle emozioni provate scrivendolo, e l’ho ripreso in mano trasformandolo in un romanzo.
- “Girolamo lo sai, è incerto tra me e te”. Agata e Anna, sono amiche fin dall’infanzia e hanno in comune lo stesso uomo, Girolamo, marito della prima e amante della seconda. Se Agata e Annuzza appaiono fin dalle prime pagine personalità forti e determinate, Girolamo invece appare sullo sfondo, indeciso tra le due. Possibile che in questo “trio”, centrale è l’amicizia tra le due donne?
Certo, l’amicizia fra le due è il tema centrale. Ma Girolamo non è da meno. Solo che lui è come Ulisse, ama più di tutto viaggiare, fuggire e sentirsi libero. Proprio come Ulisse che ama sua moglie e vuole raggiungerla ma ci mette dieci anni e nel frattempo si ferma presso Circe, e poi presso Calipso e Nausicaa. E come, suggerisce Dante, una volta raggiunta Itaca e ritrovata sua moglie e suo figlio, riprenderà la barca e tornerà in mare.
Trio: Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina
Link affiliato
“In questi tempi di morte e di dolore, Agata mia, sento che il solo rifugio della mente, la sola certezza del futuro è la nostra amicizia. Cerchiamo di non guastare la solidarietà che ci lega, sarebbe un crimine”.
- Questo romanzo epistolare può anche essere definito un manifesto femminista?
No, un romanzo non deve essere un manifesto. Un romanzo è un romanzo, ovvero un viaggio nel mondo del possibile e del visionario. Un romanzo non ha niente di ideologico, anche se racconta di personaggi che hanno idee e progetti.
- La peste del 1743 in Sicilia, tema centrale di Trio, e il Covid-19, che ha colpito duramente il nostro Paese, soprattutto in Lombardia e a Bergamo, la provincia italiana che ne ha più sofferto. Che cosa è cambiato rispetto alle pandemie dei secoli passati?
È cambiato molto in fatto di sanità e di tecnologie avanzate. Nel Settecento si curavano le malattie cavando il sangue dei malati, oggi abbiamo medicine straordinarie e cure molto efficienti. Ciò che non è cambiato invece è la psicologia umana. Come allora, anche oggi si cerca un colpevole a cui attribuire la responsabilità, allora erano gli untori, oggi sono i complotti internazionali, i “Big Pharma”, eccetera. E un’altra cosa in comune sta nella ricerca di rimedi pasticciati e inutili. Insomma la paura, il sospetto, l’odio suscitati da una pandemia sono sempre gli stessi e andrebbero combattuti con la ragione e la solidarietà.
- Secondo il suo parere, gli italiani si sono comportati bene durante il lockdown?
Direi di sì. O per lo meno una gran parte degli italiani, quella responsabile sì. Poi ci sono i furbetti, quelli che si sentono superiori a tutto e a tutti, quelli che la sanno più lunga, che non stanno alle regole, che se ne infischiano degli altri, quelli che approfittano per speculare e guadagnare, la peggiore Italia, quelli si sono comportati male e non si pentiranno. Per fortuna si tratta di una minoranza, ma una minoranza prepotente, che può fare del male a tutto il Paese.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Dacia Maraini, in libreria con Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Ti presento i miei... libri News Libri Rizzoli Dacia Maraini
Lascia il tuo commento